Lucreza Romana
La virtù delle donne da Raffaello a
Reni
Si è aperta
a Parma nel Complesso Monumentale della Pilotta la mostra Lucrezia Romana. Le virtù delle donne da Raffaello a Reni. L’evento,
nato da un’idea di Mario Scalini che ha curato mostra e catalogo con la
collaborazione di Emanuela Fiori e Elena Rossoni, è stato promosso dal Polo
Museale dell’Emilia Romagna in collaborazione con il Complesso Monumentale
della Pilotta, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le
Province di Parma e Piacenza, il Comune di Parma e la Fondazione CariParma
(catalogo SilvanaEditoriale).
Lucrezia di mano di Guido Reni
Non aspesero, ed’ infernale Aletto,
Che tra fiori e tra vezzi inganni
apporre,
Ne di spavento armata horrida morte
Può temer d’honestà nutrito il petto.
Ulisse
Bentivoglio (Lodi al Signor Guido Reni
raccolte dall’imperfetto confuso)
Bologna 1632
Lucrezia
primeggia tra le eroine del mondo antico per la sua esemplarità. L’eccezionale
umanità della storia e la tragica risoluzione della scabrosa vicenda contengono
elementi archetipi di empatica potenza, che la straordinaria capacità creativa
degli artisti ha riletto e rappresentato. Soggetto iconografico e letterario,
sospeso tra storia e leggenda, la storia della matrona diventa in ogni epoca
uno specchio per riflettere, con valutazioni storiche, religiose, ideologiche e
morali.
Esempio di
virtù domestiche e familiari, inconsapevole ed involontaria ragione degli
appetiti altrui, modello di alta dedizione alla Patria ed eroina dei diritti umani
di libertà ed autodeterminazione, Lucrezia vibra nelle opere pittoriche, da
Cranach a Raffaello, da Parmigianino a Reni, di una fascinazione che attraversa
i secoli ed è anche per la contemporaneità un’occasione di riflettere sulla
violenza, fisica e morale, contro le donne oggi.
Gli exempla virtutis sono tra i temi laici
più interessanti della storia delle arti figurative. Il loro affermarsi in
ambito repubblicano, come nelle corti peninsulari italiane, mostra il
progressivo recupero delle tematiche relate alla integrità politica e morale in
genere, care al mondo romano e non solo. Rappresentazioni di eroi antichi e
moderni ricorrono con frequenza nei palazzi pubblici italiani, anche grazie
alla letteratura in volgare che, da Dante a Petrarca, pose le basi per
raffigurazioni storiche e allegoriche, condensandole in singoli immagini
simboliche facilmente riconoscibili.
Tra le
figure femminili esemplari è peculiare quella della “Lucrezia Romana”, figlia e
moglie nella Roma retta dalla dinastia etrusca dei Tarquini che, non avendo
potuto resistere all’oltraggio fisico infertole dal potere, sacrificò
pubblicamente la propria vita per offrire ai suoi concittadini la motivazione
alla ribellione rispetto alle vessazioni gravissime dei dominatori
.
La mostra,
attraverso una galleria di capolavori, da Raffaello ai suoi epigoni, sino a
Guido Reni e la sua scuola in senso lato, intende ripercorrere la fortuna del
tema, leggendone le varianti letterarie, simboliche e pratiche sia in Italia
che Oltralpe. Ridefinire, in questo contesto, quale sia stata la diversa
valenza del mito antico, sospeso tra leggenda e storia, può aiutare a chi
partecipa a tale ‘evento espositivo’
a rinsaldare
la convinzione che estirpare la violenza – anche morale – verso le donne è il
primo passo di un recupero morale e civile.
Storia di Lucrezia
Secondo la
versione di Livio sulla istituzione della Repubblica, l’ultimo Re di Roma,
Tarquinio il Superbo aveva un figlio assolutamente sgradevole, Sesto Tarquinio.
Durante l’assedio della città di Ardea, i figli del re assieme ai nobili, per
ingannare il tempo si divertivano a vedere ciò che facevano le proprie mogli
durante la loro assenza, tornando nascostamente a Roma. Collatino sapeva che
nessuna moglie poteva battere la sua Lucrezia in quanto a pacatezza,
laboriosità e fedeltà.
Così portò
con sé gli altri nobili, tra cui Sesto Tarquinio, a vederla. Sesto Tarquinio ne
restò affascinato e fu preso dal desiderio di possederla. Alcuni giorni dopo,
all’insaputa dal marito, tornò a Collazia e venne accolto con grande
ospitalità.
Ma dopo
cena, quando la casa era addormentata, si introdusse nella camera da letto di
Lucrezia che, svegliatasi di soprassalto, si trovò aggredita dall’uomo, armato
di spada. Provò a respingerlo ma Sesto la minacciò: se ella non avesse
acconsentito a soddisfare le sue voglie, l’avrebbe uccisa e accanto le avrebbe
messo il corpo mutilato di uno schiavo, sostenendo di averla colta in flagrante
adulterio.
A questo
punto Lucrezia fu costretta a cedere alle voglie del figlio del re. Appena
Sesto ripartì, Lucrezia inviò un messaggio a Roma dal padre e uno ad Ardea dal
marito supplicandoli di correre da lei al più presto con un amico fidato perché
una grossa sciagura era accaduta. Giunti i suoi cari, in lacrime spiegò
l’accaduto e si trafisse con un pugnale che nascondeva nelle vesti.
La storia
della virtuosa eroina Lucrezia è presente in letteratura sin dai tempi antichi
ed è da sempre narrata da vari autori e declinata in modi diversi. Gli aspetti
storici, erotici e morali hanno assunto diverso peso e connotazione. Come
figura dai contorni morali Lucrezia si è guadagnata anche nel contesto etico e
religioso un posto di riguardo Ciò vale naturalmente anche per le
rappresentazioni iconografiche, che appaiono soprattutto in Italia nel Medioevo
e nel Rinascimento.
In area germanica, la storia di Lucrezia si diffonde sin
dal tardo Medioevo, ancor prima che il fenomeno di sistematica ripresa di
modelli antichi operato nel Quattrocento e Cinquecento si concretizzasse. A
partire dal primo Cinquecento si incontrano con più frequenza rappresentazioni
artistiche che diventano rapidamente sempre più comuni ed amate
. In particolare
Lucas Cranach il Vecchio, pittore di corte del principe elettore di Sassonia,
si cimentò con impressionante frequenza in questo soggetto, tanto da poter
parlare di una vera “febbre di Lucrezia”. La rappresenta con continuità, dalle
prime matrone del 1510 fino a poco prima la sua morte, si apprezza lo sviluppo
iconografico dalla mezza figura sino alla figura intera, e dalla presentazione
della donna abbigliata sino alla nudità totale.
L’antica
storia di Lucrezia viene svuotata sino a farla divenire principalmente un
simbolo di bellezza erotica.
Maria Paola
Forlani
Nessun commento:
Posta un commento