Il Bel Paese
L’Italia dal Risorgimento alla Grande
Guerra
Dai Macchiaioli ai Futuristi
Fra il 1848, l’anno delle
rivoluzioni europee e della prima sfortunata guerra d’indipendenza e il 1870,
data della conquista di Roma, si compie, attraverso tre guerre e l’avventurosa
<<impresa dei Mille>>, l’aspirazione dei patrioti italiani
all’unità nazionale e il disegno dei Savoia della conquista del regno d’Italia.
Gli eventi risorgimentali,
dalle prime insurrezioni popolari alle campagne belliche, l’esaltazione patriottica,
le repressioni, le condanne, gli esili, la vittoria finale, hanno profondamente
inciso sugli artisti italiani, molti dei quali, romanticamente, hanno preso
parte attiva a questi fatti, qualcuno restando ferito o mutilato, qualcuno
morendo in seguito ai combattimenti, tutti comunque sentendo l’importanza del
momento storico vissuto.
Tuttavia, malgrado la
sincerità dei sentimenti, raramente la pittura italiana di questo momento
raggiunse livelli elevati e, in confronto all’importanza di quella francese,
appare più modesta, sia come qualità, sia come risonanza europea e peso
storico.
D’altra parte, mentre in
Francia Parigi è il centro verso il quale vengono attratti artisti di ogni
regione, che lì si incontrano, si scambiano idee, si maturano l’uno a contatto
con l’altro (anche se successivamente disperdendosi), l’Italia, divisa in tanti
ambienti politici (le capitali degli antichi stati) e culturali, stenta a trovare un linguaggio
pittorico che vada al di là dei limiti angusti della provincia: solo Firenze,
per alcuni anni, sembra trovare il suo tradizionale ruolo di protagonista
dell’arte italiana, senza tuttavia riuscire a diventare centro propulsore per
il futuro.
Ciò nondimeno esistono, anche
in Italia, pittori di notevole valore e movimenti rinnovatori, che si possono
riassumere schematicamente, come in Francia, in due correnti principali: l’una
intimista, l’altra realista, entrambe in opposizione alla retorica teatrale del
quadro storico medievale.
Quando si dice realismo,
tuttavia, non si deve intendere la polemica sociale di un Courbet o di un
Daumiier (anche se essa affiora spesso in qualcuno dei maggiori pittori, come
Fattori e Signorini), quanto, piuttosto, l’accostamento alla natura oppure agli
umili e alle loro povere cose, o, comunque, alla vita quotidiana.
Il Museo d’Arte della Città
di Ravenna presenta fino al 14 giugno 2015, la mostra
Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla Grande
Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi, a
cura di Claudio Spadoni (catalogo SAGEP), come recita il titolo
dell’esposizione, intende restituire, infatti, attraverso diverse sezioni
tematiche, la rappresentazione del ‘paesaggio’ italiano inteso in tutti i suoi
aspetti, offrendo anche un palinsesto della società e della cultura dalle
premesse dell’Unità alla partecipazione al primo conflitto mondiale, di cui
cade il centenario quest’anno.
Il tessuto straordinario
della realtà geografica e storica italiana, fatto di intrecci e sedimentazioni
di testimonianze culturali, rimane sostanzialmente inalterato fino all’industrializzazione
e a i suoi nuovi processi produttivi.
La mostra offre dunque una
sequenza di documenti pittorici delle straordinarie bellezze paesaggistiche
italiane, e insieme spaccati di vita quotidiana come specchio di diverse
condizioni sociali, in tempo di grandi trasformazioni – politiche, economiche,
culturali – rappresentate dai maggiori artisti italiani, ma anche nella prospettiva eccentrica degli
artisti stranieri calati nel nostro Paese per ammirare e dipingere le bellezze.
Una storia, anche, di interpretazioni diverse, in taluni casi a carattere
ancora marcatamente regionalistico, in altri, di trasformazioni linguistiche di
respiro europeo per un arco di tempo che va dalla pittura Macchiaiola
all’insorgere
dell’avanguardia futurista.
La mostra apre con un’ampia
sezione introduttiva con la presenza di alcuni dei più noti dipinti di Induno, Fattori, Lega, Guaccimanni, dedicati
all’epopea risorgimentale.
Si succedono poi diversi
altri capitoli di questo viaggio nel
tempo lungo la nostra penisola, ma anche in sequenza di modelli espressivi,
con dipinti dei maggiori artisti del tempo, come Caffi, Fontanesi, Induno, Lega, Bianchi, Palazzi, Previati, Segantini,
Costa,: vette alpine, vedute lacustri, i più ammirati paesaggi marini, e
scorci tra i più pittoreschi della città mete celebri del Grand Tour, come Venezia, Firenze, Roma, Napoli, nelle diverse
declinazioni degli interpreti di punta del secondo Ottocento italiano, nonché
di diversi artisti stranieri.
Il Bel Paese è poi
raccontato, oltre che per l’intrinseco fascino degli scorci naturali, nella
straordinaria, inconfondibile compenetrazione di natura e sedimento culturale,
memorie storiche, anche attraverso immagini suggestive di tradizioni e costumi,
grazie ad opere di figure come Signorini,
Lega, Michetti, Morbelli, con rappresentazioni della vita quotidiana di una
società ancora rurale ma che lentamente si avvia ad una modernizzazione, con
artisti quali Fattori, Cammarano,
Cannicci, Boccioni, per citare solo pochi nomi.
A dar lustro ai molteplici
aspetti del nostro Paese non manca la caratterizzazione di personaggi di
diversa condizione sociale offerta da Lega,
Cremona, Boldini, De Nittis. Quasi un album di famiglia di oltre un secolo
fa, a memoria di ‘come eravamo’. In
questo anche la ricca sezione dedicata alla fotografia, praticamente agli
esordi alla sua Progressiva affermazione, ha una parte molto importante, con
alcuni dei suoi storici pionieri.
La parte conclusiva con opere
realizzate tra il primo e il secondo decennio del ’900, che documentano le
premesse divisioniste chiaramente innestate in un clima europeo, e l’avvento
del Futurismo, l’avanguardia guidata
da Filippo Tommaso Marinetti, con artisti quali Balla, Carrà, Boccioni, Russolo decisi a spazzare via ogni residuo
della cultura e della sensibilità ottocentesche, prima della Grande Guerra,
vero spartiacque tra i due secoli, segni profondamente anche la continuità e le
avveniristiche utopie del movimento.
Maria Paola Forlani
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