I Macchiaioli. Una rivoluzione en plein air
Se
le piste di sci restano chiuse, l’arte è pronta a ripartire in alta quota. E
quest’anno tocca alla suggestiva pittura dei Macchiaioli aprire la stagione
espositiva del Fort di Bard, monumentale
fortezza ottocentesca incastonata tra le montagne della Valle d’Aosta. Fino al
6 giugno ottanta dipinti raccontano l’avventura dei pittori toscani che, in
anticipo sugli impressionisti, rovesciarono i clichè dell’accademia per
catturare dal vero le immagini del mondo sperimentando con la luce e i colori.
Dalle cannoniere del Forte lo sguardo scorre fino al centro di Firenze, al
Caffè Michelangelo, dove a metà del XIX secolo i giovani artisti ribelli
stabilirono il loro quartier generale.
Curato da Simona Bartolena e realizzato da VID – Visit Different, l’itinerario della mostra ricostruisce l’epopea dei Macchiaioli a partire dalle origini, con le opere del precursore del movimento Serafino Tivoli, per poi esplorarne evoluzioni e sfumature: il purismo di un Silvestro Lega colto nella fase giovanile; le espressioni mature di Telemaco Signorini, Vincenzo Casabianca, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani, Cristiano Banti, ormai distanti dalla tradizionale pittura di paesaggio italiana, ma anche dall’influenza della scuola francese di Barbizon; i dipinti storici di Giovanni Fattori, che strizzano l’occhio alle atmosfere del Forte con scene tratte dalla vita militare. Avanzando lungo il percorso, lo stile aspro degli esordi, quando il termine dispregiativo “macchia” diede al movimento, si stempera in una atmosfera più distesa, aperta a quella pacata tendenza verso il naturalismo che andava diffondendosi in Europa. Infine una sezione dedicata alle eredità dei Macchiaioli evidenzia come il gruppo toscano abbia gettato le basi per la pittura moderna in Italia.
La
mostra instaura un interessante gioco di rimandi con la storia e il paesaggio
del Forte di Bard. Se la natura è di casa fuori e dentro la cornice, fermenti e
memorie del Risorgimento riecheggiano tra le mura possenti della fortezza così
come nelle biografie degli artisti. “Questa mostra offre molti spunti per
rileggere la storia risorgimentale e quegli anni complessi”, spiega la
direttrice del Forte, Maria Cristina Ronc: “anni
rivoluzionari, costellati di nomi e personaggi da riscoprire e da rileggere
nella prospettiva del tempo che è intercorso. Il Forte di Bard non è solo un
luogo espositivo, ma prima ancora è un edificio storico e come tale, in questa
occasione più che in altre, amplia e dialoga con l’esposizione dei Macchiaioli
e con le vite e le opere di questi pittori soldati.
Tra questi, Nino Costa, arruolato nel reggimento dei Cavalleggeri d’Aosta a Pinerolo, che dopo varie peregrinazioni si sposta a Firenze e frequenta il Caffè Michelangelo, Lì conosce Giovanni Fattori, certamente il nome più noto tra i Macchiaioli, e che lo stesso Costa rammenterà come colui che “gli aprì la mente e lo incoraggiò”.
M.P.F.
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