Arcipelago Italia
Ferrara risponde alla
Biennale Architettura
Mario
Cucinella, architetto curatore della sezione Arcipelago Italia della Biennale architettura 2018 ha esplorato il
territorio che va dall’arco alpino alla dorsale appenninica, con una puntata in
Sardegna. Piccoli territori colpiti dai terremoti o dal degrado e la loro
ricostruzione e valorizzazione.
Gabriele
Neri, nel Sole 24 Ore (riproposto ampiamente da “Arte senza Confini”), bene
racconta questo percorso intrapreso, prima da Giancarlo De Carlo, poi
dall’allievo Cucinella.
Ferrara,
colpita dal terremoto del 2012, lo sradicamento di biblioteche e spazi giovani
ormai difficili da ricomporre, lenti restauri e smembramenti di edifici e
chiese in attesa di ritornare a vivere come stava progettando con amore l'architetto Carlo Bassi.
L’Università
di Ferrara, facendo seguito al convegno del 2009 di “Competenze e strumenti per
il patrimonio culturale del territorio ferrarese” ha cercato di riflettere e
rispondere a tutti questi problemi, con incontri tra studenti, docenti ed
architetti –ricercatori.
Partendo
dalla considerazione che in Italia è in corso da lungo tempo un acceso
dibattito, a volte presentato in chiave di contrapposizione fra le istanze
della tutela (articolata sia nella fase di conoscenza che in quella di
diagnostica e conservazione) e quella della valorizzazione del patrimonio
culturale, il progetto Arcipelago Italia,
ha coinvolto gruppi di ricercatori e giovani architetti a riflessioni e
presenze attive alla Biennale Architettura 2018.
Come
accennavo precedentemente, il territorio ha perso molti spazi che erano
destinati ai giovani come Casa Cini e le sue biblioteche, Casa dell’Ariosto per
le mostre di giovani artisti, il Centro Attività visive ed altro ancora che non
lascia nessuna possibilità di confronti culturali e dibattiti per le giovani
generazioni.
La scomparsa
di Casa Cini, come luogo di aggregazione, soprattutto, laica è stata una
perdita enorme per la città estense. La Biblioteca lasciata dai gesuiti, ma,
soprattutto, quella prestigiosa di don Franco Patruno era vivace luogo d’incontro
e di studio.
Le
biblioteche sono una delle basi della civiltà. Permettono ai vivi di dialogare
con i morti, e questo tiene in vita la cultura. Ascoltiamo la voce degli autori
del passato, e nei loro testi ritroviamo le nostre preoccupazioni, o le nostre
aspirazioni. Quando saremo morti, altri parleranno dei libri che non sono nati
da questo rapporto. Ma per gran parte della storia umana le biblioteche sono
state un bene privato. Molti sostengono che internet ha quasi eliminato la
necessità di una biblioteca. Al contrario internet ha reso le biblioteche (e i
bibliotecari) ancora più utili. Milioni di persone sono spiazzate dalle sfide
del mondo digitale e dalla richiesta di interagire attraverso uno schermo. La
biblioteca non è solo una porta verso un altro mondo. Ė un comitato di accoglienza e una
guida nelle terre sconosciute dell’intelletto.
Molti di
noi, non possono dimenticare la vivacità intellettuale dei giovani che vivevano
la biblioteca di Casa Cini con la presenza sapiente e serena di don Franco
Patruno e dei giovani volontari che seguivano quelle “magiche atmosfere”.
Così appare la
triste chiusura di Casa dell’Ariosto verso le creative mostre delle scuole e
dei giovani artisti e fotografi.
Ma tornando
all’architetto Cucinella di Arcipelago
Italia, il quale nell’esposizione ha escluso le grandi metropoli con musei
e grattaceli, per guardare i centri più piccoli (come Ferrara) e le attività
significative per le loro comunità e la creatività del luogo.
Il vero
problema, dunque, non sono i grandi eventi o progetti…ma quelle realtà che
hanno creato e creano crescita nella comunità. Il portone chiuso di Casa Cini,
le sale abbandonate e silenziose di Casa dell’Ariosto, il Centro Attività
Visive (ridotto a magazzino), chiedono aiuto alla politica, agli amministratori
troppo spesso assenti e silenziosi nella difesa della qualità dell’architettura
come accoglienza, della solidarietà e la crescita culturale delle persone ma, soprattutto,
dei giovani.
Maria Paola
Forlani
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