FIRENZE CAPITALE
La Galleria d’arte moderna di
Palazzo Pitti ha voluto celebrare la ricorrenza del centocinquantesimo
anniversario di Firenze Capitale d’Italia con una mostra, a cura di Simonella
Condemi (Catalogo Sillabe), aperta fino al 6 aprile 2016, dedicata alla
presenza del Re, e in particolare al suo soggiorno nella Reggia fiorentina, che
dal 1865 dette ospitalità anche ai Savoia, la terza grande dinastia regnante
dopo quella dei Medici e dei Lorena.
L’esposizione vuole creare
presso alcuni degli spazi originari una suggestiva rievocazione della vita del
Sovrano, dei suoi gusti artistici e dei suoi principali interessi e legami,
cercando di coinvolgere il visitatore nelle atmosfere della reggia.
Le cronache narrano
dell’entusiasmo dei cittadini per l’arrivo del Re a Firenze, città che lo
accolse calorosamente, nonostante le controversie politiche suscitate da questo
passaggio della capitale da Torino al capoluogo di Toscana. Primo Sovrano della
nazione italiana Vittorio Emanuele II salì al trono nel 1849 e in seguito
all’annessione della Toscana al Piemonte visitò Firenze in differenti
occasioni. Una di queste fu la Prima Esposizione
Nazionale del 1861, presso la quale effettuò numerosi
acquisti.
Le sue scelte furono
eterogenee, come del resto era il suo gusto ricco di sfumature; numerosi
dipinti e le sculture, ma anche oggetti d’artigianato e d’arredamento.
Nel 1863, invece, recatosi all’Accademia di
Firenze, il Sovrano commissionò a sei giovani artisti alcuni grandi dipinti a
soggetto storico, che andarono successivamente ad arredare le stanze della
reggia. Nella sala del Fiorino è
esposta, come in grande salon, parte
di questo patrimonio di opere che i curatori hanno definito, semplificando, i doni del Re.
In mostra quindi i dipinti, i
mobili, i manufatti artistici e artigianali che testimoniano il passaggio della
corte Savoia a Palazzo Pitti. Dopo l’elezione della città a capitale, si rese
infatti necessario un riallestimento che coinvolse sia la residenza privata del
nuovo Sovrano nella Palazzina della
Meridiana, attuale galleria del costume, che gli Appartamenti Reali al
piano nobile della Galleria Palatina, che vennero utilizzati esclusivamente per
cerimonie e incontri di rappresentanza di alto rango.
L’appartamento della Duchessa d’Aosta – cosiddetto per la prolungata permanenza a palazzo fino
al 1946 di Anna di Francia – ambiente che fa parte della Galleria d’arte
moderna, rappresenta il nucleo della mostra e per l’occasione le sue sale sono
quasi tutte riaperte al pubblico.
Gli ambienti si offrono con il loro arredo originario, risultato di un importante riallestimento (1993) basatosi sull’ultimo Inventario Oggetti d’arte risalente al 1911. Le stanze sono ampliate per la mostra da ambientazioni dedicate alla presenza Savoia, anche attraverso oggetti di uso quotidiano che rispecchiano gusto e personalità dei regnanti, prima fra tutti Vittorio Emanuele II, Re di Firenze Capitale. Importante testimonianza del gusto eclettico del Re, dei Savoia e degli Aosta, gli ambienti hanno raggiunto il loro aspetto attuale, grazie alla sovrapposizione di manufatti e arredi appartenuti a quelle dinastie che avevano precedentemente abitato il Palazzo, e che furono poi rimessi in uso dopo i necessari restauri dai nuovi Reali. A questa prima immagine si uniscono oggetti come la monumentale specchiera eseguita dai fratelli Levera ed acquistata da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Nazionale del 1861, visibile nel Salotto Rosso.
Gli ambienti si offrono con il loro arredo originario, risultato di un importante riallestimento (1993) basatosi sull’ultimo Inventario Oggetti d’arte risalente al 1911. Le stanze sono ampliate per la mostra da ambientazioni dedicate alla presenza Savoia, anche attraverso oggetti di uso quotidiano che rispecchiano gusto e personalità dei regnanti, prima fra tutti Vittorio Emanuele II, Re di Firenze Capitale. Importante testimonianza del gusto eclettico del Re, dei Savoia e degli Aosta, gli ambienti hanno raggiunto il loro aspetto attuale, grazie alla sovrapposizione di manufatti e arredi appartenuti a quelle dinastie che avevano precedentemente abitato il Palazzo, e che furono poi rimessi in uso dopo i necessari restauri dai nuovi Reali. A questa prima immagine si uniscono oggetti come la monumentale specchiera eseguita dai fratelli Levera ed acquistata da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Nazionale del 1861, visibile nel Salotto Rosso.
Lasciando la sala della Musica ed entrando nel Salotto Giallo, si trovano
testimonianze delle passioni del Re gentiluomo, i cani, i cavalli, oltre che
tracce di quei passatempi prettamente maschili come il fumo e il gioco. Amante
della natura incontaminata, trovava nei sontuosi giardini di Villa La Petraia
uno spazio di fuga dalla quotidianità, dove poter coltivare i suoi interessi
anche per la scienza e per la botanica, e da dove provengono alcuni oggetti
esposti in mostra.
Proseguendo si incontrano le
presenze femminili che accompagnarono la vita del sovrano, Margherita di
Savoia, nipote e nuora di Vittorio Emanuele e le figlie Maria Pia e Maria
Clotilde. Nelle sale che furono abitate probabilmente anche da queste donne si
possono ammirare, come in una suggestiva ricostruzione, oggetti legati alla
moda dell’epoca. Un percorso che si compone di arredi, abiti eleganti, oggetti
domestici insieme a fragili accessori come ventagli, ombrellini, porta bouquet
o carnet da ballo, ed infine un piccolo repertorio di fotografie del tempo.
Nella stanza dei camerini è stata allestita infine una sorta di galleria
dove si possono ammirare i ritratti di personalità maschili e femminili che
segnarono gli avvenimenti politici e culturali del tempo. In ultimo la sezione
dedicata alle cineserie appartenute ai Savoia, come il paravento acquistato
all’Esposizione Nazionale del 1861, o quello più antico sul quale venne fatto
apporre lo Stemma sabaudo.
Il percorso sabaudo nella Galleria Palatina si concentra negli Appartamenti Reali,
ulteriore testimonianza del
gusto Savoia. L’arredamento attuale si compone di molti oggetti provenienti
dalla Palazzina della Meridiana e dalle regge dimesse, unite ad arredi
preesistenti, e testimonia quanto poco la figura del Sovrano di Firenze
Capitale, che utilizzava questi ambienti solo in occasioni e cerimonie
ufficiali, vi abbia lasciato traccia.
L’impronta Savoia più evidente si deve piuttosto alla presenza più tarda di Umberto I e della Regina Margherita, che scelsero proprio queste sale come residenza privata. Scrive Indro Montanelli dell’amata sovrana:
L’impronta Savoia più evidente si deve piuttosto alla presenza più tarda di Umberto I e della Regina Margherita, che scelsero proprio queste sale come residenza privata. Scrive Indro Montanelli dell’amata sovrana:
“Era una vera e seria professionista del trono
e gli italiani lo sentirono
Essi compresero che,
anche se non avessero avuto un gran Re,
avrebbero avuto una grande Regina
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