Liu
Xiaodong
Migrazioni
Si è aperta fino al 19 giugno 2016 negli spazi della
Strozzina di Palazzo Strozzi a Firenze una grande mostra personale dedicata a
uno dei più importanti e originali artisti cinesi contemporanei Liu Xiaodong.
La rassegna “Liu Xiaodong: Migrazioni”, a cura di Francesco Bonami e
Giorgio Bernardini (catalogo Marsilio) è
costituita da 182 tra disegni e fotografie; 11 dipinti e un video-documentario
realizzati specificatamente dall’artista in seguito al periodo di residenza in
Toscana tra l’autunno 2015 e la primavera 2016. I soggetti principali delle
opere in mostra sono le città di Firenze e Prato e la campagna senese, luoghi
osservati e vissuti dall’artista attraverso il contatto diretto con gli
abitanti e con un particolare interesse per le locali comunità cinesi.
Nato nella provincia di Liaoning nel 1963 e formatosi a
Pechino, Liu Xiaodong è celebre per uno stile pittorico molto personale in
bilico tra pittura di storia e cronaca del mondo contemporaneo. Momenti
apparentemente banali o eventi quotidiani assumono nella sua arte un’epica
monumentalità con grandi tele che diventano fotogrammi di luoghi del mondo
segnati da conflitti o tensioni sociali e umane.
Attraverso una pittura sintetica ed estremamente
controllata, ma allo stesso tempo emotiva e carica di materia pittorica, i
quadri di Xiaodong riproducono immagini
di vita vissuta, quasi sempre scene all’aperto, abitate da uomini e donne che
popolano campagne o città in cui il pittore ha scelto di trascorrere un periodo
di tempo.
Fondamentale nel suo processo creativo è l’utilizzo della
fotografia, utilizzata come strumento di osservazione e modello per la pittura,
ma anche come oggetto artistico da esporre insieme ai dipinti e agli schizzi
preparatori, testimoniando un’urgenza di interconnessione tra tecniche
artistiche e realtà diverse.
All’origine del progetto per Palazzo Strozzi c’è il
particolare interesse dell’artista per la comunità cinese di Prato, la più
popolosa d’Italia e una delle più importanti di Europa, ormai arriva quasi alla
terza generazione. Infine oltre ad altri luoghi intorno a Firenze dove la
popolazione cinese è la più diffusa, come San Donnino o Osmannoro, l’artista si
è confrontato con il paesaggio classico toscano, dalle colline del Chianti
fiorentino e senese. Ispirandosi a questi luoghi ha deciso di realizzare alcune
pitture di paesaggio rappresentanti la Toscana “sognata” e “da cartolina” della
Val d’Orcia e delle crete senesi.
La mostra a Palazzo Strozzi diviene inoltre l’occasione
per una riflessione sulla migrazione dei popoli e il loro rapporto con nuovi
territori e ambienti fisici, geografici e culturali, in riferimento anche ai
fatti recenti di crisi ai confini dell’Europa, che lo stesso Xiaodong ha
visitato a Badrum in Turchia e a Kos in Grecia.
Il progetto di Liu Xiaodong per questa mostra – ma in
generale, il suo approccio complessivo alla pratica pittorica – è molto simile
a quello dei pittori Macchiaioli, che nella loro osservazione della realtà
puntavano a escludere o controllare ogni possibile emozione individuale,
mantenendo una sorta di distanza teatrale in modo da rappresentare l’ambiente e
i soggetti circostanti senza rischiare di essere in sintonia con loro.
I
Macchiaioli e Liu Xiaodong esercitano quella che potremmo definire una forma di
pittura empatica, che abbraccia il soggetto senza condividerne l’identità o i
problemi. Al contempo, non si può dire che i Macchiaioli e Liu Xiaodong si
limitino a documentare quanto sta di fronte o intorno a loro.
Essi ne forniscono un’interpretazione, che tuttavia è
legata più allo stile che alle loro espressioni. Manifestano il punto di vista
di un osservatore che tenta di capire, senza però spiegare cosa sta guardando.
Come i Macchiaioli, Liu Xiaodong non mette in discussione il contesto, si
limita a immergervisi. La società cinese che ha trovato a Prato e Firenze non
gli è estranea. In un suo dipinto che sembra rappresentare lo studio di un
artista o più semplicemente un’officina tessile cinese,
vediamo chiaramente l’approccio di Liu Xiaodong al
progetto – quello di inserire mondi, di sovrapporre o creare una realtà
parallela con la sua rappresentazione.
Ѐ
quanto sta facendo la comunità cinese fin dal suo arrivo in Toscana: non cerca
di sostituire la società esistente ma di crearne una parallela.
Rappresenta un gruppo culturale attraverso gli affari,
come fecero i Macchiaioli con l’arte. Entrambi sono ed erano interessati alla
realtà, non alle metafore.
L’opera di Liu Xiaodong e la sua forza si fondano sulla
convinzione che il quadro più ampio venga creato e trasformato da un numero
infinito di quadri picolissimi e irrilevanti. Su questi quadri irrilevanti si
basa la sua intera produzione.
Il significato della sua opera si richiama a ciò
che è all’apparenza insignificante. I Macchiaioli, a conti fatti, furono un
movimento marginale, una macchia sulla tela più vasta della storia dell’arte.
Tuttavia immortalarono una realtà che alla fine sarebbe
diventata estremamente rilevante nella storia dell’arte e
nella struttura economica.
Maria Paola Forlani
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