Un artista chiamato
Banksy
La forma
dell’arte moderna sarà adeguata
Al contenuto
di verità dell’epoca
G.W.F. Hegel
Quando si parla
di strada o arte urbana ci riferiamo a quelle forme di arte che si manifestano
in luoghi pubblici, spesso illegalmente, nelle tecniche più disparate:
bombolette spray, adesivi artistici, arte nomografica, proiezioni video,
sculture ecc. la sostanziale differenza tra l’arte di strada e i graffiti si
riscontra nella tecnica non per forza vincolata all’uso di vernici spray e al
soggetto non obbligatoriamente legato allo studio della lettera, mentre il
punto di incontro che spesso fa omologare le due discipline rimane il luogo e
alle volte alcune modalità di esecuzione, oltre all’origine mediatica della
terminologia (originariamente nota come graffitismo o writing). L’arte
urbana non è da confondere con i graffiti perché questi sono da considerarsi
una categoria a sé stante, visualmente e concettualmente differente, facente
parte alla cultura hip hop.
Palazzo dei
Diamanti presenta una mostra Un
artista chiamato Banksy, aperta fino al 15
agosto, a cura di Stefano Antonelli, Gianluca Marziani e Acoris Andipa, ideata
e prodotta da MetaMorfosi Associazione culturale, in collaborazione con Ferrara
Arte.
Originario di
Bristol, nato intorno al 1974, inquadrato nei confini generici della street
art, Banksy rappresenta il più grande artista globale del nuovo millennio,
esemplare caso di popolarità per un autore vivente dai tempi di Andy Warhol.
A parlare, al
posto dell’artista inglese che nessuno ha mai visto e di cui nessuno conosce il
volto, sono le sue opere. Opere di inaudita potenza etica, evocativa e
tematica. Banksy rappresenta la miglior evoluzione della Pop Art originaria,
l’unico che ha connesso le radici del pop, la cultura hip hop, il graffitismo
anni Ottanta e i nuovi approcci del tempo digitale.
La mostra di
Palazzo dei Diamanti è un imponente evento che riunisce oltre 100 opere e
oggetti originali dell’artista britannico, in un percorso espositivo che dà
conto della sua intera produzione: vent’anni di attività che iniziano con i
dipinti della primissima fase della sua carriera, fino agli esiti dello scorso
anno con le opere provenienti da Dismaland, come la scultura Mickey Snake con
Topolino inghiottito da un pitone. Ci sono poi gli steencil e, ovviamente, le
serigrafie che Banksy considera vitali per diffondere i suoi messaggi.
Un quadro
raccontato esaurientemente in mostra da ricche schede testuali in grado di
ricostruire storie, aneddoti, provenienze e relazioni, in un percorso di
approfondimento ideato affinchè il pubblico possa scoprire l’artista nelle sue
molteplici angolazioni.
Tra il 2002 e il
2009 Banksy pubblica 46 edizioni stampate che vende tramite la sua casa
editrice Pictures on Walls di Londra. Si tratta di serigrafie che riproducono
alcune tra le sue più famose immagini, molte delle quali sono state usate nei
suoi interventi all’aperto, che sono diventate “affreschi popolari”.
Oltre
trenta serigrafie originali sono state selezionate dai curatori per la mostra
ferrarese. Tra queste le ormai iconiche Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05 votata nel 2017 in un sondaggio promosso da Samsung, come l’opera più amata dai britannici, e Love is in the Air, una serigrafia su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank, che raffigura un giovane che lancia un mazzo di fiori, messaggio potente a un passo dai lanciatori di pietre del palcoscenico più caldo del Mediterraneo.
Presente con tutti i suoi rimandi all’iconografia rinascimentale reinterpretata e rielaborata secondo la tecnica del “détournement” che ne mette in crisi il significato classico, la Virgin Mary, conosciuta anche come Toxic Mary, una serigrafia su carta del 2003 che secondo alcuni rappresenta una dura critica di Banksy al ruolo della religione nella storia.
Banksy mette in
discussione concetti come l’unicità, l’originalità, l’autorialità e soprattutto
la verità dell’opera, tratteggiando una nuova visione sulla relazione tra opera
e mercato, istituendo, di fatto, un nuovo statuto dell’opera d’arte, una nuova
verità dell’arte stessa, ovvero l’opera originale non commerciabile. Banksy
preferisce da sempre la diffusione orizzontale di immagini rispetto alla
creazione di oggetti unici. Una lezione mutuata da Andy Warhol, con il suo
approccio seriale e l’uso sistematico della serigrafia.
Fondamentali nel
percorso espositivo i dipinti realizzati con spray o acrilici su diversi tipi
di supporto che raramente si possono incontrare nelle esposizioni dedicate
all’artista inglese.
Tra questi uno dei primissimi lavori, Lab Rat, realizzato in spray e acrilici su compensato nel 2000, è una delle tante opere “riscoperte” di Banksy. In mostra anche il CCTV Britannia, spray su acciaio forato del 2009, che trasforma la lancia della figura femminile che personifica la nazione inglese in un supporto per una telecamera a circuito chiuso, messaggio non troppo nascosto contro il controllo esercitato sugli spazi pubblici, luoghi prediletti da Banksy per il suo agire.
Tra questi uno dei primissimi lavori, Lab Rat, realizzato in spray e acrilici su compensato nel 2000, è una delle tante opere “riscoperte” di Banksy. In mostra anche il CCTV Britannia, spray su acciaio forato del 2009, che trasforma la lancia della figura femminile che personifica la nazione inglese in un supporto per una telecamera a circuito chiuso, messaggio non troppo nascosto contro il controllo esercitato sugli spazi pubblici, luoghi prediletti da Banksy per il suo agire.
Banksy supera la
stessa arte che finora abbiamo conosciuto. Ne riformula regole, usi costumi,
ricreando una filiera che elimina gli imbuti produttivi del modello
tradizionale.
Quello di Banksy
è un immaginario semplice ma non elementare, con messaggi che esaminano i temi
del capitalismo, della guerra, del controllo sociale e della libertà in senso
esterno e dentro i paradossi del nostro tempo. Per la prima volta una mostra
esamina le immagini di Banksy all’interno di un quadro semantico che ne veicoli
origini, riferimenti, relazioni tra gli elementi e piani di partenza.
Completano la mostra poster da collezione, le Banconote Banksy of England, alcune
t-shirt rarissime e i progetti di copertine di vinili.
M.P.F.
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