Caravaggio – Bernini. Il Barocco a Roma
Grazie al
catalogo riccamente illustrato: Caravaggio-Bernini. Vrorge barok in Rome.
Edizione in lingua: nederlandese e inglese. Casa editrice: Hannibal (prezzo:
39.95 Euro) è possibile percorrere la bella mostra, curata da studiosi
italiani: Simone Ferresine e Andrea Trimarchi, sul barocco, aperta fino al 7
giugno al Rijksmuseum di Amsterdam.
Barocco romano
Spirito artistico
arrivato nei Paesi Bassi e che ha portato un tocco di allegria italiana alla
cultura sommessa e austera che ha caratterizzato il XVII secolo olandese
protestante. Il Barocco romano ha creato una rivoluzione artistica che si è
fatta sentire in tutta l’Europa di tradizione cattolica-romana.
Personaggi di
spicco sono stati il pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571 – 1610) e
lo scultore Gian Lorenzo Bernini (1598-1680). Intorno a questi due geni si sono
riuniti molti talenti artistici. La Città eterna nei primi decenni del XVII
secolo è al centro di un vero e proprio “boom” in campo artistico. In un
periodo breve, Roma diventa una fucina internazionale ricca di idee e correnti
artistiche nuove. Questo clima in fermento è il terreno fertile per far nascere
un nuovo stile, che sarà chiamato Barocco molto più tardi. Il termine barocco
probabilmente indicava la forma irregolare di una perla naturale. Più che in
altri movimenti artistici, pittori e scultori si ritrovano a lavorare insieme.
I protagonisti della mostra, Caravaggio, Bernini e gli artisti a loro più
vicini, incarnano questo gemellaggio artistico. Nelle loro opere si ritrova la
storia dell’enorme slancio artistico di Roma e delle innovazioni radicali
nell’arte tra il 1600 e il 1640. Il filo conduttore è dato dai termini
principali del vocabolario artistico dell’epoca, concetti come “meraviglia”,
“vivezza”, “moto”, “scherzo” oppure “terribilità”.
Caravaggio e
Bernini
Nella città
sulle sponde del Tevere il periodo barocco inizia quando Caravaggio comincia a
furoreggiare intorno al 1600
con i suoi dipinti, che manifestano una vena naturalistica del tutto nuova e
penetrate, dal potente chiaroscuro. Dalla sua arte radicale nasce un movimento
con molti seguaci, poi chiamati Caravaggeschi,
tra cui i Gentileschi padre e
figlia, Guido Borgianni, Bartolomeo Manfredi, Guercino, Giovanni Baglione e
Mattia Preti. Nel gruppo anche artisti olandesi come Ter Brugghen, van
Honthorst e van Baburen.
Alcuni anni dopo la morte di Caravaggio nel 1610, il
poliedrico Bernini mostra la sua vena artistica con una seri di immagini
impressionanti e tecnicamente virtuose, piene di movimento, drammaticità e
naturale vivacità. Nei decenni successivi, l’eredità scultorea di Caravaggio
viene ripresa dal Bernini ma con una nuova direzione che cambia completamente
il volto di Roma: le innovazioni si possono ancora ritrovare in ambiti diversi,
dai ritratti realistici alle tombe imponenti, dalle fontane scolpite
all’architettura ecclesiale.
Opere più
importanti
Le opere più
importanti della mostra sono il suggestivo Narciso
di Caravaggio, il Ragazzo morso da un ramarro, l’incoronazione
di spine, e le opere di
Bernini, di epoca giovanile Bacco, il commovente San
Sebastiano, il busto di Medusa, ma
anche rari ritratti marmorei di Thomas Baker, del cardinale Richeliu, e un
autoritratto. Sono esposti, tra gli altri, anche dipinti di Ludovico e Annibale
Carracci, Guido Reni, Giovanni Baglione, dei Gentileschi, di Nicola Poussin,
Simon Vouet e dell’eccentrico Tiziano da Varallo.
Sculture di Alessandro
Algardi, tra cui Sonno di marmo nero, la statua danzante del Fauno Rondinini del
fiammingo Franḉois
du Quesnoy, massimo esponente del Barocco romano e una statua equestre di
bronzo di Francesco Machi.
M.P.F.
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