Der Blaue Reiter
Tutto ha inizio da un’accesa discussione. Il 2 dicembre 1911 Vasilij Kandinskij, Franz Marc e Gabriele Münter annunciano che avrebbero lasciato l’associazione di artisti Neu Künstlervreingung di Mnaco (che li aveva esclusi da un’esposizione) e a distanza di due settimane allestiscono una contro-mostra alla Galleria Thannhauser. Nasce così il Blaue Reiter, uno dei primi gruppi di artisti trasnazionali del Novecento, cui ora la città bavarese, fino al 5 maggio 2023, dedica un’ampia mostra, allestita alla Lenbachhaus.
“L’intera opera che chiamiamo arte non conosce confini né nazioni, ma solo l’umanità”. Questo il mantra che stava alla base del loro almanacco Der Blaue Reiter (il Cavaliere azzurro). Lo stesso credo ispira via via i membri del gruppo – tra cui August Macke, Alfred Kubin, Maria Marc ed Elisabeth Epstein – tutti rappresentati alla Lenbachhaus di Monaco, che già vanta una corposa collezione permanente del gruppo. Per l’occasione sono state selezionate opere provenienti anche da altri musei e collezioni private, esposte in una prospettiva non solo estetica e storica, ma con l’intento di approfondire anche i rispettivi contesti spirituali, sociali e politici. Gli adepti infatti sostenevano una concezione globale ed egualitaria dell’arte non solo a parole, ma anche nei dipinti e nei fatti.
Almeno
fino alla Prima guerra mondiale che li costrinse a sciogliersi.
La mostra inoltre offre la prima panoramica completa delle molteplici ispirazioni che gli artisti hanno tratto da xilografie giapponesi, arte popolare bavarese e russa, fino a sconfinare in quel mondo lontano, dalla Nuova Caledonia al Messico, allora ancora sottovalutato dalla cultura occidentale.
M.P.F.
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