lunedì 20 luglio 2020

Dalla finestra vedeva Raffaello Andrea Emiliani


Vittorio Emiliani

Dalla finestra vedeva Raffaello
Andrea Emiliani
Una vita per il Bel Paese


È una notte stellata, limpidissima, le costellazioni brillano, ma mi paiono tremolanti, il fondo del cielo nerissimo a me bambino sembra come un cavo”
Il primo ricordo di Vittorio Emiliani, cronista di lungo corso ed ex direttore del Messaggero, sull’infanzia trascorsa con il fratello maggiore Andrea è quella di una notte “stellata limpidissima” nella piazza centrale di Urbino. Sono gli anni del fascismo e gli Emiliani, originari di Predappio e lontani parenti di Mussolini, sono appena arrivati in città: il padre, segretario comunale, è stato costretto a lasciare la Romagna perché non abbastanza allineato con il regime.
I fratelli crescono all’ombra di Palazzo Ducale, per poi trasferirsi in Emilia ed intraprendere carriere diverse: l’uno, Vittorio, sceglierà il giornalismo; l’altro, Andrea, si dedicherà allo studio della storia dell’arte e diventerà una figura chiave nella tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Andrea è scomparso a 88 anni, nel 2019. Ora suo fratello Vittorio gli dedica un’affettuosa biografia, intitolata Dalla finestra vedeva Raffaello. Andrea Emiliani, una vita per il Bel Paese (Carta Bianca editore).

Andrea Emiliani è stato uno dei più importanti storici dell’arte, museografi e soprintendenti, è nato nel 1931 a Predappio (Forlì), maturità classica a Urbino.
Raffaello e Barocci rimarranno fra i “suoi” pittori. Il primo una vera guida pure per la tutela del patrimonio. A Bologna all’Istituto di Storia dell’Arte, il primo maestro, Francesco Arcangeli, poi Cesare Gnudi soprintendente alle Gallerie di Bologna, Ferrara e Romagna, che lo assume ventenne come “salariato”.

Per 47 anni nell’amministrazione sarà direttore della Pinacoteca e Soprintendente. Partecipa subito all’allestimento delle biennali di arte antica create da Gnudi. Biennali che riprenderà nel ’75 con l’amato Federico Barocci. Opera con studiosi di tutto il mondo e con musei americani, tedeschi o francesi. Contribuisce a salvare e restaurare straordinari monumenti neoclassici: Palazzo Milzetti a Faenza, i teatri di Lugo e di Bologna. Con Pier Luigi Cervellati sviluppa in concreto il discorso sul recupero a fini residenziali dei centri storici fondati su una grandiosa campagna fotografica realizzata da Paolo Monti. Nel contempo matura, con le campagne di rilevamento di massa dei beni di intere vallate appenniniche, un metodo di lavoro che cambia la prospettiva stessa dell’opera di tutela. Su queste basi concorre a fondare l’Istituto Regionale per i Beni Culturali. Partendo dalla Lettera programmatica sul patrimonio artistico scritta nel 1519 a Leone X da Raffaello primo soprintendente della storia e da Baldassar Castiglione, studia e ripubblica i bandi granducali e pontifici, prime forme organiche di salvaguardia fra ‘500 e ‘800. In pensione, continua ad approfondire questi studi e a contribuire a mostre di ricerca fondate su anni di lavoro: L’Idea del Bello (Roma, 2000), ammiratissima, e La Celeste Galleria dei Gonzaga a Mantova (2002) ideata da Raffaella Morselli. Mai mostre di consumo. L’ultima, già malato, la dedica a Forlì all’amico Paolo Monti e alla sua formidabile documentazione fotografica su centro storico e territorio. Fra i lavori inediti, uno sulla prima legge di tutela del paesaggio (1905), promossa da Corrado Ricci e dal ministro Luigi Rava per le pinete ravennati.


Nel 2002, con il ritrovamento in Francia di parti di Le nozze di Bacco e Arianna a Nasso di Guido Reni, fu trionfalmente esposto a Palazzo Senatorio e fu una delle ultime volte che Andrea fu presente a Roma.
La mirabile Arianna sembrava presagire o ricordare (a seconda delle versioni mitologiche) il suo infelice destino, l’abbandono di Teseo sulla spiaggia di Nasso e quel <<Lasciatemi morire>> scritto per lei da un altro genio padano, Claudio Monteverdi. Uno straordinario frammento anch’esso, guarda caso, di un capolavoro perduto. Dal melodramma così caro ad Andrea e ai suoi divini pittori di figure immerse in un paesaggio di pioppi, di ontani e di altri alberi fluviali come i rematori del Domenichino lassù nell’abside di Sant’ Andrea della Valle e come il vogatore di Annibale Carracci finito a Fort Worth. Annibale sepolto al Pantheon accanto al Divino Urbinate Raffaello che <<lui vivo, la Natura credette di essere vinta, lui morto, di morire con lui>>.
M.P.F.

Dalla finestra vedeva Raffaello. Andrea Emiliani una vita per il Bel Paese
Vittorio Emiliani
Carta Bianca Editore
Euro 20,00

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