800/900
Cultura e società nell’opera
Degli artisti ferraresi
Ho l’impressione che quasi
tutto ciò che in passato ho vissuto o
sentito perda in me immediata-
mente la forma originaria e non
sia più né descrivibile mediante
parole né riproducibile mediante
figure, ma che si trasformi invece
in una crisalide priva di forma: e
che debba essere appunto lo sfor-
zo vero di questo mio scrivere
quello di trasformare le innume-
revoli ed informi esperienze in
qualcosa di completamente di-
verso cosicchè lo scrivere corri-
sponda a un loro generale risve-
glio, alla formazione di nuove fi-
gure, laddove però queste non
potrebbero non essere collegate,
proprio attraverso la mia sensa-
zione, alle esperienze originarie
Peter Handke, Il peso del mondo
Nel paesaggio tra Ottocento e
Novecento la società si trasforma all’insegna delle esigenze della modernità:
si definiscono così nuovi modelli culturali e nuovi stili di vita. Artisti
ferraresi appartenenti a diverse generazioni – tra cui Giovanni Boldini,
Filippo de Pisis, Gaetano Previati, Achille Funi, Giuseppe Mentessi – raccontano
oltre un secolo di arte e di storia, cultura e società.
La mostra 800/900.
Cultura e società nell’opera degli artisti ferraresi, a
cura di Luciano Rivi, Andrea Sardo e Chiara Vorrasi, mette in dialogo 57
dipinti, sculture e disegni provenienti dalle Gallerie d’Arte Moderna e
Contemporanea di Ferrara, dalle Raccolte Assicoop Moderna §
Ferrara e BPER Banca, con l’intento di rileggere alcuni aspetti della vita
pubblica e privata tra Ottocento e Novecento: i mutamenti del territorio e
della città, gli effetti familiari, i luoghi del lavoro e dello svago,
l’immaginario letterario e le nuove forme della spiritualità
La selezione comprende autori ferraresi attivi tra la
seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento: interpreti della
scena internazionale, come Giovanni Boldini e Filippo de Pisis, e personalità
di primo piano del panorama italiano, quali Gaetano Previati, Achille Funi,
Roberto Melli, accanto a figure più o meno note al grande pubblico, da Giuseppe
Mentessi ad Alberto Pisa, da Aroldo Bozagni ad Arrigo Minerbi. A secondo dei
percorsi biografici e creativi, questi artisti ci hanno consegnato sguardi
ravvicinati sempre diversi sull’ambiente culturale e sociale di cui sono stati
testimoni, in quella stagione che segna l’avvento della modernità.
L’esposizione è frutto della sinergia tra pubblico e
privato per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico ferrarese. Dopo
la positiva esperienza di Situazione d’Arte (promossa
nel 2017 a Palazzo Crema insieme a GAMC e di Giuseppe Mentessi /
artista di sentimento (promossa nel
2018 alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara grazie alla collaborazione con le
Gallerie Estensi) il Comune di Ferrara, Assicoop Modena§Ferrara,
Legacoop Estense, ora insieme alla Direzione territoriale delle reti museali
dell’Emilia-Romagna – Museo di Casa Romei del Mibac, propongono di approfondire
la conoscenza di una parte assolutamente significativa del patrimonio collezionistico
ferrarese e, parallelamente, favorire la fruizione di opere che, per motivi,
non sono accessibili al pubblico salvo esposizioni temporanee. Le collezioni
Assiccop e BPER non dispongono ancora di una sede espositiva permanente a
Ferrara, mentre le raccolte civiche delle Gallerie d’Arte Moderna e
Contemporanea sono ricoverate in deposito dopo il terremoto del 2012, in attesa
del completamento del restauro di Palazzo Massari.
L’iniziativa, inoltre, rappresenta
un’ulteriore opportunità di valorizzazione del patrimonio artistico e
architettonico cittadino. Le tre sedi della mostra – Palazzina Marfisa d’Este,
Palazzo Bonacossi, Museo di Casa Romei – rappresentano rilevanti realtà museali
e costituiscono un significativo complemento al percorso espositivo, anche
attraverso il dialogo tra diverse testimonianze storico-artistiche: a Palazzina
Marfisa d’Este, Palazzo Bonacossi, Museo di Casa Romei – rappresentano
rilevanti realtà museali e costituiscono un significativo complemento al
percorso espositivo, anche attraverso il dialogo tra diverse testimonianze
storico-artistiche: a Palazzina Marfisa d’Este, l’ambientazione a dimora
privata rinascimentale ospita una selezione di opere che documentano, in ambito
moderno, situazioni di vita familiare e lavorativa, mentre, a Palazzo
Bonacossi, un nucleo di dipinti, sculture e disegni otto-novecento sul tema
della memoria dell’antico stabilisce un nesso con il Museo Rinaldi, che
conserva le collezioni d’arte e di antiquariato riunite nel Settecento dal
cardinale ferrarese. Infine Casa Romei, l’esposizione propone due sezioni
dedicate all’immaginario storico-letterario ed al sentimento religioso mettendo
in relazione, attraverso specifiche scelte di allestimento, gli affreschi e le
sculture medievali e rinascimentali a soggetto sacro ospitati stabilmente dal
Museo con sculture e dipinti moderni a carattere devozionale.
Tra gli scultori presenti, nelle
collezioni ferraresi, non si può dimenticare Arrigo Minerbi, ( apparso nell’edizione della
Biennale di Venezia del 1932, con una mostra individuale) lo scultore
prediletto da D’Annunzio e già invitato alla Biennale di Venezia del 1912. Una
decina di pezzi attestano la vera creatività <<copiosa e pura>> di
Minerbi, che i natali a Ferrara <<terra bassa, ma epica, fortile di biade
e canapa, ma anche ingegni creatori e poeti della pittura>> spingono il
curatore Alberto Neppi all’accostamento con Alfonso Lombardi.
Il richiamo alla tradizione plastica
cinquecentesca è tutt’altro che fuori luogo, sia per i materiali (terracotta,
marmo e bronzo) sia per l’aderenza <<infallibile al reale>> dei
suoi busti esemplificata nel ritratto di Eleonora Duse del 1927 (Milano, Museo
della Scala). Un realismo espresso <<in forme sempre controllate e di
autonomo respiro>> particolarmente adatto alla scultura funeraria, genere
che negli anni Venti impegna Minerbi in una intesa attività soprattutto per
committenti privati e lo allontanano per un lungo tempo dalle massime
competizioni artistiche nazionali.
M.P.F.
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