Brixia
Roma e le genti del Po.
Un incontro di culture III – I secolo
a.C.
Si è aperta a Brescia nel
Museo di Santa Giulia fino al 17 gennaio 2015 una grande esposizione
archeologica, con quasi 500 reperti. A cura di Luigi Mainati
“Brixia. Roma e le genti del Po. Un incontro di culture. III – I secolo
a. C.”
Nel 295 a . C. a Sentino, in una
vallata nel cuore delle Marche, l’esercito di Roma e dei suoi alleati
sconfiggeva in una battaglia incerta fino all’ultimo la coalizione di popoli
italici guidata da Sanniti e Galli Senoni. Con quella vittoria Roma non solo
affermava il suo dominio incontrastato sulla penisola, ma si apriva la via per
la valle Padana.
È di pochi anni dopo la sottomissione del territorio Senone e la fondazione della colonia latina di Rimini. Nei due secoli successivi si avrà prima la definitiva conquista militare, nei primi decenni del II secolo, poi il graduale inserimento dell’Italia settentrionale nel sistema politico romano, concluso nel49 a .C.
con la concessione della cittadinanza.
È di pochi anni dopo la sottomissione del territorio Senone e la fondazione della colonia latina di Rimini. Nei due secoli successivi si avrà prima la definitiva conquista militare, nei primi decenni del II secolo, poi il graduale inserimento dell’Italia settentrionale nel sistema politico romano, concluso nel
L’obiettivo della mostra è
illustrare il processo che vide protagonisti Roma e le genti del Po, tra il III
e la metà del I secolo a.C., che si svolse attraverso fasi non solo di
conflitto, ma anche di incontro e di integrazione: è il racconto per immagini
di una straordinaria trasformazione storica e culturale, rappresentata da
materiali eccezionali esposti nel percorso.
La mostra ricostruisce così,
sullo sfondo della pianura del Po, area estesa tra gli Appennini e le Alpi e
favorita in antico da una posizione privilegiata e dalla presenza di un grande
fiume, la fisionomia sorprendente di un luogo d’Italia, che divenne vero
laboratorio di integrazione tra etnie e culture diverse e cassa di risonanza
del confronto fra cultura romana ed ellenistica.
Il percorso della mostra è
articolato in 12 sezioni.
Nella prima dedicata ai protagonisti, il visitatore può
collegarsi al quadro storico dell’epoca, ai suoi principali eventi e al volto
di alcuni grandi uomini, politici e condottieri, che ne furono attori; si
attraversa poi virtualmente il paesaggio che i romani si trovarono ad
affrontare arrivando nella pianura (Prima Annibale,
sezione 2) e le popolazioni
che lo abitavano, le loro tradizioni, i primi segni della loro apertura a
messaggi culturali nuovi.
Tra le opere spicca il Busto fittile di guerriero da Ravenna, (Museo
Archeologico Nazionale di Ravenna). La scultura in terracotta raffigura un
giovane guerriero in nudità eroica, con balteo e clamide. Riferito al modello
di Diomede tipo Cuma è il prodotto di un’atmosfera culturale profondamente
ellenizzata. III secolo a.C.
La guerra (
terza sezione) è uno dei temi principali, rappresentato in mostra dal fregio di
Telamone e da una serie di eccezionali esempi di elmi e di armature.
Ma attraverso la guerra
cominciò a farsi strada sempre più incisiva la propaganda
Romana (sezione 4), una forma
lungimirante di fidelizzazione attuata attraverso l’assimilazione di una nuova
ideologia religiosa dei santuari sparsi nella città e nei territori, ancora
vincolati a tradizioni locali.
Il Frontone di Telamone, (Museo Archeologico “Polveriera Gezman”),
presenta un frontone in terracotta decorato con altorilievi che rappresentano
il mito dei Sette contro Tebe; l’architrave e la cornice presentano motivi
vegetali su cui correva una sima traforata; ai lati sono presenti acroteri con
cavalli marini, mentre quello centrale, maggiore, è a palmetta traforata. Per
alcuni il frontone sarebbe da collegarsi alla vittoria contro i Galli nella battaglia
del 225 a .C.,
episodio di cui il rilievo rappresenterebbe la trasposizione in chiave
simbolica. Fine III – metà secolo a.C.
L’esito di questi processi è
rappresentato dalla Cisalpina in età
repubblicana (sezione 5) con la nascita delle grandi città, ormai inserite
in una rete viaria efficiente, che segnarono la definitiva romanizzazione della
pianura attraverso l’adozione di modelli urbanistici e architettonici comuni,
secondo precise esigenze ideologiche
oltre che funzionali.
I simboli della città (sezione 6) ne raccontano le diverse forme, espresse
dai più importanti edifici pubblici aggregati intorno al foro, spazio urbano
comune per eccellenza. Tra i più importanti, sotto l’aspetto simbolico, gli edifici del culto (sezione 7)
spesso portatori nelle nuove forme architettoniche e nelle immagini di divinità
il retaggio dei culti più antichi tradotto nelle forme dell’Ellenismo. La
ricezione di questo nuovo linguaggio si manifesterà anche nel gusto privato, con dimore di pregio
ornate da pavimenti, mosaici e arredi lussuosi.
Tra i capolavori, in questa
sezione, spicca la Lastra architettonica con Dioniso e Arianna da
San Lorenzo in Strada (Rimini, Museo della Città).
La raffigurazione rappresenta
l’abbraccio tra Dioniso e Arianna. Probabile ornamento di un tempio, attesta la
completa adesione a canoni artistici ellenizzanti. Metà del II secolo a.C.
Sintesi eloquente di questo
straordinario incontro, in chiusura della prima parte della mostra, è il volto
di Catullo. Un grande poeta (la voce dei
poeti, sezione 12), di famiglia celtica, ma di raffinata cultura
ellenistica, nato a Verona ma assai legato a Brixia. La sua voce accompagna il visitatore nella seconda
emozionante parte del percorso, dove per la prima volta è possibile entrare
nell’antico santuario di Brescia, luogo in cui i temi della mostra, la
tradizione indigena e la nuova cultura ellenistica e romana trovano perfetta
fusione.
Tra i capolavori di questa
sezione appare, nella sua integrità, l’“Affresco
da Sirmione”, (Antiquarium di Sirmione). Dipinto con figura maschile
rappresentata all’interno di un quadro, abbigliata con tunica e toga esigua
tipiche della tarda repubblica, adornate della fascia purpurea, segno di
appartenenza all’ordine dei cavalieri; regge tra le mani un rotolo. Nella
figura si riconosce l’immagine di un letterato, per il quale è stata suggerita
l’identificazione con il poeta Catullo. I secolo a.C.
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