A
nostra immagine
Scultura in terracotta del Rinascimento
Da Donatello a Riccio
Un omaggio a una
materia povera e fragile, la terracotta; un omaggio alla grande tradizione di
plasticatori che hanno operato nel territorio diocesano (che tocca le province
di Padova, Venezia, Vicenza, Treviso e Belluno), popolando chiese, sacelli,
capitelli, conventi, abbazie, monasteri e dimore private di sculture
delicatissime ma di grande pregio e segno di una devozione diffusa; un omaggio
alla grande eredità di Donatello che ha favorito nuovi slanci e originali esiti
artistici al Rinascimento padovano. La mostra “A nostra immagine. Sculture in terracotta dal Rinascimento Da
Donatello a Riccio “rimarrà aperta
fino al 2 giugno 2020 nelle Gallerie di Palazzo Vescovile di Padova (Museo
diocesano).
Ventuno sculture
in terracotta raccontano un’epoca, fanno respirare il clima delle botteghe
artistiche padovane tra fine Quattrocento e primo Cinquecento, disegnano il
panorama di una devozione popolare che si sofferma a meditare e pregare di
fronte a manufatti che racchiudevano i grandi misteri della fede: dalla
tenerezza materna di Maria, nelle numerose e diffuse Madonne con Bambino Pietà Compianto sul Cristo
morto.
La dolcezza di
Maria che tiene in braccio il bimbo e il gioco di sguardi si scontra con il
grido di dolore delle dolenti e con la tragica ma composta sofferenza di Maria
che sostiene il Cristo morto, in un percorso che va dalla vita alla morte,
dalla gioia al dolore, ma che racchiude il senso dell’umano e del divino che
c’è nell’uomo: A nostra
immagine, appunto.
La mostra del
Museo diocesano di Padova, curata dal direttore del Museo Andrea Nante e dal
conservatore Carlo Cavalli, (Catalogo edito da Scripta edizioni), rappresenta
una prestigiosa operazione culturale, indirizzata a una “categoria” di opere,
quelle in terracotta, che proprio per la peculiarità del materiale – umile,
fragile e facilmente distruttibile – rischia di non aver il giusto
riconoscimento.
Come è tradizione
nella storia del Museo diocesano di Padova – che durante questa esposizione
celebra i suoi 20 anni di attività (2000-2020) – le mostre tematiche
rappresentano spesso l’esito di importanti campagne di restauro e di studio,
avviate insieme all’Ufficio diocesano Beni culturali, volte a recuperare un
patrimonio artistico ricco e diffuso, e sostenuto dal progetto “Mi sta a cuore”
che sensibilizza anche il privato e la società civile nella cura di questi
capolavori.
In questo
particolare caso, ben quattro opere in terracotta policroma sono state oggetto
di recupero, studio e restauro, con approccio multidisciplinare.
Il valore della
mostra A nostra immagine
sta nelle parole del direttore del
Museo diocesano e curatore Andrea Nante <<A
Padova ha lavorato per anni Donatello, la sua bottega era proprio a ridosso
della Basilica di Sant’Antonio, Donatello ha fatto scuola in città e dopo di
lui altri artisti – Bellano, Giovanni De Fondulis, Andrea Riccio –arrivarono e
diedero vita a capolavori in pietra, marmo, bronzo e terracotta. Lavorare a
questa mostra ci ha permesso di recuperare storie che non conoscevamo, alcune
ricche di aneddoti, altre che ancora ci incuriosiscono; di portare
letteralmente alla luce alcuni “inediti”, una fra tutte la “Madonna del
monastero della Visitazione”, la cui destinazione originaria è ancora avvolta
nel mistero. E grazie alle ricerche avviate la mostra ci ha permesso, con l’aiuto
di qualificati studiosi, di confermare alcune attribuzioni e anche di darne di
nuove, come è il caso della Madonna che proviene dal Museo del Bargello di
Firenze, finora ritenuta di Antonio di Chellino, che Francesco Cagliotti
attribuisce ora a Pietro Lombardo>>.
La mostra
presenta esempi della produzione artistica in terracotta, sviluppatasi
particolarmente nell’area padana proprio
per la facilità di recupero della materia prima, accanto ad
alcune sculture in terracotta provenienti dal
Museo del Louvre (una Madonna
con Bambino di Donatello),
dal Museo del Bargello e da collezioni private. Presente anche la copia in
gesso dipinto della cosiddetta Madonna
Borromeo, il cui originale, attribuito recentemente a Giovanni di Pisa, allievo
di Donatello a Padova, dalla chiesa parrocchiale di Lissaro (Pd) è giunto dopo
una serie di peripezie al Kimbell Museum di Forth Worth, in Texas.
Nell’occasione
della mostra è possibile ammirare ricomposto il Compianto di Andrea Riccio, oggi diviso tra la chiesa
padovana di San Caziano e i Musei Civici di Padova.
Esposti anche
alcuni inediti, tra cui una Madonna con
il Bambino, di Santa Chiara
in età napoleonica, custodita fino a poco tempo fa nella clausura del Monastero
della Visitazione di Padova, e ora restituita al suo aspetto originario dopo un
importante restauro.
Per la prima
volta vengono presentati, in una suggestiva istallazione, i frammenti
superstiti di una Deposizione, gravemente danneggiata nel bombardamento della
chiesa di San Benedetto a Padova dell’11 marzo 1944.
La Madonna col Bambini (Madonna Vettori) di Donato di Nicolò detto Donatello (Parigi,
Museo du Louvre), capolavoro fulcro della mostra, è un’opera di devozione
domestica ed è una delle più importanti e spettacolari tra le tante che furono
realizzate da Donatello nell’arco di mezzo secolo, o almeno tra quelle che sono
giunte sino a noi, in numero evidentemente ridotto.
M.P.F.
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