A Rovigo a Palazzo Roverella su è aperta fino al 25 giugno.2023, la mostra Renoir. L'alba di un nuovo classicismo. IL percorso è diviso in 11 sezioni.
1. Il Renoir impressionista
L'Impressionismo nasce alla fine del 1873, quando si costituisce a Parigi la "Società anonima cooperativa tra artisti, pittori, scultori e incisori, a capitali e membri variabili". Il gruppo, cappeggiato da Camille Pissaro, organizza otto mostre, la prima nel 1874 nell'atelier del fotografo Nasar, l'ultima nel 1886, anno di scioglimento e conclusione dell'esperienza impressionista. Della "Società" fanno parte oltre a Pissaro, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Edgar Degas, Berte Morisot e altri. Eduard Manet appoggia il gruppo ma non vi aderisce. Il gallerista di riferimento è Paul Durand-Ruel.
Gli impressionisti dipingono soprattutto paesaggi, vedute urbane e domestiche, scene di svaghi e divertimenti della borghesia cittadina, nudi femminili. Non ci sono nè impegno sociale e politico, nè l'intento di comunicare particolari contenuti. L'obiettivo piuttosto, è di restituire l'aspetto mutevole delle cose, di rendere gli effetti atmosferici, le vibrazioni della luce e l'impressione istantanea che la realtà fenomenica genera sull'occhio.
Nella produzione di Renoir, tra i capolavori di questa fase possono essere senz'altro annoverati Après le bain e la Moulin de la Galette, in cui i soggetti sono colti en plain air nella piazza di Montmarte, dove la domenica solevano ritrovarsi a danzare. La verità della scena è rafforzata dalla presenza, all'interno del dipinto, di alcuni amici dell'artista, ma il suo interesse è focalizzato sulla folla brulicante e sugli effetti luministici, ottenuti per mezzo del colore, evitando toni scuri e giustopponendo macchie di pigmento. L'effetto di moto vorticoso è ottenuto tramite linee oblique e sovrapposizioni delle figure.
2. Gli italiani attivi a Parigi durante la stagione impressionista.
Mentre si sviluppa la breve parabola dell'Impressionismo, a Parigi operano alcuni artisti italiani: il ferrarese Giovanni Boldini (1842 - 1931), che si trasferisce nel 1871 - rapidamente arruolato dal mercante Adolphe Goupil trovandovi una seconda patria e diventando anche un protagonista della vita mondana della ville lumiére, il pugliese Giuseppr De Nittis (Barletta, 1846 - Saint-Germain-en-Laye, 1884), a Parigi dal 1867, molto vicino per temi, tecnica e atmosfera agli impressionisti; il veneziano Federico Zandomeneghi (1841 - 1917), sensibile interprete di soggetti femminili, trasferitosi a Parigi, dove si lega in particolare a Renoir e a Edgar Degas, e dal 1879 partecipa alle mostre del gruppo impressionista. A sè stante è Medardo Rosso (Torino, 1858 - Milano, 1958), che si stabilisce definitivamente nella capitale francese più tardi, nel 1889, risente perciò di un clima differente, dando vita a una scultura di straordinaria originalità, che nel tentativo di evocare l'apparizione "atmosferica" delle figure attraverso una modellazione delle superfici che sfaldai contorni, è da molti ritenuta il più aderente corrispettivo plastico della pittura degli impressionisti.
3. I primi ripensamenti di Renoir sull'Impressionismo
Già verso la fine degli anni Settanta Renoir era scosso da una profonda inquietudine creativa, che nel 1881 contribuì a indurlo a compiere in primavera un soggiorno ad Algeri, e poi, in ottobre, a intraprendere un viaggio in Italia: un tour che ebbe inizio a Venezia, dove fu colpito da Carpaccio e Tiepolo e proseguì brevemente a Firenze, mentre trovò una meta fondamentale a Roma. Un'ulteriore meta del viaggio fu il golfo di Napoli, con puntate a Sorrento e a Capri: scoprì le pitture pompeiane e i capolavori antichi esposti nel museo archeologico. Infine, dopo un periodo in Calabria, andò a Palermo.
Nella Bsigneuse blonde la modella ventiduenne Aline Charigot, è ritratta come una Venere dalla Carnagione quasi levigata, in un'armonia di rosa, malva e grigi davanti a un mare azzurro che, stando alla testimonianza dell'autore stesso, sarebbe quello della baia di Napoli.
In mostra le opere di Renoir sono poste a confronto con capolavori di Carpaccio, Tiziano, Tiepolo e Ingres.
Approfondimento su Renoir e Wagner
L''incontro tra Renoir e il grande compositore tedesco Richard Wagner avvenne a Palermo nel gennaio del 1882. Il musicista posò posò per un ritratto, ma non si concesse, stando alla testimonianza dell'artista, che per trentacinque minuti. Il dipinto che probabilmente non piacque Wagner, dandone un giudizio negativo. Renoir ne ricavò successivanente una litografia.
$.Un moderno classicismo: il mito antico
Mentre le tendenze dominanti virano verso il Postimpressionismo da una parte e il Simbolismo dall'altra, Renir dà vita a un'arte che costituisce una precoce avvisaglia di una nuova sensibilità che sarebbe divenuta assai diffusa dopo il conflitto mondiale, dipingendo in un possente stile neo-rinascimentale, dove i toni caldi e scintillanti mutuati da Rubens e il paradigma dei grandi maestri italiani del passato si coniugano con riferimenti a un'iconografia mitica. Renoir anticipa in tal modo vari aspetti del rappel à l'orde. Quella che è apparsa a non pochi un'involuzione era, in realtà, una premonizione di molta della pittura e della scultura che si sarebbe sviluppa tra le due guerre.
5 Le bagnanti
Nell'affrontare il tema delle bagnanti e il nudo femminile, già dagli anni Novanta dell'Ottocento Renoir imprime nella pennellata una plasticità materica, in grado di saldare la forma e la luce nel colore.
6 I paesaggi di Renoir
Per quanto Renoir si ritenesse prevalentemente un "pittore di figure", non disdegnò di dedicarsi anche al paesaggio, già negli anni Settanta, dunque in piena stagione impressionista, e poi a seguito nel Midi, in Algeria e in Italia, e dall'acquisto nel 1898 di una casa a Essoyes, e nel 1907 si una tenuta a Cagnes-sur-Mer, in Costa Azzurra.
I paesaggi di Renoir sono posti a confronto con quelli di artisti italiani della generazione successiva: Enrico Paolucci e Arturo Tosi e anche Carlo Carrà, colto nella sua stagione naturalistica degli anni Trenta.
/ La natura Morta
<<Dipingere fiori riposa il mio cervello. Non mi costa lo stesso sforzo intellettuale di quando ho davanti una modella. Quando dipingo fiori, pongo sulla tela toni di colore, sperimento audaci valori, senza preoccuparmi di sprecare una tela. Con una figura umana non oserei tanto>>.
Dopo il tramonto della fase impressionista, l'artista ricomincia a cimentarsi con il genere della natura morta, già praticato in gioventù. La citazione sopra riportata aiuta a comprendere lo spirito con cui si fosse riavvicinato in particolare al tema floreale, ma forse risulta un po' riduttiva se osserviamo con attenzione un dipinto come Roses dans une vase (1900), dove la bellezza carnosa della pennellata costruisce le forme e dà loro corpo e plasticità.