Una “segreta” Peggy Guggenheim in
mostra a Firenze
Fino al 24
luglio a Palazzo Strozzi (Fi) è in scena la mostra “La Grande Arte dei
Guggenheim Da Kandinsky a Pollock”.
Peggy
Guggenheim nasce a New York il 26 agosto del 1898, da Benjamin Guggenheim e Florette
Seligman. Benjamin Guggenheim (che nell’aprile del 1912 muore nell’affondamento
del Titanic), contribuisce a creare, alla fine del XIX secolo, insieme al padre
Meyer (di origine svizzera) e ai sette fratelli, un impero finanziario fondato
sullo sfruttamento minerario, in particolare del rame. I Seligman sono invece
un’importante famiglia di banchieri.
Peggy cresce
a New York e nel 1921 comincia a viaggiare in Europa. Grazie a
Laurence Vail
(suo primo marito e padre dei due figli Sindbad e Pegeen, futura pittrice),
Peggy si ritrova ben presto nel cuore della vita bohémienne parigina, insieme a
parte della società americana espatriata e molti degli artisti conosciuti
allora, quali Costatin Brancusi, Djuna Barnes e Marchel Duchamp, che sarebbero
poi divenuti suoi amici. Nel 1938, consigliata dall’amica Peggy Waldman, Peggy
apre una galleria d’arte a Londra che inaugura con una mostra di opere di Jean
Cocteau, cui segue la prima personale di Vasily Kandinsky in Inghilterra.
Nel
1939, stanca della galleria, Peggy decide di “aprire un museo d’arte
contemporanea a Londra” con l’amico Herbert Read come direttore. Il museo
dovrebbe seguire un percorso storico e la collezione dovrebbe basarsi su una
lista di artisti stilata da Read e successivamente rivista da Duchamp e Nellie
van Doesburg. Tra il 1939 e il 1940, Peggy è impegnata ad acquistare opere per
il futuro museo, con il proposito di “comprare un quadro al giorno”. Ѐ allora che vengono acquistati alcuni
dei capolavori della collezione, quali le opere di Francis Picabia, Georges
Braque, Salvator Dalì e Piet Mondrian. Peggy sorprende Fernan Léger comprando
il suo
Uomini in città nel giorno in cui Hitler invade la
Norvegia, e acquista Uccello nello spazio
di Brancusi quando i tedeschi arrivano a Parigi. Nel luglio del 1941 Peggy
abbandona la Francia occupata dai nazisti e torna negli Stati Uniti insieme a
Marx Ernest che, pochi mesi più tardi, diventa il suo secondo marito (i due si
separano nel 1943). Mentre continua ad acquistare opere per la sua collezione,
Peggy cerca un nuovo spazio per il museo.
Nell’ottobre del 1942 apre il
museo-galleria Art of This Century sulla 57 ͣ strada, a New York. Progettata
dall’architetto austriaco Frederick Kiesler, la galleria è costituita da sale
espositive estremamente originali e ben presto diviene il centro d’arte
contemporanea più interessante di New York. Ricordando la serata d’apertura
Peggy scrive: <<indossai un orecchino di Tanguy e uno di Calder,
per dimostrare la mia imparzialità tra Surrealismo e
Astrattismo>>.
La galleria presenta la sua collezione d’arte cubista,
astratta e surrealista, quella che oggi vediamo sostanzialmente esposta a
Venezia. Organizza anche mostre temporanee dei più importanti artisti
americani, allora sconosciuti, quali Robert Motherwell, William Baziotes, Mark
Rothko, David Hare, Richard Pousette-Dart, Roberto De Niro Sr.,
Clyfford Still, e Jackson Pollock a cui è dedicata
la prima personale nel 1943.
Pollock e gli altri artisti sono gli iniziatori
dell’Espressionismo astratto americano ed è proprio ad Art of This Century che
entrano in contatto con il Surrealismo, loro principale fonte d’ispirazione.
Fondamentali rimangono comunque la spinta e il supporto dati a Peggy e da
Howard Putzel, suo consulente nella galleria, ai membri
di questa nascente avanguardia newyorkese, che
rappresenterà il primo movimento
Artistico americano di portata internazionale. Nel
1947 Peggy ritorna in Europa.
Nel 1948 la sua collezione viene esposta alla prima
Biennale di Venezia del dopoguerra.
Proprio a Venezia acquista Palazzo Venier dei Leoni,
sul canal Grande, dove si trasferisce e apre la sua collezione al pubblico,
cominciando nel 1949 con la mostra di sculture esposte nel giardino. Nel 1950
organizza la prima personale di Pollock
in Europa, nell’Ala Napoleonica di Museo Correr, a
Venezia.
Nel 1969 il Museo Solomon R. Guggenheim di New York la invita ad
esporre lì la propria collezione, nella sede della celebre struttura a spirale
progettata da Frank Lloyd Wright sulla Fifth Avenue. Peggy muore il 23 dicembre
del 1979, all’età di ottant’un anni. Le sue ceneri sono sepolte in un angolo
del giardino di Palazzo Venier dei Leoni, accanto al luogo in cui era solita
seppellire i suoi adorati cani. Alla morte di Peggy, la Fondazione Solomon R.
Guggenheim ha ampliato la sua casa, trasformandola in uno dei più affascinanti
musei d’arte moderna del mondo.
<<Come tutte le scelte umane
importanti>>, nota la critica, <<le ragioni del suo trasferimento a
Venezia probabilmente sono troppo complesse e contraddittorie per essere
chiarite cercando prove documentabili>>.
Eppure nelle sue memorie, Peggy Guggenheim con
grande semplicità racconta: <<Così come amavo Art of This Century [ la sua galleria di New York] amavo l’Europa
ben più dell’America e quando la guerra finì sentii che dovevo tornare per
forza, inoltre ero esausta per tutto il lavoro alla galleria, della quale ero
diventata una specie di schiava […] andai a Parigi e poi a Venezia dove Mary
McCarthy e suo marito, Bowden Broadwater, insistettero perché li accompagnassi.
In viaggio decisi che Venezia sarebbe stata la mia patria futura: l’avevo
sempre amata più di ogni altro posto su questa terra e sentii che lì da sola
sarei stata felice>>.
Maria Paola Forlani
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