Le signore dell’arte
Si è aperta fino al 6 giugno la mostra “Le signore dell’arte”, nella sede di Palazzo Reale, a Milano, nel contesto de “I talenti delle donne”, il progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune che è dedicato alle donne protagoniste del pensiero creativo, delle figure esemplari del passato alle molte testimoni di oggi nel mondo dell’arte, della cultura, dell’imprenditoria, dello sport, della scienza.
La mostra “Le Signore dell’Arte”. Storie di donne tra “500 e 600”, capaci di distinguersi nonostante le difficoltà del tempo, presenta oltre 150 opere esposte, realizzate da autrici come Artemisia Gentileschi, Sifonisba Anguissola e Lavinia Fontana.
L’esposizione “in rosa” nasce per riscoprire in particolare l’arte e le incredibili vite di 34 diverse artiste capaci di una singolare abilità creativa, in grado di esprimere la vita di donne già “moderne” per quei tempi. In mostra sia artiste più note, ma anche altre meno conosciute al grande pubblico, che sono delle vere e proprie scoperte: come la nobile romana Claudia del Bufalo, che entra a far parte di questa storia dell’arte al femminile, mentre altre opere vengono esposte per la prima volta.
Le curatrici sono Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié mentre le opere selezionate per la mostra provengono da ben 67 prestatori e musei di tutta Europa.
La mostra presenta non solo la capacità artistica di queste pittrici, ma, più di tutto, anche il ruolo sociale che hanno rivestito nel loro tempo, alcune affermate presso le grandi corte internazionali, altre vere e proprie imprenditrici, determinate a significare nell’arte i loro ideali di vita.
Tra tutte le artiste esposte in mostra a Palazzo Reale, la più nota al grande pubblico per celebrità è Artemisia Gentileschi. Figlia del pittore Orazio, artista e imprenditrice, è artefice di quadri che la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca e il suo successo la porta allo scarto della sua categoria sociale; un esempio di lotta contro l’autorità e il potere artistico paterno, contro il confinamento riservato alle donne.
Di Sofonisba Anguissola, cremonese che visse oltre 10 anni alla corte di Filippo II a Madrid, per poi spostarsi in Sicilia dove fu visitata da Antoon van Dyck nel 1624, sono esposti tra gli altri la “Partita a scacchi” (1555), e per la prima volta la “Pala della Madonna dell’Itria” (1578). E ancora Lavinia Fontana, bolognese e figlia del pittore manierista Prospero Fontana in mostra con 14 opere tra cui l’ “Autoritratto nello studio” (1579), la “Consacrazione alla Vergine” (1599) e alcuni dipinti di soggetto mitologico.
Di grande impatto anche la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, in mostra con tele nelle quali vengono portati sulla scena il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile; Ginevra Cantofoli, con l’opera della seconda metà del XVII secolo, “Giovane donna in vesti orientali” del 1596; infine Giovanna Garzoni che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare pergamene.
M.P.F.
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