Il giovane
Casorati
Padova, Napoli e Verona
A Padova, ai Musei Civici
agli Eremitani fino al 10 gennaio 2016, si è aperta la mostra
“Il giovane Casorati. Padova, Napoli e Verona”, a cura di Virginia
Baradel e Davide Banzato (Catalogo Skira). L’evento vuole accogliere e
confrontare quel che ad oggi si conosce di quegli anni fondamentali: anni
trascorsi nella città del Santo – dal 1895 al 1907 – e poi a Napoli e a Verona;
anni contrassegnati da un fervido eclettismo, che è cifra dell’entusiasmo del
principiante dotato di grande volontà, in un percorso di esperienze non
allineate, che si svolge parallelo agli studi di Giurisprudenza.
Nella mostra patavina
acquista ora nuova luce anche la figura del “maestro” di Casorati, il pittore
padovano Giovanni Vianello, cui va assegnato un ruolo non secondario nel
periodo 1902-1906, comprensivo della partecipazione alla mostra
“I sette peccati” (1904) alla
quale prese parte anche Umberto Boccioni e il cui manifesto venne disegnato da
Ugo Valeri.
In quel periodo Casorati si
getta nella nuova avventura creativa con lo stesso ardore riservato in
precedenza alla musica, cui si era applicato sino a procurarsi un forte
esaurimento.
Mio padre, per consolarmi dell’abbandono del mio
pianoforte, e dei miei studi prediletti – ricordò Casorati nella celebre conferenza autobiografica del 1943 –
mi regalò una gran scatola di colori…Ed eccomi per la
prima volta seduto davanti a un cavalletto in pieno sole a mescolare colori
sulla tavolozza e a guardare curioso e commosso il dolce paesaggio dei colli
Euganei…”
Era il 1902.
La giovane età e gli
interessi ancora diversificati sventano una partenza troppo arroventata e la
vitalità spavalda e salutare degli anni padovani fa sbocciare il talento.
Vianello nei
primi del Novecento era il pittore più considerato in città, uno dei pochissimi
ad esporre in mostre nazionali e internazionali e il rapporto tra maestro e
allievo non fu affatto secondario, seppure Casorati
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dopo il
trasferimento a Torino e la svolta radicale – abbia voluto minimizzarlo, ripudiando
tutta la fase giovanile.
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Insieme a nozioni
tecniche, pittoriche e calcografiche – un’incisione inedita è datata precocemente 1902 – è infatti
ravvisabile nell’apprendistato di Vianello
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Qualche influenza
estetica e tematica che la mostra contribuisce a mettere in luce: come le
pennellate corte e divise che caratterizzano il dipinto del maestro con
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Piazza dei frutti a Padova e che troviamo pure in Casoni e in Case padovane
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Del giovane
Casorati o nel dipinto Balconata, risalente
agli anni veronesi; oppure la centralità del colore giallo o, ancora, il
soggetto ricorrente della vecchia, trattato in un dipinto di Vianello databile
ai primi del secolo – Due vecchie – che
una qualche eco può aver avuto nell’interesse del pittore per questo tema.
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L’abitazione che
fa da sfondo al dipinto di Casorati Vecchietta
padovana era, con ogni probabilità, una casa di tolleranza individuata
negli anni Settanta – prima che venisse demolita - nel quartiere Arcella. La
stessa compare nel cartone
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Case padovane e
nel Ritratto di Camillo Luigi Bellisai – tra
i dipinti d’esordio esposti in questa occasione – in quegli anni uno degli
amici di Casorati, inseparabile compagno di studi e, a quanto pare,
d’avventure.
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La mostra propone
molte opere provenienti da collezioni private come il suggestivo Ritratto, esposto per la prima volta e
affine ai modi di Vianello,
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di Tersilia Guadagnino, preziosa e
romantica confidente di una vocazione artistica divenuta esclusiva e
totalizzante. La donna dal sorriso lieve, seduta in abito rosa al centro della
stanza, appare, in questo dipinto a olio su cartone firmato.
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E sempre alla
preziosa amica – “Lei dolce amica non mi
manchi” invoca Casorati nel 1908 – e alle belle giornate romane trascorse
insieme, conduce un’altra opera inedita al pubblico e come la precedente
rimasta “in famiglia” secondo la volontà testamentaria: un piccolo paesaggio
databile al 1907, ove sul verso del cartone resta ancora leggibile la scritta a
inchiostro “Paesaggio Rocca di Papa”, uno
dei luoghi cari del loro girovagare.
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L’esposizione
sottolinea anche la vitalità dell’ambiente artistico padovano, con presenze di
tutto rilievo quali Umberto Boccioni, di
cui sono esposti il Ritratto del dottore
Achille Tian (1907) della Fondazione Domus e Donna che cuce (1906), ma anche Mario Cavaglieri, Cesare Laurenti, Ugo Valeri
e i minori,
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amici di
Vianello, Giuliano Tommasi e Antonio Grinzato; e vuole anche riconsiderare le
prime prove del giovane Casorati
fondamentali dipinti che sfilano in questa sezione quali:
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Dei domestici segreti custoditi (trittico di quasi due metri con una veduta dei tetti
di Padova) e Ritratto di signora (La sorella Elvira ) con
cui Casorati parteciperà
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con successo alla
sua prima Biennale, nel 1907.
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Anche il periodo
partenopeo diventa, in questa coraggiosa esposizione, oggetto di interessanti
approfondimenti, tra le opere esposte
per la prima volta si può ammirare il Ritratto di Don Pedro De Consedo (1908), oltre alle Vecchie comari
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(1908) e a Le bambine (1909) entrambe della
Galleria d’Arte di Verona.
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Ma a sancire
l’alta qualità artistica di questa fase giovanile vi è, in particolare, la
complessa ed enigmatica tavolata di Persone
(1910), grande olio su tela (collezione privata) con cui l’artista
partecipa a Roma all’esposizione Internazionale del 1911 per celebrare il primo
Cinquantenario del regno d’Italia: un quadro dalla sottile penetrazione
psicologica, che varrà al pittore l’invito della delegazione del Carnegie
Institute per il Premio di Pittsburg in Pennsyvenia e che già introduce alla
“fioritura” del periodo veronese.
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È nella città di Giulietta che Casorati avvertirà
l’influenza della Secessione di Vienna e di Monaco e si aprirà alle novità
europee, con la frequentazione dell’ambiente di Ca’Pesaro. L’esperienza di
quegli anni 1911-1918, è documentata in mostra con alcuni ritratti assai
significativi – quelli dei coniugi
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Francesco e Gina Veronesi Apollonio e la Famiglia Consolaro Girelli –
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e
da un’accurata selezione di tempere e grafiche che rendono dell’estenuata
sensibilità linearistica che, al di là delle prove moderniste più conclamate,
rappresenta la cifra di ricerca che rimarrà sottotraccia in quella che Italo
Cremona definì “l’intuizione spettrale
della realtà”.
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Significativa,
in riferimento a questa fase, anche la presenza in mostra dei dipinti di
collezione privata veronese: La Balaustra
(studio), Studio per la Via Lattea – importante
documento del processo d’elaborazione di un tema caro al pittore “sono diventato un visionario e sognatore”
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scriverà
Casorati all’amica Tersilla in quel periodo di profonda poesia.
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Maria
Paola Forlani
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