Vittorio Emiliani
Dalla finestra vedeva Raffaello
Andrea Emiliani
Una vita per il Bel Paese
“È una notte stellata, limpidissima, le
costellazioni brillano, ma mi paiono tremolanti, il fondo del cielo nerissimo a
me bambino sembra come un cavo”
Il primo ricordo
di Vittorio Emiliani, cronista di lungo corso ed ex direttore del Messaggero, sull’infanzia
trascorsa con il fratello maggiore Andrea è quella di una notte “stellata
limpidissima” nella piazza centrale di Urbino. Sono gli anni del fascismo e gli
Emiliani, originari di Predappio e lontani parenti di Mussolini, sono appena
arrivati in città: il padre, segretario comunale, è stato costretto a lasciare
la Romagna perché non abbastanza allineato con il regime.
I fratelli
crescono all’ombra di Palazzo Ducale, per poi trasferirsi in Emilia ed
intraprendere carriere diverse: l’uno, Vittorio, sceglierà il giornalismo;
l’altro, Andrea, si dedicherà allo studio della storia dell’arte e diventerà
una figura chiave nella tutela e valorizzazione del nostro patrimonio
culturale. Andrea è scomparso a 88 anni, nel 2019. Ora suo fratello Vittorio
gli dedica un’affettuosa biografia, intitolata Dalla
finestra vedeva Raffaello. Andrea Emiliani, una vita per il Bel Paese (Carta
Bianca editore).
Andrea
Emiliani è stato uno dei più importanti storici dell’arte, museografi e soprintendenti, è nato nel 1931 a Predappio
(Forlì), maturità classica a Urbino.
Raffaello e
Barocci rimarranno fra i “suoi” pittori. Il primo una vera guida pure per la
tutela del patrimonio. A Bologna all’Istituto di Storia dell’Arte, il primo
maestro, Francesco Arcangeli, poi Cesare Gnudi soprintendente alle Gallerie di
Bologna, Ferrara e Romagna, che lo assume ventenne come “salariato”.
Per 47 anni
nell’amministrazione sarà direttore della Pinacoteca e Soprintendente.
Partecipa subito all’allestimento delle biennali di arte antica create da
Gnudi. Biennali che riprenderà nel ’75 con l’amato Federico Barocci. Opera con
studiosi di tutto il mondo e con musei americani, tedeschi o francesi.
Contribuisce a salvare e restaurare straordinari monumenti neoclassici: Palazzo
Milzetti a Faenza, i teatri di Lugo e di Bologna. Con Pier Luigi Cervellati
sviluppa in concreto il discorso sul recupero a fini residenziali dei centri
storici fondati su una grandiosa campagna fotografica realizzata da Paolo
Monti. Nel contempo matura, con le campagne di rilevamento di massa dei beni di
intere vallate appenniniche, un metodo di lavoro che cambia la prospettiva
stessa dell’opera di tutela. Su queste basi concorre a fondare l’Istituto
Regionale per i Beni Culturali. Partendo dalla Lettera
programmatica sul patrimonio artistico
scritta nel 1519 a Leone X da Raffaello primo soprintendente della storia e da
Baldassar Castiglione, studia e ripubblica i bandi granducali e pontifici,
prime forme organiche di salvaguardia fra ‘500 e ‘800. In pensione, continua ad
approfondire questi studi e a contribuire a mostre di ricerca fondate su anni
di lavoro: L’Idea del
Bello (Roma, 2000),
ammiratissima, e La Celeste Galleria
dei Gonzaga a Mantova (2002)
ideata da Raffaella Morselli. Mai mostre di consumo. L’ultima, già malato, la
dedica a Forlì all’amico Paolo Monti e alla sua formidabile documentazione
fotografica su centro storico e territorio. Fra i lavori inediti, uno sulla
prima legge di tutela del paesaggio (1905), promossa da Corrado Ricci e dal
ministro Luigi Rava per le pinete ravennati.
Nel 2002, con il
ritrovamento in Francia di parti di Le nozze di
Bacco e Arianna a Nasso di Guido Reni, fu
trionfalmente esposto a Palazzo Senatorio e fu una delle ultime volte che
Andrea fu presente a Roma.
La mirabile
Arianna sembrava presagire o ricordare (a seconda delle versioni mitologiche)
il suo infelice destino, l’abbandono di Teseo sulla spiaggia di Nasso e quel
<<Lasciatemi morire>> scritto per lei da un altro genio padano,
Claudio Monteverdi. Uno straordinario frammento anch’esso, guarda caso, di un
capolavoro perduto. Dal melodramma così caro ad Andrea e ai suoi divini pittori
di figure immerse in un paesaggio di pioppi, di ontani e di altri alberi
fluviali come i rematori del Domenichino lassù nell’abside di Sant’ Andrea
della Valle e come il vogatore di Annibale Carracci finito a Fort Worth.
Annibale sepolto al Pantheon accanto al Divino Urbinate Raffaello che
<<lui vivo, la Natura credette di essere vinta, lui morto, di morire con
lui>>.
M.P.F.
Dalla finestra
vedeva Raffaello. Andrea Emiliani una vita per il Bel Paese
Vittorio Emiliani
Carta Bianca
Editore
Euro 20,00
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