Le donne che hanno scritto la
storia di
Ravenna
Ravenna
è una città costruita dalle donne. Donne determinate che hanno visto in Ravenna
un luogo da cullare. Donne innamorate che hanno intrecciato le loro vite con
personaggi influenti della storia e della cultura, lungo gli assi geografici
d’oriente e di occidente.
In
un tour magico è bello pensare a Ravenna come la città
della passione e dell’amore femminile e scoprirne la vita e i personaggi che
hanno fatto la storia di Ravenna attraverso un percorso fatto di guerre, amori
e leggende vissute dalle donne di un’epoca, attraverso le loro imprese e
visitando i luoghi che le hanno rese indimenticabili…
Galla Placidia: nata a Costantinopoli nel 388/932 d.C., - a Roma, muore il 27 novembre 450. Figlia dell’imperatore
Teodosio I (che regnò dal 378 al 395) e della sua seconda moglie Galla.
Nipote
di tre imperatori, figlia di uno, sorella di due, moglie di un re e di un
imperatore, madre di un imperatore e zia di un altro, la nobilissima Galla
Placidia fu dapprima ostaggio presso i Visigoti, poi loro regina; attraverso il
suo matrimonio con re Ataulfo, e la nascita del loro figlio Teodosio
rientrarono in una politica di avvicinamento tra barbari e Romani, ma la morte
del bambino e quella del sovrano posero fine a questa possibilità.
Galla
sposò l’imperatore Costanzo III, ottimo generale e collega di suo fratello,
l’Augusto Onorio, ma la morte del consorte fu seguita da un rapido degrado dei
rapporti con l’imperatore e Galla dovette rifugiarsi con i due figli a Costantinopoli,
alla corte del nipote Teodosio II. A seguito della morte di Onorio, salì al
trono un usurpatore; con l’aiuto dell’esercito orientale, Galla tornò in
Occidente, depose l’usurpatore e pose sul trono il giovanissimo figlio
Valentiniano III, per il quale fu reggente.
Nei
dodici anni in cui regnò sull’impero romano d’Occidente, Galla dovette gestire
il confronto fra tre potenti ed influenti generali, Costanzo Felice, Bonifacio
ed Ezio. Dopo che quest’ultimo emerse vincitore, Galla ne ostacolò le mire di influenza
su Valentiniano.
Gli
ultimi anni furono caratterizzati dalla gestione della turbolenta figlia di
Onoria e dal coinvolgimento nelle vicende religiose: fu una fervente cristiana,
intransigente verso le ultime espressioni del paganesimo. La leggenda narra che
quando Galla Placidia stava raggiungendo Ravenna per esercitare la reggenza
dell’impero fu sorpresa da una tempesta: per intercessione di San Giovanni
Evangelista riuscì ad approdare a Ravenna, nel punto in cui oggi sorge la
Basilica di San Giovanni Evangelista. Inoltre a Ravenna fu promotrice della
costruzione di molti edifici sacri. Oggi la sua reliquia è ospitata a Roma, ma
a Ravenna sorge l’edificio funebre voluto dall’imperatrice stessa: il Mausoleo
di Galla Placidia.

Amalasunta: nata a Ravenna il 495 d.C e figlia di
Teodorico re degli Ostrogoti. Fu donna nobile, figlia, sposa, madre di re, e
regina di Ravenna. Morto Teodorico, ella assunse la reggenza che segnò i
migliori anni del regno del padre. Una donna molto determinata, bella, di
grande intelligenza e dal carattere forte e virile. Fra le sue molte virtù, un
solo difetto, che le fu fatale: un amore smodato per il potere. Amalasunta
volle completare la fusione tra Romani e Goti: l’impresa era superiore alle sue
forze, e la sua sconfitta fu anche la sconfitta di un ambizioso progetto
politico. Governò Ravenna con grande saggezza e senso di giustizia, ma la
leggenda narra che la grande amicizia con Giustiniano la portò a una morte
ancora oggi misteriosa. Si dice che Teodora, che non era nata in un letto
regale e si era conquistata il trono attraverso un uomo, temeva Amalasunta
tanto da cospirare contro di lei: intuiva in lei una rivale pericolosa e
diffidava della leggerezza di suo marito Giustiniano. Infatti, sembra che la
morte della regina di Ravenna sia dovuta ad una trappola mortale di Teodora,
sulle rive dell’isola di Martana.

Teodora: nata nel 500, donna dalle umili origini,
libera, spregiudicata, ma imperatrice coraggiosa. Essa attraversò il
Mediterraneo dalla Libia alla Siria e, nel 521 d.C, al suo ritorno a
Costantinopoli divenne la donna del futuro imperatore romano, Giustiniano.
Dimostrò astuzia e forte carattere tanto che si dice che Giustiniano si facesse
consigliare da lei per le decisioni che riguardavano il regno, in quanto lui
più debole e vigliacco. Giustiniano, per lei, stilò una legge che concedeva
alle ex attrici di sposare un uomo di rango superiore. Si sposarono e nel 527
vennero incoronati imperatori. Teodora costruì ospedali, orfanotrofi ed emanò
leggi volte a tutelare le prostitute. Essa fu una strenua paladina della
dignità e dei diritti delle donne, donna coraggiosa e indipendente. La sua
immagine continua ancora oggi a ispirare l’arte, il costume e l’estetica.
Teodora si occupò di interventi di riedificazione nei territori conquistati,
tra cui Ravenna. Teodora e Giustiniano non sono mai stati a Ravenna, ma è lì,
nella basilica di San Vitale che hanno fermato il tempo: la loro fu una vera
storia d’amore.

Francesca da Polenta da Rimini: figlia di Guido
da Polenta il Vecchio, signore di Ravenna. Francesca andò in sposa a Giovanni
Ciotto Malatesta, signore di Rimini, ma si innamorò perdutamente di Paolo suo
cognato. La loro storia è pura poesia: tra i due nacque un amore segreto che,
quando fu scoperto, venne punito con l’uccisione dei due amanti da parte del
marito Giovanni. Un amore tragico e appassionato il loro… che venne raccontato
da Dante nel II cerchio dell’inferno. Lei la prima donna viva e vera apparsa
sull’orizzonte poetico dei nostri tempi.
Teresa Gamba Guiccioli: nata a Ravenna nel 1800 da una
famiglia aristocratica, fu una contessa sorprendentemente attuale ed
anticonformista, dai principi liberali.
Ha
sempre amato la letteratura sin dai tempi della scuola (al convento di Santo Stefano
e al Collegio di Faenza). Essa ebbe tanti amanti, ma oggi viene ricordata
soprattutto per la sua indimenticabile storia d’amore con il poeta e politico
inglese George Byron. A dare testimonianza di questo amore le molte lettere
ritrovate che i due amanti si scambiarono nel corso della loro travagliata
storia d’amore. Teresa venne biasimata dai suoi contemporanei per le sue scelte
controcorrente rispetto ai clichè che volevano le donne del suo tempo spose e
madri, soggette al dominio del marito. Al contrario oggi è considerata donna
iconica e dalla forte personalità, guidata da ideali romantici e da uno stile
di vita libero ed insubordinato all’uomo. A lei Ravenna rende omaggio
ristrutturando la sua casa, dove visse con George Byron per 3 anni.

Anita Garibaldi: nata in Brasile nel 1821 il suo vero nome è
Anna Maria de Jesus Rebeiro da Silva, ma per tutti Anita. Questa donna è
ricordata nella storia per l’attrazione fatale che provò per Giuseppe Garibaldi
con il quale condivise coraggio, passione e giustizia. Fu Garibaldi a darle il
nome di Anita. Essa seguì la rivoluzione e insieme a lui approdò nella difesa
della Repubblica Romana; preludio della sua morte. Fu moglie coraggiosa e
fedele fino alla sua morte per cui i ravennati la ricordano con affetto: Anita
venne trovata morta nella fattoria Guccioli (RA), a soli 28 anni, ma conobbe i
sentimenti più veri e profondi. Di Anita oggi viene ricordato il suo coraggio e
il suo sacrificio per la causa italiana e la terra in cui è morta e l’ha amata
ancora profondamente.
M.P.F.