LO SCRIGNO DI TERESA
Innanzitutto, chi è Teresa?
Teresa è una pacata signora di ottant’anni, nata a
Roma, dove tuttora vive, che nella vita ha fatto molte cose, e che da una
decina d’anni si è dedicata totalmente alla scrittura. Dapprima attiva nel mondo
della pubblicità, è passata poi al giornalismo, organizzando nel contempo
concorsi, premi di vario genere, incontri tra scrittori e poeti, cineasti e
registi, per approdare infine alla scrittura, dedicandosi anche alla
realizzazione dei parchi letterari insieme allo scrittore Stanislao Nievo,
pronipote del celebre Ippolito, autore del Castello
di Fratta, poi operando in proprio, e scrivendo romanzi e libri di vario
genere, tutti incentrati su problematiche femminili. L’esordio è stato il
romanzo La treccia del latte, storia
di una barbona, che ebbe notevole successo e che, insieme ad altri due
pubblicati in seguito, costituisce una trilogia, intitolata significativamente Trilogia della donna qualsiasi del ‘900.
Poi ancora altri titoli, tra cui una recente autobiografia (La santità non si eredita, che parla
della sua vita e dei genitori, per i quali è in corso il processo di
beatificazione ), ed ora, al compimento dell’ottantesimo anno, un libretto ‘un po’
ironico e un po’ serio’ sulla vecchiaia, detta anche per pudore ‘terza età’ o,
con più cromatica delicatezza, ‘anni d’argento’. E così, con sottile
discrezione, ha ideato una specie di cordiale vocabolario, che ha intitolato “Il
Galateo degli anni d’argento” : Brevi frasi, poche parole a
sintetizzare un pensiero, una semplice riflessione, un concetto, il tutto
secondo un ordine alfabetico in cui sono elencate le parole che si usano sia
per definire pregi e difetti della vecchiaia, sia per richiamare alcuni momenti
della vita: quindi, un accostamento soft e molto discreto al più vasto e
coinvolgente problema dell’esistenza. Questi modesti e sussurrati consigli
contengono tuttavia, nel loro insieme, un significato profondo, scandito goccia
a goccia da parole consuete, che tuttavia racchiudono, se ben meditate,
saggezza ed esperienza, l’una correlata all’altra, e necessarie entrambe per
formulare idee, sostegno poi ad atteggiamenti di pensiero che aiutano a
considerare la vita nella sua attualità, nel suo triste o lieto passato e nello
sconosciuto futuro.
Filosofia tascabile, potrebbe essere definito il
volumetto, elegante anche nel formato e nell’edizione, un vademecum per riflessioni quotidiane, che si apre con la lettera A e si chiude ovviamente con la Z; o, ancora, uno scrigno che contiene
il tesoretto di Teresa, gioielli d’anima che la scrittrice vuole offrire agli
amici e a tutti quelli che, avviandosi per l’ultimo sentiero della vita, ne
possano apprezzare, per quanto possibile, la preziosa fattura.
Teniamo a mente, a chiusura, due brevi spunti di
pensiero: bambino: quello che è dentro di noi non facciamolo
invecchiare con noi; e vita: ringraziarla non è mai eccessivo.
C’è il lento distacco dalle cose, ma anche la blanda luce
della poesia, quasi un essenziale cristianesimo per vivere con accettazione
anche il crepuscolo della nostra esistenza umana.
Teresa Amendolagine, Il Galateo degli anni d’argento – per
non invecchiare e rimanere preziosi, Gangemi editore, Roma, 2016, pp.
80, € 14.
Gian Luigi Zucchini
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