Tiepolo
Fino al 21 marzo 2021, le Gallerie d’Italia – Piazza della Scala ospitano l’esposizione “Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa”, a cura di Fernardo Mazzocca e Alessandro Morandotti, con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli.
La mostra, organizzata in collaborazione con le Gallerie dell’Accademia di Venezia, rappresenta un’occasione per approfondire l’opera dell’artista a Milano, nei palazzi Casati Dugnani e Clerici, e di come da qui sia stato proiettato verso l’Europa, in Germania e in Spagna.
Tiepolo muove i suoi primi passi nella Repubblica della Serenissima a partire dal 1715, beneficiando di un particolare clima storico-politico che mette Venezia al sicuro per quasi un secolo dalle turbolenze europee di quegli anni, garantendo allo stesso tempo la proliferazione delle arti e delle lettere.
Contemporaneo di Canaletto, Tiepolo seppe conquistare il favore del clero e dell’aristocrazia veneziana decorando chiese e palazzi con la sua pittura, su tela e a fresco, allegorica, mitologica e sacra, ricca di teatralità e magnificenza.
La grandezza di Tiepolo, che lo renderà uno degli artisti più acclamati e ricercati della sua epoca, in un certo senso anticipatore dell’Illuminismo, si deve in primis alla sua capacità di osservazione della natura, che divenne la sua principale fonte di ispirazione, alla sua inesauribile vena narrativa e alla maestria tecnica dell’uso dei colori, luci e prospettiva.
Proiettato ai
vertici dello scenario artistico internazionale diverrà un artista ricercato in
tutte le corti d’Europa.
Il percorso
pensato dai curatori è suddiviso in diverse sezioni, si apre con le opere degli
anni della formazione di Tiepolo, tra cui è possibile ammirare capolavori
straordinari delle giovanili mitologie dell’Accademia di Venezia, al Martirio di San Bartolomeo realizzato nel 1722 per la chiesa di San Stae
a Venezia – vero e proprio museo della pittura veneziana del primo Settecento –
esposto accanto al coevo Martirio di San
Jacopo del Piazzeta,
realizzato per lo stesso cantiere.
Seguono i grandi cicli di tele per palazzi veneziani fatti decorare dalle ambiziose famiglie di nuova nobilitazione, i Sandi, gli Zenobio, che suggellano gli anni della prima maturità di Tiepolo, capace di orchestrare composizioni a molte figure e di rielaborare le storie antiche con capriccio e fantasia.
Si prosegue con le diverse tappe milanesi (1730-1731, 1737 e 1740). La mostra permette di ammirare una serie di opere restaurate per l’occasione, normalmente poco o nulla accessibili al pubblico, quali gli affreschi della basilica di Sant’Ambrogio e quello eseguito per Palazzo Gallarati Scotti. I due affreschi staccati eseguiti per Sant’Ambrogio raccontano eventi sacri con toni epici del grande pittore di storia, mentre l’allegoria di Palazzo Gallarati Scotti esibisce un’invenzione aerea del Tiepolo di cui riproporrà molte varianti in opere successive.
È possibile seguire le fasi preparatorie dell’affresco per la Galleria del piano nobile di Palazzo Clerici attraverso alcuni disegni e un meraviglioso bozzetto proveniente dal Kimbell Art Museum di Fort Worth (Stati Uniti).
Le produzioni tedesche sono esemplificate dal bozzetto per una sala della Residenza di Würzburg proveniente da Stoccarda, per l’elettore di Sassonia e re di Polonia Augusto III: il Banchetto di Antonio e Cleopatra, qui documentato nella variante della National Gallery di Londra.
Gli anni della Germania e della Spagna sono gli anni della stretta collaborazione tra Tiepolo e i figli, su un confronto tra padre e figlio, con il San Francesco d’Assisi riceve le stimmate di Tiepolo senior del Museo del Prado da una parte e Abramo e gli angeli della Galleria dell’Accademia di Venezia, di Giandomenico dall’altra.
M.P.F.
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