RODIN
Un grande sculture al tempo di
Monet
<<La
scultura antica cercava, per così dire, la logica del corpo. Rodin
cerca la sua psicologia.
Poiché l’essenza della modernità è soprattutto lo Psicologismo, l’esperienza e
l’interpretazione del mondo secondo le reazioni della nostra interiorità sono
dunque di fatto un mondo interiore, la dissoluzione di contenuti solidi
nell’elemento liquido dell’anima, dal quale tutta la sostanza è purificata e le
cui forme sono solo forme di movimento>>
George
Simmel,
L’arte di Rodin e il tema del movimento in
scultura
«Solo».
Ѐ come
un grande ruggito muto, un colpo strappato di gong primordiale, tellurico, da
sinfonia mahleriana, lo scultoreo attributo inaugurale, con cui il poeta Rainer
Maria Rilke si
accosta al suo «Caro, grande Maestro», Auguste Rodin, e schiude la palpebra palpitante
della sua devota disanima innamorata.
Treviso è stata scelta dal Musée Rodin di
Parigi per accogliere la mostra conclusiva delle celebrazioni per il primo
centenario della scomparsa di Auguste Rodin (1840 – 1917), completando così il
programma di grandi esposizioni che quest’anno ha già coinvolto tra gli altri
il Grande Palais a
Parigi e il Metropolitan a
New York. Mostra quella nel Museo Santa Caterina, aperta fino al 3 giugno 2018
(catalogo Linea D’ombra), promossa dal Comune di Treviso e da Linea d’Ombra, a
cura di Marco Goldin.
In Santa Caterina sono state riunite oltre una settantina di opere – compresi i
capolavori fondamentali – di Auguste Rodin. In un opportuno confronto tra
sculture, anche di grandi dimensioni, e disegni. Perché, come noto, Rodin
iniziò il suo percorso artistico frequentando la Petite
Ѐcole,
dove
studiò soprattutto disegno, avvicinandosi poi alla scultura.
Per questa ampia rassegna sono presenti 50 sculture e 23 opere su carta. Tra le
prime si possono ammirare i capolavori più noti dello sculture.
Dal Bacio,
al Pensatore,
al Monumento
a Balzac, all’
Uomo
dal naso rotto, all’Età
del bronzo, sino
alle maquette,
spesso
comunque di vasto formato, delle opere monumentali, ovviamente intrasportabili
o mai completate. I Borghesi
di Calais e
la Porta
dell’inferno, fra
le tante. A essere rappresentate a Santa Caterina sono tutte le tappe del
percorso artistico dello sculture, percorso che mette in evidenza il suo
fortissimo interesse per Michelangelo e per la scultura rinascimentale
italiana. Così come la capacità di Rodin di trasformare la materia,
rendendo morbido, sensuale, vibrante il marmo non meno che il gesso, prima
delle fusioni in bronzo.
Il percorso inizia co
n il Ritratto di Auguste Rodin,
1888-1889
di Camille Claudel,
sorella maggiore del famoso poeta Paul. Camille
divenne allieva di Rodin nel
1883. Sarà poi sua modella e amante per più di dieci anni – e poserà tanto per
ritratti quanto per disegni erotici, in un periodo particolarmente felice in
cui i due scultori si influenzavano a vicenda.
Segue L’Età
del Bronzo, lavoro
importante che rappresenta la conclusione di un lungo periodo di formazione, di
lotte e di ricerche da parte di Rodin.
Il Torso
dello studio per San Giovanni Battista detto Torso
di uomo che cammina, realizzato
l’anno successivo all’Età
del Bronzo, Rodin
decise di lavorare su dimensioni più grandi di quelle naturali, per fugare
qualsiasi accusa di calco dal vero.
Dopo oltre vent’anni Rodin
compie un’altra operazione di riutilizzo e assemblaggio: sulle gambe del
Giovanni Battista inserisce un busto acefalo, senza braccia, realizzato
probabilmente verso il 1878-1879: nasce così Uomo
che cammina.
In
ambito italiano, la scultura di Rodin suggerì spunti, in particolare
agli artisti futuristi. Quando nella primavera del 1913 Umberto Boccioni si
propose di dimostrare la grande capacità d’invenzione e di rinnovamento della
scultura futurista si misurò proprio con il tema classico del nudo maschile in
movimento; il suo Forme
uniche della continuità nello spazio, nel rappresentare simbolicamente il
movimento e la fluidità, è con ogni probabilità debitore anche a Uomo
che cammina, che
l’artista ebbe modo di vedere in occasione dell’Esposizione universale del 1911
a Roma, nei giardini di Palazzo Farnese.
Il
Bacio 1881
– 1882 ( gesso e logo della mostra) è ispirato al canto V
dell’Inferno.
Nel
secondo girone dell’universo dantesco, errano in balia del vento Paolo
Malatesta e Francesca da Rimini che si erano innamorati leggendo romanzi
dell’amor cortese. Mentre si scambiavano il primo bacio, furono sorpresi da Gianciotto,
marito di Francesca, che li pugnalò. Nel Bacio
la
posizione e la plasticità delle mani esprimono l’intimità della coppia. Un uomo
posa delicatamente la mano sulla coscia di una giovane donna con un contatto
lieve che si trasforma in un gesto di grande delicatezza amorosa. Così il poeta
Ranier
Maria Rilke, che
per alcuni anni fu il segretario di Rodin, lo commentò:<< La mano che
si posa sulla coscia di un altro corpo non è più soltanto di colui cui
appartiene>>.
Nel 1880 il ministro della pubblica istruzione francese diede a Rodin,
l’incarico di realizzare una porta bronzea, destinata al museo delle Arti Decorative,
che s’intendeva costruire a Parigi. La scelta del soggetto fu – la
rappresentazione a bassorilievo di alcuni episodi della Divina
Commedia di
Dante Alighieri e, in particolare, ricadde sulla Cantica che più Rodin
sentiva vicina alla propria sensibilità, l’Inferno,
anche
se con il progredire degli studi si affollarono progressivamente altre figure
spesso estranee al testo dantesco, a rappresentare il dolore fisico e la
disperazione delle anime dannate, con le quali Rodin intendeva rendere l’atmosfera
emotiva dell’Inferno. In mostra La
Porta dell’Inferno, è
rappresentato dal
terzo
bozzetto in bronzo (1880 – 1881).
Dopo aver pensato di collocare
davanti alla Porta
dell’Inferno un
Dante vestito con abiti medievali Rodin si orientò verso un altro
Pensatore-Poeta, un nudo seduto su una roccia, che pose, in un primo momento,
al centro del timpano della Porta; in
questa forma, dall’alto domina l’universo infernale alla maniera di un demiurgo
che medita sulla propria opera. In mostra la statua monumentale del Pensatore
è
presente nella imponente versione in gesso.
Accanto spicca la tela di Edvard Munch Il
pensatore di Rodin
nel parco del dottor Linde a Lubecca, 1907. Munch e Rodin due
grandi artisti che, più di ogni altro, avrebbero lasciato la loro traccia nel
futuro della storia dell'arte.
Maria Paola Forlani
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