Mindful Hands.
I capolavori miniati
Della Fondazione Giorgio Cini
Si intitola Mindful Hands. I capolavori miniati della
Fondazione Cini la grande mostra aperta sull’isola di San Giorgio Maggiore
a Venezia, fino all’8 gennaio 2017.
Nelle Sale
del convitto viene esposta per la prima volta dopo oltre 35 anni gran parte di
una delle collezioni più importanti e preziose della fondazione Cini: circa 120
delle 238 miniature realizzate tra Medioevo e Rinascimento acquisite da
Vittorio Cini tra il 1939 e il 1940 dalla Libreria Antiquaria Hoepli di Milano
e donate alla fondazione nel 1962. Con la stessa provenienza anche un nucleo
scelto di pregevoli codici miniati.
La
collezione rappresenta una delle più importanti raccolte private al mondo di
questo genere, formata da fogli e iniziali miniate ritagliate, per lo più
provenienti da libri liturgici (graduali e salteri).
L’esposizione
rappresenta il momento conclusivo di presentazione e “traduzione” per il grande
pubblico di un progetto scientifico durato oltre tre anni che ha coinvolto più
di 40 fra studiosi e restauratori, coordinati dai curatori scientifici Federica
Toniolo, docente di Storia della Miniatura all’Università degli Studi di
Padova, Massimo Medica, direttore del Museo Civico Medievale di Bologna, e
Alessandro Martoni, Istituto di Storia dell’arte della fondazione Giorgio Cini.
L’esposizione
vuole rendere accessibile questo incredibile patrimonio e la sua storia: lo Studio Michele De Lucchi ha concepito
un allestimento che si ispira agli ambienti e alle atmosfere della tradizione
miniaturistica medievale ma li traduce in chiave contemporanea. In particolare
il grande spazio espositivo centrale delle Sale del convitto risulta
ridimensionato grazie a oggetti espositivi architettonici creati ad hoc: grandi
nicchie in tessuto chiaro che ricordano lo spazio delle cappelle delle chiese
gotiche e cassettiere ottagonali in rovere massiccio, imponenti ma funzionali.
L’atelier Factum Arte di Adam Lowe, esperto di tecniche digitali applicate alla
conservazione, alla riproduzione e alla lettura delle opere d’arte, ha invece
accettato la sfida di confrontarsi con i grandi maestri artigiani del passato
nella realizzazione di una serie di vere e proprie installazioni artistiche multimediali, protagoniste dell’ultima
sezione della mostra, dedicata all’analisi e alla comprensione delle tecniche
di produzione del manoscritto miniato. Inoltre la mostra offre al visitatore
l’opportunità di conoscere da vicino due dei volumi più importanti e rari della
collezione: il Martirologio della
confraternita dei Battuti Neri da Ferrara, manoscritto quattrocentesco in
cui le meditazioni sulle sofferenze di Cristo sulla croce sono alternate a
miniature con immagini della Passione e di martiri di santi,
e il piccolo (6x3
cm) ma preziosissimo Offiziolo di Carlo
VIII, commissionato alla fine del XV secolo dal duca di Milano Federico il
Moro per donarlo al re di Francia, uno dei più raffinati libri d’ore (volumi
per la preghiera personale quotidiana) di area lombarda. Il senso della mostra
è inoltre esemplificato dall’esposizione di un libro di grande importanza per
la storia di San Giorgio Maggiore e della Fondazione: l’Antifonario (libro che contiene le parti cantate della liturgia)
comune dei Santi, denominato “Q”, appartenente
alla basilica benedettina di San Giorgio Maggiore e prestato in occasione di Mindful Hands. Ѐ proprio nella sala che apre il
percorso espositivo che si vedono affiancati, in una vera e propria operazione
di ricongiungimento, l’Antifonario “Q”, accanto
alla pagina singola staccata nel passato dal volume e appartenente alla
Collezione Cini.
La sala
introduttiva al piano terra presenta inoltre la storia della collezione e la
sua specificità, dove il visitatore inizia a conoscere i diversi tipi di
miniature (collage e pastiche, ritaglio, pagina strappata, copia), frutto della
pratica, molto diffusa tra fine Ottocento e inizio Novecento, di smembrare le
pagine dei codici per immettere sul mercato antiquario le sole parti
figurative.
Dopo aver
ammirato una selezione di corali di diversa epoca, provenienza e dimensione e
di particolare rilevanza, la mostra prende quindi un andamento cronologico e
geografico nella grande sala centrale, dove si offre una visione generale delle
principali scuole di miniature italiane tra XII e XVI secolo.
Nell’ultima
sala della mostra, caratterizzata da un allestimento scenografico che richiama
l’atmosfera dei monasteri medievali.
La prima
parte è dedicata all’Offiziolo: la
parete sinistra è interamente occupata
da un’imponente installazione che affianca
ingrandimento e riproduzione in scala 1:1 di ciascuna delle pagine miniate del
volume, mentre un video illustra le tecniche di scansione e di realizzazione
del facsimile, che i visitatori
possono toccare e sfogliare, in una esperienza unica ed emozionante.
La seconda
parte della sala invece evoca l’atmosfera dei percorsi penitenziali e
meditativi della medievale confraternita dei Battuti Neri di Ferrara e il senso
profondo di uno dei libri a essa in uso, il Martinologio: qui il visitatore si trova attorniato dagli
ingrandimenti monumentali di dieci delle miniature più emblematiche racchiuse
nel codice.
Come nella
mostra a Palazzo Cini “Capolavori
ritrovati della collezione di Vittorio Cini”, (aperta fino al 15 novembre
2016), “Mindful Hands” ripropone la
capacità poliedrica e illuminata del grande mecenate e collezionista che seppe
creare una delle biblioteche più affascinante di miniature e codici antichi,
salvaguardando la loro dispersione.
Resta il
dolore e l’amarezza nel conoscere il degrado della straordinaria biblioteca di
Casa Cini a Ferrara (dove il conte Vittorio Cini è nato e ha vissuto la sua
prima giovinezza). Quel patrimonio è stato distrutto da speculazioni edilizie,
da disinteresse, da parte della curia ferrarese e reso inaccessibile, ‘un
tesoro’ che l’illuminato collezionista aveva donato ai giovani e alla città.
Maria Paola
Forlani
Nessun commento:
Posta un commento