Écrire: tracer un cercle à
l’interieur duquel viendrait
s’inscrire le dehors de tout cercle…
Maurice
Blanchot
Lungi dal pensare Ferrara immobile,
chiusa nella sua storia, silenziosa e altera, orgogliosa dei grandi vi hanno
vissuto, porta il Nostro a credere e professare che essa è viva. Che ci si
muova nel castrum, nell’addizione di Ercole o in quella di Ciro Contini;
che ci si trovi immersi nella sacralità metafisica di via Campofranco, in cui
la presenza della figura umana non reca turbamento né distrugge l’aura mistica
delle voci angeliche delle Clarisse del Corpus Domini; che ci si perda nelle
sue strade, come ci si smarrisce in una foresta, avvolti in quella «bruma
luminosa che a Ferrara fascia, ingloba»: poco importa. Si tratta di un vedere
col cuore in cui Carlo è maestro insuperabile. Sono emozioni che affiorano
sempre, in una trama che permea una vita intera e che la lontananza sublima in
una dimensione poetica.
Ma Ferrara non è solo BELLA ma anche
RARA. Questa accentuazione sull’aspetto
della rarità, corollario già noto agli antichi (omnia praeclara rara,
tutto ciò che è prezioso è raro), sposta
l’asse semantico e svela ciò che molti sanno ma pochi dicono: suggestioni e
tensioni di fronte a ad un unicum che coniuga in modo mirabile esterni ed
interni e al quale non ci si accosta se non con ‘intelletto d’amore’.
Se
Intelletto contiene Letto
e Contabilità rimanda ad ABILITA’, come diceva Jean
Starobinski in Le parole sotto le
parole, Carlo Bassi argomenta che a FERRARA «l’aggettivo RARA si addice
perfettamente».
E a noi, affascinati da queste visioni,
non resta che acconsentire.
Andrea Nascimbeni, 15 settembre 2015
Carlo Bassi
Ferrara Rara
Perché Ferrara è bella
Archivio Cattaneo Editore in Cernobio
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