Musica per gli occhi
Interferenze tra Video
Arte, Musica Pop, Videoclip
Si è aperta
fino al 4 novembre 2018 al Santa Maria della Scala la mostra Musica
per gli occhi. Interferenze tra Video Arte, Musica Pop, Videoclip. L’esposizione,
curata da Luca Quattrocchi, è un progetto innovativo per Santa Maria della
Scala che indaga, attraverso video installazioni e video clip la comunicazione
tra la video arte e pop music, confermando la “rivoluzione” culturale
perseguita negli anni dal Museo senese attraverso l’indagine dei linguaggi
contemporanei e della loro ibridazione.
Per il
direttore Daniele Pitteri: “Il XX secolo
e questo scorcio del XXI secolo, sono stati l’epoca in cui la dimensione visiva
e quella uditiva si sono progressivamente cercate, avvicinate e poi
definitivamente fuse. Se l’avvento del cinema sonoro costituisce in qualche
modo l’inizio di questo sodalizio, è a partire dagli anni sessanta, con
l’avvento della musica pop sulla scena internazionale, che esso inizia ad
essere dirompente. La nuova musica, quella che milioni di giovani in tutto il
mondo amano non è fatta solo di note. Ė fatta anche di simboli e di musicisti/star che usano il proprio corpo
come elemento di comunicazione e di relazione con il pubblico. Una musica fatta
non solo per essere ascoltata, ma anche per essere vista. La nascita della
videoclip, pur preceduta da altre forme di rappresentazione audiovisiva, non si
limita sancire in maniera definitiva questo legame imprescindibile, ma offre
nuove possibilità espressive ad altre forme di arte. E la pop music diventa l’elemento di
congiunzione/ispirazione per artisti, registi, videoartisti che indagano proprio questi legami, questo miscuglio di
espressività che generano a loro volta nuove, possibilità di sperimentazione,
in molti estreme, proprio perché esplorano a fondo la potenzialità della
fusione fra la dimensione uditiva e quella visiva”.
Divisa in
tre sezioni la “mostra visivo-sonora” Musica per gli occhi vuole
analizzare lo stato di fertile contaminazione che porta non solo gli artisti a
cimentarsi con il videoclip, ma soprattutto come video clip e la musica pop
offrono ai videoartisti inediti spunti creativi e occasioni di riflessione
sulla società contemporanea.
La prima sezione, centrata sulla video
arte, vede la musica pop come strumento di interpretazione della
cultura contemporanea, con lavori di quindici video artisti di fama mondiale
come Francesco Vezzoli, Pipilotti Rist,
Martin Creed, AES, Robert Boyd e Jesper
Just. La seconda sezione presenta un’ampia selezione di video
clip realizzati da famosi registi cinematografici. Quattordici mostri
sacri del cinema mondiale, tra i quali Michelangelo
Antonioni, Luc Besson, Derek Jaeman, David Lynch, Roman Polanski, Win Wenders, che
hanno prestato il loro ingegno alla realizzazione di video clip musicali per
importanti musicisti. La terza sezione, infine, presenta quattordici videoclip
realizzati da alcuni dei più significativi ed eversivi artisti contemporanei,
fra cui, David Hirst, Vanessa Beecroft,
Keith Haring, Andres Serrano, Bansky, Andy Warhol.
La mostra si
snoda lungo un percorso articolato che sin dall’ingresso nel Santa Maria della
Scala progressivamente conduce il visitatore in un mondo di immagini e suoni.
Attraverso un allestimento che intende esaltare le installazioni video,
rendendole in qualche modo “opere d’arte esposte” e attraverso un’attenta regia
audio, che alterna modalità di fruizione differenti nei vari ambienti che si
susseguono, “Musica per gli occhi / Musica for Eyes” si presenta come una
grande installazione audiovisiva, in grado di offrire al visitatore/spettatore
un’esperienza immersiva nuova e sui generis.
Quindi non mostra sui rapporti tra
musica/rocke e arti visive, già ampiamente indagati nel loro percorso storico
dai Beatles e Warhol in avanti, ma sulle interferenze che, dall’altra in quello
dei videoclip realizzati da artisti e registi cinematografici, cercando di
evidenziare le contaminazioni e le derivazioni reciproche, i parallelismi o gli
slittamenti di senso.
Come
sottolinea nel catalogo (SilvanaEditoriale) che accompagna la mostra il
curatore Luca Quattrocchi “L’esposizione
parte da un’analisi approfondita della Pop Music e di come essa ci circonda con
il suo immaginario visivo, suadente e penetrante, e di come essa interviene
nella vita quotidiana contribuendo a definire e modificare relazioni sociali,
tendenze estetiche, gusti collettivi; a suggerire attitudini mentali, modelli
comportamenti, opinioni politiche, in una fitta rete sonora che sembra divenire
sempre più visibile e palpabile. E la cui complessità nasce da una vorace, e metabolizzante,
sommatoria di componenti e di stimoli: a partire dai primi anni Ottanta la musica
pop si arricchisce di uno straordinario strumento espressivo e promozionale
quale il videoclip, consacrato dalla nascita (1 agosto 1981) e dell’immediato
trionfo di MTV, che non solo trasforma radicalmente la modalità di fruizione e
consumo della musica, ma modifica in senso lato la postura mentale e di
percezione e lettura della realtà: come ha acutamente notato il sociologo Todd
Gitlin, ‘MTV ha accelerato il processo attraverso il quale le persone sono più
portate a pensare secondo immagini che secondo logica’. Al tempo stesso il
videoclip, sorretto dalla fluente industria discografica, incrementa in maniera
esponenziale lo scambio creativo tra musica pop e le altre forme d’arte quali
il cinema e le arti visive, già avviato negli anni Sessanta, in un
coinvolgimento che va dagli estremi di una sincera volontà di sperimentazione a
una allettante subordinazione, dalla collaborazione all’irretimento, secondo
modalità che non si limitano all’evocazione di un’analogia o correspondance
audio-visuale.
Se il videoclip è affetto da “Cliptomania”
per il suo atteggiamento predatorio nei confronti delle arti visive, dal canto
loro le altre discipline intervengono attivamente nel dare forma alla visività
della musica, sia offrendo il contributo degli specifici strumenti espressivi
(pittura, fotografia, video arte, performance, cinema), sia attingendo a loro
volta alla nuova e ibrida estetica del videoclip.
Maria Paola
Forlani
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