Affinità Elette
La collezione di Nanda Vigo: opere e
relazioni tra i più importanti artisti europei degli anni Sessanta
Alla Galleria d’Arte Moderna
“Raccolta Lercaro”
Il nucleo originario della
Raccolta Lercaro – che fa parte della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro –
risale al 1971, quando quattro artisti bolognesi (Aldo Bonzagni, Pompilio
Mandelli, Enzo Pasqualini, Ilario Rossi) donarono diverse loro opere al
Cardinale Giacomo Lercaro (1891-1976), allora Arcivescovo Emerito di Bologna,
in occasione del suo ottantesimo compleanno. Se da un lato veniva così
riconosciuta l’attenzione che egli aveva sempre riservato all’arte, dall’altro
si gettavano le basi per una vera e propria collezione di pittura e scultura.
Attorno al nucleo originario
ruotano le successive donazioni. Col tempo, infatti, sono state acquisite opere
di grande importanza, soprattutto grazie ai rapporti intrattenuti
dall’Arcivescovo con artisti di valore internazionale come Giacomo Manzù o
Francesco Messina.
Nessun vincolo era ed è dato al
soggetto per entrare nella Raccolta Lercaro.
<<l’arte, afferma il
Cardinale Giacomo Lercaro – ha un’intrinseca dimensione religiosa>>.
L’espressione artistica è considerata come luogo di una testimonianza, di una
ricerca di senso da accogliere tutti i suoi aspetti. Alla morte del Cardinale,
il Presidente della Fondazione nel frattempo costituita, Mons. Arnaldo
Fraccaroli, decise di rivedere l’esposizione della collezione, destinandole uno
spazio specifico.
Nel 1989 la Raccolta Lercaro
si presentò come Galleria d’Arte Moderna di Villa San Giacomo. Al direttore
Franco Solmi (1989) seguì, dal 1989 al 2005 Marilena Pasquali. Mons.
Fraccaroli, nel frattempo, iniziò delle vivaci collaborazioni con Franco Farina
(fondatore delle Gallerie d’Arte Moderna e contemporanea di Palazzo dei
Diamanti di Ferrara) e con don
Franco Patruno (direttore dell’Istituto di Culura Casa Cini
di Ferrara).
L’esperienza fu assai
prolifica di interventi e conferenze da parte dei due valenti ‘protagonisti
estensi’, ma, soprattutto, fu un approccio verso i giovani per guidarli a nuove
abilità di ricerca e schedatura all’interno della Fondazione Lercaro.
L’evento che ha maggiormente
segnato la svolta nell’attività della Raccolta negli ultimi anni risale al 2003
con l’inaugurazione di nuovi spazi espositivi in via Riva Reno, grazie al
determinante contributo della Fondazione Caribo. Il nuovo direttore Andrea
Dall’Asta S.I.,( già direttore del Centro San Fedele di Milano) ha ripensato
i percorsi espositivi per
permettere l’acquisizione di nuovi spazi destinati a mostre temporanee e dalla
promozione di diverse attività culturali.
Tra i nuovi grandi eventi che
aprono il 2016 della Raccolta Lercaro è
la realizzazione di un’importante mostra dal titolo Affinità Elette. La collezione di Nanda Vigo: opere e relazioni tra i
più importanti artisti europei degli anni Sessanta. A cura di Andrea
Dall’Asta S.J, con testi storico critici di Marco Meneguzzo, aperta fino
all’8 maggio 2016. Le
<<affinità elette>> sono quelle personalità che Nanda Vigo ha incontrato
e <<eletto>> a interlocutori del proprio lavoro e delle sue
preferenze in campo artistico, presenti in mostra, come Lucio Fontana , Heinz Mack,
Piero Manzoni, Christian Megert, Jan Schoonhoven, Günther
Uecker…
In modo particolare,
nell’esposizione, si rivela centrale un nucleo di opere che ripercorre il
sodalizio tra Piero Manzoni, morto nel 1963, e Nanda Vigo. I due artisti sono
qui riuniti per la prima volta, facendo emergere sia la loro ricerca artistica,
di estremo interesse anche dal punto di vista storico, sia la loro relazione
personale, che si intreccia con i maggiori gruppi e movimenti artistici
dell’epoca come il grande Movimento Zero, a cui hanno partecipato da Lucio Fontana a Yves
Oleine, da Otto Piene a Heinz Marck…
Siamo
tra la fine degli anni’ 50 e gli inizi degli anni’ 60. È
questo per la città milanese un periodo particolarmente intenso, complesso ed
estremamente fecondo per l’arte del Novecento, che vede Milano uno dei centri
di maggiore interesse a livello internazionale. Così, alla fine degli anni’ 50,
numerosi sono i fermenti che intendono scardinare le consuetudini artistiche e
culturali. Ricordiamo solo a titolo di esempio come nel gennaio del 1957
Alberto Burri esporrà nella Galleria il Naviglio i suoi quadri materici, uno
tutto nero e un altro tutto bianco con stracci, e Lucio Fontana nel 1958
agirà sulla tela con i suoi tagli, negando in questo modo la superficie
pittorica, per spingersi verso un <<oltre>>, un <<al di
là>>. È questo un periodo storico che vede il fiorire del
grande cinema neo-realista italiano, con autori di primo piano come Federico
Fellini, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti.
Piero Manzoni, alla mostra della Raccolta
Lercaro, è presente con i suoi primi esperimenti, che comprendono anche le
ricerche nucleari, sino alla realizzazione di alcuni strepitosi Achrome, con un’importante
<<barba>> del 1961-62. L’esposizione costituisce un piccolo quanto
intenso spaccato dell’attività di un autore che ha realizzato opere celeberrime
come quelle del Socle du Monde o delle
Uova, o come le piccole impronte su
carta, fino alla scatola di Merda
d’artista: prove, tentativi, passaggi fondamentali nella storia dell’arte,
posti come punti di partenza per ricerche sullo statuto ontologico dell’opera
d’arte, così profondamente mutato nel XX secolo, sulle contraddizioni tra arte
e mercato. Piero Manzoni è stato confirmatario del Manifesto contro lo stile con il Guppo Nucleare, con cui espone alla mostra <<Movimento Arte
Nucleare>> presso la Galleria San
Fedele di Milano nel 1957.
Si proclama, così, la caduta di ogni stile,
prendendo una chiara posizione polemica <<contro la sclerosi delle
trovate stilistiche e contro il mito dello stile quale traduzione formale della
coerenza dell’artista>>.
Anche il lavoro di Nanda Vigo
si inserisce pienamente in questo clima culturalmente così vivace.
Significativa è la sua vicinanza con i maggiori artisti italiani e stranieri
del tempo. Di estremo interesse è la sua adesione al Gruppo Zero, movimento artistico nato in Germania tra gli anni’ 50
e ‘ 60, che si diffonde presto in tutto il mondo, segnando una rottura
definitiva con i dogmi dell’arte tradizionale: un cambiamento epocale, nel desiderio
di <<ripartire da zero>>.
Nel’ 59, l’artista, progetta
le Torri Cimiteriali per Cimitero di Rozzano e la Zero Hause , primo
ambiente abitabile ZERO, completamente bianco, se non per l’uso di opere di
Enrico Castellani e Lucio Fontana. Anche la sua poetica si fonda sull’assenza
del colore, sostituito dalla luce naturale o artificiale, visibile nelle opere
di questi anni, che affrontano il rapporto spazio-tempo, luce-trasparenza, da
cui il nome dei lavori: Cronotopo (Cromo-Topos).
Nanda Vigo è presente nella
mostra della Raccolta Lercaro con una selezione di importanti opere storiche,
tra i quali, appunto, i celebri Cronotopo
(1960).
Questi lavori, ideati in
maniera interdisciplinare nell’arte, nel design e nell’architettura, consistono
in vere e proprie sperimentazioni, facendo un uso sapiente della luce.
Attraverso l’uso di materiali industriali come vetro e l’alluminio, l’artista
realizza opere che si pongono come filtri visivi della realtà in cui siamo
immersi.
Maria Paola Forlani
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