Donne e Futurismo, un rapporto
contraddittorio
Il Futurismo è un movimento aggressivo e misogino, tanto da proclamare “il disprezzo della donna”, eppure numerose sono le donne che vi aderiscono: forse sperando di riuscire a combattere, grazie alla carica eversiva dell’Avanguardia, gli stereotipi femminili e a uscire dai ruoli tradizionali imposti alle donne. Tra le molte artiste, oggi tutte dimenticate, che si sono legate al Futurismo, possiamo ricordare Edith von Haynau, originaria di Vienna che, approfittando dell’assenza del marito partito per il fronte, si fa conoscere come scrittrice e artista sotto lo pseudonimo di Rosa Rasà. Rosa lavora per il giornale “L’Italia futurista”, dipinge, illustra romanzi e libri di poesia, crea ceramiche, progetta oggetti, scolpisce, proponendosi come “artista totale”, secondo l’ideale futurista.
Attratta dall’occultismo e dalla metapsichica (fenomeni studiati con interesse anche da altri esponenti del gruppo e approfonditi nel Manifesto della scienza futurista.), Rosa Rosà propone uno stile che sembra anticipare il linguaggio surrealista. Se Benedetta Cappa, moglie di Tommaso Marinetti, occupa un ruolo centrale nell’Avanguardia italiana, assai in vista è anche Valentine de Saint-Point, prima donna ad aver aderito al movimento, autrice del Manifesto della Donna futurista e del Manifesto futurista della Lussuria. Nata a Lione Valentine propone un modello di donna forte, moderna, “creatura in cui l’istinto è dotato di lucidità”. Ispirandosi a Nietzsche, proclama l’avvento di una “superfemmina”, emancipata nella vita e nella propria sessualità. Come pittrice non produrrà nulla di veramente interessante, restando una modesta dilettante; più significativo è il suo apporto all’arte della danza, con un nuovo genere di espressione corporale proposto nello spettacolo Métachoire. “Sono sempre stata all’avanguardia, almeno come pensiero; fin da bambina aveva tanta fiducia nel progresso da essere convinta di non morire più”; così scrive di sé Regina Prassede Cassolo, più nota con il solo nome di battesimo, scultrice e costumista legata alla seconda fase del movimento futurista. Le sue aereosculture rappresentano un unicum nel loro genere: realizzate con materiali insoliti (latta, stagno, resine, alluminio), raffigurano volti e figurine ritagliate a silhoutte sottili e vagamente inquietanti. La sua carriera andrà ben oltre l’ambito futurista. Negli anni trenta entra nelle schiere futuriste anche Marisa Mori, che diventa aereopittrice nel 1934 dopo aver provato la prima volta l’emozione del volo. La sua è una pittura spiccatamente sensuale, vitale e dinamica.Che vuole imprigionare sulla tela l’energia dell’universo e l’entusiasmo per il progresso e la sperimentazione. L’idea di aereopittura strettamente connessa alla sensazione di libertà che può regalare un volo in aereo (soprattutto in tempi in cui volare rappresenta ancora qualcosa di intentato), piace molto alle signore del Futurismo. Vi si avvicina anche Leandra Angelucci Cominazzini, madre di famiglia e donna di casa, che riesce a conciliare la vita famigliare con l’attività artistica. Oltre alla pittura su tela, nella quale tradisce una mano piuttosto insicura, Leandra si dedica anche alle cosiddette arti minori, lavorando la ceramica e dipingendo su vetro. Tra le molte altre donne che si avvicinarono al Futurismo dobbiamo ricordare Elica e Luce, le figlie di Giacomo Balla, uno dei principali esponenti del gruppo. Tra le allieve del pittore troviamo anche Lucia Tarditi, Annie Nathan, Pierina Levi e la stessa Benedetta Cappa, futura signora Marinetti. Dalla fine degli anni venti Balla lascerà alle figlie, che già lo avevano aiutato in passato anche nell’esecuzione dei celebri ricami futuristi, il compito di gestire le lezioni di pittura e affiderà loro le allieve del suo studio. Infine non possiamo dimenticare un’artista che, pur non dipingendo, ha ampiamente contribuito alla sperimentazione avanguardistica, mediante il linguaggio del proprio corpo: Giovannina Censi. Ballando a piedi nudi, senza musica, l’artista interpreta aereopitture di Prampolini e poesie di Marinetti, in spettacoli di grande successo.
M.P.F.
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