Andrè
Derain
Sperimentatore controcorrente
In ragione
dell’emergenza coronavirus e delle misure di contenimento del contagio varate
dal Governo e dalle Autorità regionali, sia in Italia che in Svizzera, la
mostra Andrè Derain Sperimentore controcorrente a
Mondrivio (Museo d’arte) a cura di: Simone Soldini, Francesco Poli, Barbara
Paltenghi Malacrida, è rinviata al prossimo autunno, in data da destinarsi.
Andrè Derain è
una delle grandi figure della rivoluzione artistica dell’inizio del XX secolo,
sia pittorica sia scultorea, un’icona dell’arte del Novecento, amico di
Picasso, Matisse, Braque, Giacometti.
Derain ha formato
con Henri Matisse e Pablo Picasso la triade di artisti che ha completamente
cambiato a livello mondiale l’arte del Novecento. Derain è stato a capo e
ispiratore di molte delle maggiori correnti della pittura moderna e
contemporanea. È
stato l’erede dell’Impressionismo, l’iniziatore della pittura Fauve e uno dei
padri del Cubismo, nonché il precursore del Ritorno al Classicismo.
Nei primi anni
del Novecento, una manciata di artisti cambiò completamente il modo di vedere
l’arte. Tra i massimi innovatori ci furono Derain e Matisse, che trascorsero
vari anni a dipingere insieme i paesaggi del mare a Collioure, nel Sud della Francia.
I due diedero vita tra il 1905 e il 1910 a un movimento per il quale si coniò
il termine Fauve, cioè il gruppo dei “Selvaggi”, a causa dei
vivacissimi colori che caratterizzavano le loro opere.
Anche Picasso
nutrì grande ammirazione e stima per Derain, soprattutto all’inizio del secolo.
A partire dal 1910, per diversi anni, Derain e Picasso collaborarono tra di
loro e si studiarono reciprocamente. Si frequentarono molto e la loro amicizia
durò fino agli anni Trenta. Fu Derain a introdurre Picasso nel mondo dell’arte
africana e con Derain Picasso fece i primi passi verso il Cubismo. Entrambi
furono amanti della mondanità, uomini di grande successo, celebrità delle arti
del XX secolo. Ma se la fortuna di Picasso crebbe per tutto il secolo, quella
di Derain ebbe un brusco, momentaneo declino dopo la seconda guerra mondiale,
complice il mondo delle gallerie d’arte e del mercato.
Il Cubismo, grande
tendenza di cambiamento all’inizio del’ 900, ebbe origine da George Braque,
oltre che da Derain e Picasso. Braque e Derain strinsero amicizia verso il 1909
e per vari anni vissero l’uno vicino all’altro. Nel periodo in cui dipinsero
insieme nel quartiere parigino della Ruche, Braque apprezzò molto il
Primitivismo di Derain e quest’ultimo guardò molto al moderno classicismo di
Braque, Dei suoi vecchi amici, Braque fu l’unico ad aiutare Derain in momenti
di difficoltà, subito dopo la seconda Guerra Mondiale.
Chi amò
particolarmente l’opera di Derain fu Alberto Giacometti. Al grande artista
svizzero piaceva in particolar modo la capacità di Derain di cambiare stile
rifacendosi alla tradizione dell’arte antica. Derain rimase sempre legato alla
pittura figurativa – il ritratto, il paesaggio, le nature morte – e trovò
ispirazione dall’arte greca e romana, su su fino ai grandi maestri
dell’Ottocento. Giacometti dedicò un lungo articolo alla sua straordinaria
capacità di raccogliere idee da tutta la storia dell’arte, trasformandola in
qualcosa di personale. Alla morte del maestro. Fu Giacometti ad aiutare i
famigliari a salvare decine di sculture di Derain.
Grazie alla
collaborazione degli archivi André Derain e ai prestiti di alcuni prestigiosi
musei francesi. Il Museo d’arte Mendravio aprirà verso ottobre una
retrospettiva di ampio respiro sull’
opera di Derain:
70 dipinti, 30 opere su carta, 20 sculture, 25 progetti per costumi e scene
teatrali, illustrazioni di libri e alcune ceramiche ripercorreranno la
creatività vulcanica e l’attività poliedrica di questo massimo protagonista
dell’arte moderna.
Alcune opere di
Derain sono influenzate dal puntinismo di Paul Signac, altre dalla luminosità
di Claude Monet, grazie al periodo trascorso a Londra nel 1906, mentre le opere
influenzate da Paul Gauguin hanno colori più tenui. Amico del poeta Apollinair,
nel 1909 illustra un volume del poeta e, tre anni più tardi, arricchisce con i
suoi preziosi disegni una raccolta di Max Jacob. L’attività di illustratore
prosegue per il primo libro di André Breton, nel 1916, per le favole di Jean de
La Fontaine e per un’edizione del Satyricon di Petronio.
Nel 1911 si
accosta alla scultura africana e ai primitivi francesi, dipingendo nature morte
e scolpendo figure rigide e stilizzate.
Durante un
soggiorno a Berlino partecipa ad una mostra nazista dell’artista Arno Breker, e
di conseguenza viene additato come collaborazionista della propaganda nazista e
abbandonato da molti artisti.
Maeia Paola
Forlani
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