Il viaggio oltre la vita.
Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e
realtà virtuale.
Fra le popolazioni preromane
emerge, per quantità di reperti artististici, quella etrusca. Già gli antichi
se ne chiedevano l’origine. Eròdoto (V secolo a.C.) riportava la tradizione,
raccolta da storici precedenti, che gli etruschi, guidati da Tirreno, sarebbero
trasmigrati in Italia dall’Asia Minore. Un altro storico, Dionigi di
Alicarnasso (I secolo a.C.), invece, ne sosteneva l’autoctonia e, quindi,
l’origine locale. Queste tesi antiche sono state variamente discusse, accettate
o confutate.
Ad esse se ne è poi aggiunta
un’altra, secondo la quale gli etruschi sarebbero scesi in Italia dal Nord,
passando attraverso le Alpi.
Sono tesi, tutte che hanno un
loro fondamento. Ma nessuna è completamente convincente. La discussione è,
forse, oziosa, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Il problema si pone
infatti per qualsiasi civiltà antica, né è possibile risolvero, perché le
origini di ogni popolo storico affondano le loro radici in un età, quella
preistorica, che, perché tale, è priva di documentazione.
Al problema delle origini si
aggiunge quello della lingua. Non è del tutto vero, come spesso si dice, che
noi la ignoriamo totalmente. Ne conosciamo l’alfabeto e molte parole; ma non
possediamo testi sufficientemente lunghi ed importanti da darci un’ampia
informazione storica.
Gli Etruschi, qualunque sia
la loro origine, erano stanziati nella regione che da essi prese il nome di
Etruria, compresa fra l’Arno a nord e il corso del Tevere a oriente e a sud, in
quella zona che oggi è formata dalla Toscana (il cui nome deriva da Tuscia,
come i latini chiamavano l’Etruria), dall’Umbria occidentale e dal Lazio
settentrionale fino alle soglie di Roma. Nel momento della loro massima potenza
(VII_VI secolo a.C.), estesero il loro dominio a sud, oltre il Tevere, fino in
Campania e a nord, al di là dell’Appennino, dove sono etrusche le città di Misa
(Marzabotto), Fèlsina (Bologna), Spina e Adria. Più tardi, perduta l’influenza
su Roma con la cacciata dell’ultimo re, l’etrusco Tarquinio il Superbo (fine
del VI secolo a.C.), sconfitti dai greci nella battaglia navale di Cuma (474-473 a . C.), invasa dai Celti
la valle padana, gli etruschi vedono ridotta la loro prevalenza in Italia;
finchè caduta Veio nel 396 a .C.,
sconfitti dai romani un secolo dopo nella battaglia del Sentino (295 a . C.), anche essi
entrano gradualmente nell’orbita della nuova grande civiltà di Roma in continua
espansione, unificandosi e confondendosi con le altre genti italiche.
Politicamente, anche
all’epoca della loro massima potenza, gli etruschi non costituiscono uno stato
unitario. Anzi ognuna delle loro città forma un piccolo stato autonomo (simile
alla polis greca), tutt’al più
federato con le altre, come nella dodecàpoli
(<<lega delle dodici
città>>). I centri abitati – come quelli micenei – sorgono per lo più, in
cima a colli e sono protetti da mura. Basta ricordare alcuni esempi ancora
esistenti: Fiesole, Cortona, Chiusi, Perugina, Volterra e così via. L’impianto
urbanistico di queste città è condizionato dagli scoscendimenti naturali. Ma
non privo di una regola ordinatrice, che più chiaramente è possibile conoscere
in una città come Marzabotto, sorta in pianura sulle rive del Reno, in Emilia.
Nata da un’idea di Genus Bononiae Musei nella Città, Fondazione
Cassa di Risparmio in Bologna e Museo Nazionale di Villa Giulia, implementata
fortemente da Cineca con un progetto
scientifico e tecnologico senza precedenti, ha inaugurato fino al 22 febbraio a
Palazzo Pepoli Museo della storia di
Bologna la mostra Il viaggio oltre
la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale.
Realizzata in collaborazione
con l’Università di Bologna, la Soprintendenza per
Beni archeologici dell’Emilia Romagna e dell’Etruria Meridionale, la grande
mostra dedicata alla civiltà Etrusca focalizza l’attenzione su un aspetto tanto
affascinante quanto complesso: il ricco immaginario di questo antico popolo nei
confronti dell’aldilà. Un tema senza tempo affrontato da molteplici punti di
vista: accanto ad una rigorosa parte storico-scientifica che permette di
ammirare una serie di incredibili reperti, alcuni dei quali visibili per la
prima volta al di fuori di Villa Giulia, vi è una sezione basata sulle più
evolute tecnologie in ambito di realtà virtuale e dei più avanzati aspetti
della multimedialità che riescono a creare ambienti immersivi e situazioni
interattive, coniugando scienza, arte ed effetti spettacolari in un perfetto
equilibrio espressivo.
Il Museo di Villa Giulia di Roma, con questa mostra, si apre alle nuove
tecnologie, accogliendo all’interno del suo percorso – primo Museo Nazionale
d’Italia – un nuovo film d’animazione 3D con la partecipazione di Sabrina
Ferilli. Accanto al cartoon, che racconta la storia dell’etrusca Veio, figura
nella parte romana della mostra una riproduzione in ologramma della celebre
Situla della Certosa e l’esposizione di una stele felsinea di particolare
pregio.
Il tema centrale della mostra
“Il viaggio oltre la vita”, costituisce l’aspetto più affascinante della
civiltà etrusca, affrontato in mostra con l’obiettivo di svelare, attraverso
immagini e oggetti, le concezioni sull’Aldilà.
La mostra presenta capolavori
del Museo di Villa Giulia alcuni dei
quali esposti per la prima volta fuori Roma: ceramiche figurate, sculture in
pietra e l’emozionante trasposizione di una Tomba dipinta di Tarquinia (La
Tomba della Nave),
le cui pareti affrescate sono
state “strappate” dalla camera originale e rimontate in pannelli in maniera
tale da ricostruire interamente l’ambiente tombale all’interno del Museo della
Storia di Bologna. Si possono inoltre ammirare raffinati vasi attici da tombe
etrusche tra cui il celebre Cratere di
Euphronios, trafugato e poi restituito all’Italia dagli Stati Uniti, e due Sculture in pietra da Vulci e da Cerveteri.
Il Sarcofago degli sposi è il monumento-simbolo della civiltà etrusca, diventa
per la prima volta oggetto di una spettacolare
ricostruzione virtuale nella sala della Cultura del Museo della Storia di
Bologna, realizzata con le più avanzate tecnologie disponibili.
Maria Paola Forlani
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