mercoledì 30 marzo 2022

Out of time. Ripartire salla natura


 La Biennale Donna torna per la sua XIX edizione, aperta fino al 29 maggio il PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea di Ferrara ospita la mostra OUT OF TIME, Ripartire dalla natura - una collettiva che presenta opere di cinque artiste internazionali: Monica Miranda (Portogallo/Angola, 1976), Christina Kubisch (Germania, 1948), Diana Lelonek (Polonia, 1988), Ragna Ròbertsdòttir (Islanda, 1945) e Anais Tondeur (Francia 1945).

L'esposizione è organizzata da UDI - Unione Donne in Italia e dalle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara, ed è curata da Silvia Cirelli e Catalina Golban.


Out of time illustra la necessità di ripensare le strutture radicate, riorganizzare le pratiche consolidate in ambito sociale ed economico e mostrare i legami con il dibattito ecologico in corso. Da qualche decennio, e ultimamente in maniera marcata, si sta consolidando una consapevolezza diversa rispetto all'ambiento naturale che ci circonda. La nostra epoca antropocentrica ha bisogno di essere ripensata tramite nuovi paradigmi che potrebbero prefigurare un modo altro di essere al mondo.


E quindi inevitabile che l'arte affronti attraverso i propri strumenti e linguaggi le questioni tecnologiche più pressanti. Le riflessioni che ne derivano da ambiti differenti confluiscono, attraverso una poliedricità di linguaggi artistici (installazioni, fotografie e video) in mostra che intende esplorare il rapporto tra l'essere umano e l'ambiente, ed esaminare le intenzioni tra entrambi i soggetti. Un altro obiettivo di questo progetto è porre l'attenzione sulle modalità di appropriazione dell'ambiente come conseguenza drammatica dello sfruttamento delle risorse naturali.


Le cinque artiste indagano l'intenzione e la possibile alleanza tra tutti gli esseri viventi ospitati in questo pianeta. Differenti modelli di lettura e varie prospettive richiamano l'attenzione sui i modi in cui la natura è stata stravolta nella ricerca dell'egemonia da parte dell'essere umano, mettendone in luce le ripercussioni sia sull'ambiente sia sul tessuto sociale. L'intreccio tra le varie sperimentazioni artistiche si inserisce in un ampio e proficuo dialogo con varie scienze, a dimostrazione di come la cooperazione e la ricerca socio-economica ed ecologica siano essenziali per allenare un pensiero comune che scardini la visione antropocentrica.


La mostra si apre con l'opera dell'islandese Ragna Ròbertsdòttir, artista il cui lavoro è caratterizzato da una forte cifra minimalista, che proietta la propria grammatica stilistica con l'impiego di componenti dall'evidente potenza materica. Lava, vetro, pomice, ossidiana, rocce vulcaniche, sale, o conchiglie caratterizzano una personale impronta espressiva che sfocia in un legame viscerale con il mondo naturale. Oltre ad alcune delle sue opere più significative, come la serie Saltscape, realizzata con sale marino e sale di lava nero, o View, dove domina la lava rossa del vulcano Seydisholar, la Biennale Donna ospita due lavori site specific interventi di inconfondibile valenza tattile che rievocano al contempo la magnificenza e la fragilità dell'universo naturale.


Di differente sintesi poetica è invece l'approccio della francese Anais Tondeur la cui ricerca di derivazione scientifica di affascinante evocazione coinvolge lo spettatore nella sua realtà umana. Installazioni multidisciplinari presentate in mostra sono, infatti, la traduzione visiva di indagini scientifiche rispettivamente dedicate alle tracce del peticore, l'inconfondibile odore del pioggia sul suolo asciutto, e l'analisi dei cicli oceanici, di vitale importanza per una maggiore comprensione dei cambiamenti climatici terrestri.


La Biennale prosegue poi con il mondo visionario di Monica De Miranda, portoghese ma di origini angolane, la cui eredità culturale ha fortemente influenzato il suo percorso artistico, portandola all'esplorazione dell'evoluzione ambientale da un punto di vista antropologico. Confrontandosi con le ferite di un colonialismo violento, De Miranda si sofferma sulle convergenze fra stratificazione sociale e il cambiamento dell'ecosistema, proponendo "geografie emozionale" - come lei stessa le definisce - cioè narrazioni urbane che seguono intimi processi identitari.


La prevaricazione dell'uomo sulla terra torna baricentrica anche nel percorso creativo della polacca Diana Lelonek, che offrendo una visione critica sui processi di sovrapproduzione, focalizza la sua parabola espressiva sulla possibilità di soluzioni alternative di convivenza e coesione fra mondo naturale e mondo umano. Questo approccio empatico detta le basi di un'interdipendenza fra specie e l'accettazione di uno scenario trasversale di chiara rottura rispetto a quello attuale.


Chiude il percorso espositivo, il lavoro di Christina Kubisch, una delle più incisive figure della sound art tedesca. Attingendo a un'estetica inedita, Kubisch è riuscita nell'intento di proiettare "paesaggi acustici" attraverso l'esplorazione del potere del suono. La sue polifoniche installazioni sonore indagano il cosiddetto inquinamento acustico silenzioso, esperienza sensoriale fondamentale per poter comprendere lo stato di saturazione elettromagnetica diffusa intorno a noi.


M.P.F.



martedì 1 marzo 2022

Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni Figurative

 


Il 5 marzo 2022 ricorre il primo centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore, cineasta, grande intellettuale italiano di cui la Cineteca di Bologna custodisce e valorizza da decenni il lavoro.

In occasione di  questo importante anniversario, con il programma di PPP 100 anni di Pasolini a Bologna - nell'ambito delle iniziative promosse dal Comune di Bologna e con il patrocinio dell' Alma Mater Studiorium Università di Bologna - la Cineteca promuove una serie di iniziative per ricordare e celebrare il grande artista bolognese, tra le quali la mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative  che dal 1 marzo 2022 inaugura il nuovo spazio espositivo del sottopassaggio di Piazza Re Enzo a Bologna.


Pier Paolo Pasolini. Figurazioni figurative - a cura di Marco Antonio Bazzocchi, professore di Letteratura Italiana all'Alma Mater Studiorom - Università di Bologna; Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi Pier Paolo Pasolini; e Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna - nasce da un lungo percorso di studio, confronto e approfondimento che si concretizza in un progetto espositivo rigoroso e straordinariamente ricco di rimandi culturali.


Con l'obiettivo di ricostruire la genesi dello sguardo di Pasolini, la mostra parte dagli anni della formazione a Bologna, avvenuta sotto l'egida di un maestro come Roberto Longhi, e documenta il formarsi e l'evolversi del suo universo creativo, dagli esordi nel 1961 con Accattone per arrivare fino a Salò e le 120 giornate di Sodoma, uscito postumo a poche settimane dal suo omicidio avvenuto il 2 novembre 1975.


Dall'analisi delle molteplici inquadrature che hanno reso celebri questi capolavori fiorisce una ramificazione di rimandi e riferimenti ricostruita in modo certosino, a loro volta messi a confronto con testi scritti a riguardo.


La mostra compone una panoramica sull'intera opera di Pasolini letta attraverso una lente di precisione, capace di evidenziare il pensiero e l'immaginario, e di racconti attraverso le immagini.

Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative è un progetto espositivo raffinato e stratificato che tiene insieme materiali e collegamenti eterogenei, in un percorso organizzato cronologicamente.

Dipinti, prime edizioni, fotografie d'artista, materiale audiovisivo tratti


da film e interviste dialogano facendo emergere la ricca articolazione dell'immaginario e del fare di Pasolini, il suo sguardo famelico, capace di inglobare gli stimoli più disparati, ricostruito e consegnato al pubblico come una rinnovata chiave di lettura della sua opera.


Accompagnano la mostra una pubblicazione con lo stesso titolo Pier Paolo Pasolini. Folgorazione figurative, e una seconda che ne racconta il rapporto con la città, Pasolini a Bologna.



Il programma Pasolini 100 comprende anche il Convegno Pasolini a Bologna - che si terrà il 3 marzo 2022 allo Stabat Mater dell'Archiginnasio - una retrospettiva integrale dei suoi film al Cinema Lumére di Bologna tra marzo e aprile 2022, e  la distribuzione su tutto il territorio nazionale di alcuni tra i suoi titoli più rappresentati, grazie al progetto Il Cinema Ritrovato. Ai cinema realizzato in collaborazione con CSC - Cinema Nazionale, con cui la Cineteca da un decennio porta nelle sale italiane i classici restaurati.


M.P.F.