Restauro XXIV edizione
Salone
dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali
Ѐ tornato nella storica sede di Ferrara, lo scenario di Restauro-Musei – Salone dell’Economia,
della Conservazione, della Tecnologia e della Valorizzazione dei Beni Culturali
e Ambientali – XXIV edizione che quest’anno è stato accreditato come fiera
internazionale dal 22 al 24 marzo 2017.
Anche questa
edizione conferma la veste cucita insieme al MIBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, partener
storico della manifestazione, il quale ha individuato nel Salone la giusta
cornice per rappresentare il Sistema
Museale italiano in tutta la sua interezza e complessità, e ha collaborato
all’introduzione del nuovo evento dedicato alle realtà museali a partire dalla
scorsa edizione e i faticosi percorsi di restauro, dopo gli ultimi eventi
sismici.
L’Italia è
un paese notoriamente soggetto a continui eventi sismici. Tanto per non andare
oltre gli ultimi cinquant’anni i terremoti del Belice, del Friuli,
dell’Irpinia, di Napoli e della Basilicata, dell’Umbria, dell’Aquila,
dell’Emilia e l’attuale sisma che ha coinvolto parte del Lazio, del Molise e dell’Abruzzo
hanno causato non solo molte vittime ma anche notevoli distruzioni del
patrimonio edilizio, comprese importanti testimonianze storiche ed artistiche.
Alla
sismicità di gran parte della penisola si somma una condizione geologica
instabile e una carente manutenzione del territorio a causa delle quali
succedono ogni anno frane, inondazioni, incendi. Aggravato anche da una
edificazione non solo sempre più estesa ma anche, in molti casi, impropria,
questo quadro mette in evidenza una situazione critica che negli ultimi anni è
notevolmente peggiorata.
Sarebbe
necessaria una ricostruzione del suolo italiano come impegno del paese, con una
flessibilità di qualche decennio, al fine di assicurare alle prossime
generazioni un abitare sicuro, armonizzato con la scena ambientale,
quantitativamente equilibrato. Un abitare che non abbia bisogno di molte nuove
costruzioni ma di un recupero del costruito esistente reso capace, tramite
opportuni interventi, di affrontare eventuali nuovi episodi sismici o altre calamità.
In sintesi
la ricostruzione dopo il terremoto come quello ancora in corso ad Amatrice con
scosse quotidiane che producono preoccupazioni e disagi crescenti nella
popolazione, aumentando il suo disagio, dovrebbe essere effettuata secondo alcuni
principi.
Il primo
principio è quello della partecipazione. Nessuna decisione, a
qualunque livello, dovrebbe essere presa al di fuori di un lavoro comune svolto
dalle popolazioni interessate, dai loro rappresentati, dalle autorità statali e
dai tecnici. Solo una pratica partecipativa può infatti impedire che le scelte
interrompano consuetudini insediative consolidate creando non solo
disorientamento e disordine, ma rompendo soprattutto quel vincolo fisico e
ideale delle popolazioni con il loro territorio, la loro città e la loro
comunità.
Il secondo
principio è quello di ricostruire dov’era e, se possibile, com’era. Ciò
significa che l’impianto urbano dei centri distrutti o danneggiati dovrebbe
essere confermato, anche modificando la legislazione esistente, per restituire
alle comunità colpite dal sisma il tracciato delle loro città e, quindi, della
loro vita.
A Ferrara i
segni del terremoto sono ancora visibili tra chiese, ancora, chiuse edifici
importanti da restaurare e percorsi di viabilità.
Il castello
in attesa di un serio maquillage con superfici che si sfaldano a vista d’occhio
attende il grande e determinato intervento. Palazzo Massari ha iniziato la
lunga impresa di ricostruzione, su palazzo dei Diamanti, molte sono le
perplessità degli esperti. Il degrado terrificante dei chiostri dell’antico
monastero di San Benedetto in cui l’affresco del 1573, nell’antirefettorio
dell’ex monastero dei benedettini, attribuito a Ludovico Settevecchie o al
Dielai, seguace di Dosso Dossi, pone Ludovico Ariosto fra san Sebastiano e
santa Caterina nella gloria del paradiso.
L’affresco,
tutt’ora, non se la passa molto bene, fu incerottato dalla Ferrara Decus nel
2004, già in forte degrado; in dodici anni nulla è cambiato se non in peggio,
tanto che in luglio un’ispezione ha accertato nuove fessurazioni e distacchi di
pezzi, che solo la velinatura trattiene. La sala in cui si trova è
inaccessibile ma agire sarebbe urgente.
La Fiera del
Restauro propone il percorso di alcune Delizie ed edifici di pregevole eleganza
e storia del territorio ferrarese.
Come non sottolineare lo sfregio fatto alla bella ‘Casa Cini’ abitazione natale di Vittorio Cini, che il nobile mecenate volle donare “alla cultura e alla gioventù ferrarese” (come dice la lapide da lui posta) e che ora risulta smembrata architettonicamente a causa di molteplici e non ‘chiare affittanze’, perdendo così la sua freschezza di edificio unitario, di grande accoglienza e solidarietà. Resta la bella casa di Ludovico Ariosto, che ospitò il celebre poeta nell’ultima parte della sua vita, situata oggi nell’addizione Erculea a Ferrara, in via Ariosto 67.
Si tratta di
un semplice edificio in mattoni a vista, realizzato probabilmente su disegno di Girolamo da Carpi. Qui
l’Ariosto trascorse gli ultimi anni, dedicandosi alla terza e definitiva
redazione dell’Orlando Furioso, del 1532.
All’interno
nel piano nobile è sistemato un piccolo museo dedicato al grande poeta: vi si
trovano un calco del suo calamaio, la sua sedia e varie medaglie che lo
raffigurano. Oltre al museo nell’edificio si svolgono eventi, presentazioni di
libri, mostre d’arte contemporanea e incontri con i giovani che occupano con le
loro opere quelle sale e il giardino creato all’epoca dal poeta. Fra poco
questo incanto sarà snaturato con ingombranti mobili provenienti dalla casa di
Giorgio Bassani e dell’incanto dell’Ariosto e della magia di quella abitazione
non resterà più nulla…
I cittadini
disorientati ed increduli si pongono domande, vorrebbero essere consultati e
non sempre vittime di capricciose speculazioni di potere…Eppure il Museo del
MEIS possiede sale completamente vuote e, credo accoglierebbe gli arredi dello
scrittore del ‘Giardino dei Finzi e Contini’, tutti sappiamo che già esiste una
biblioteca Bassani e molto ancora a Casa Minerbi…con ancora molti spazi
disponibili…
Alla Fiera
del Restauro, sono presenti gli operatori e le ditte che hanno e stanno
contribuendo a risanare le ferite del terremoto.
Un terremoto
non distrugge solo le cose fisiche, le persone, le case, i mobili, gli abiti,
le fotografie, i luoghi di lavoro, i mezzi di trasporto e qualsiasi altro
manufatto utile alla vita, ma anche la memoria delle comunità colpite. Quando
quest’universo scompare, in tutto o in parte, le memorie personali e quelle
collettive rischiano di scomparire definitivamente. Da qui il problema di
ricostruire, assieme ai centri colpiti, il senso di un’identità comune, il
valore singolare e irripetibile di ciascuna vita, il disegno superiore di una comunità che, generazione dopo generazione,
viene inciso nel mondo fisico e in quello ideale.
Così le
violenze “umane” sul territorio che nessuno può arginare chiedono giustizia, o
sugli edifici, proprio come casa Cini e Casa dell’Ariosto a Ferrara che nella
loro ‘silenziosa’ bellezza aspirano solo continuare a dialogare con la propria
comunità e la propria storia
Maria Paola
Forlani
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