Egitto ritrovato
La Collezione Valsè
Pantinelli
Le due
mummie conservate all’Accademia dei Concordi sono oggetto di un restauro
condotto di fronte ai visitatori fino al primo luglio nell’importante
esposizione
In Palazzo Roncale a Rovigo.
Ѐ possibile infatti vedere la restauratrice Cinzia Oliva, attiva presso il
Museo Egizio di Torino, alle prese con il restauro delle mummie nei giorni 14,
15, 16 aprile dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.oo e poi a giugno, il
6, 7, 8, 9 negli stessi orari.
E tutti i
visitatori potranno non solo vedere le interessanti fasi di restauro, ma anche
interfacciarsi con lei per qualsiasi curiosità.
Accanto a
“Meryt” e “Baby” – i nomignoli attribuiti alle due mummie – sono esposti i
reperti dell’intera Collezione Valsè Pantellini, di proprietà dell’Accademia
dei Concordi, forte di 500 pezzi.
Per molti è stata
una grande sorpresa scoprire che a Rovigo, ed esattamente nei grandi depositi
dell’Accademia dei Concordi, si conserva la collezione dei reperti egizi
numericamente più consistente del Veneto. Primato non da poco se si tiene conto
che il Veneto è stato terra di Giovanni Battista Belzoni e di figure come il
rodigino Giovanni Miani, esploratore delle sorgenti del Nilo.
Tra il 1878
e il 1879 a Rovigo dei 5 capienti cassoni zeppi di reperti egizi, provenienti
da Alessandria d’Egitto, risultò il frutto di una fortunata coincidenza, oltre
che della volontà dei responsabili dell’Accademia di arricchire le collezioni
della loro istituzione.
Il caso è
incarnato dalla figura di Giuseppe Valsè Pantellini (Rovigo 1826 – Fiesole 1890).
Questo rodigino, in esilio a causa della partecipazione ai moti d’insurrezione
del Polesine nel 1848, trovò rifugio in Cairo. Qui prese in gestione, e poi in
possesso, il Grand Hotel. La struttura, rinominata New Hotel, diventa, per la
posizione strategica e per le doti organizzative di Valsè Pantellini, un punto
di riferimento per i viaggiatori del tempo, nobili, agenti dei consolati e
ricchi provenienti da tutto il mondo.
Al Grand Hotel del Cairo si aggiunge
presto l’elegante Hotel d’Europa, altra meta fondamentale per i viaggiatori in
arrivo o transito e, soprattutto, per alcuni egittologi di grande fama, quali
Auguste-Ėdouard
Mariette e Gaston Camille Charles Maspero.
In occasione dei festeggiamenti per l’apertura del
Canale di Suez, Valsè Pantellini viene scelto dal Vicerè d’Egitto per
alloggiare e assistere gli illustri ospiti internazionali.
Ѐ tale la fama dell’imprenditore,
che, nel 1877, l’allora Presidente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo,
Lorenzoni, si rivolge, al talentuoso concittadino nel tentativo di realizzare
un museo egizio nella città natale.
Appello accolto dal Pantellini che, tra il 1878 e il
1877, riunisce e invia a Rovigo i preziosi reperti tanto ambiti. In Accademia,
alla donazione Valsè Pantellini vanno poi ad aggiungersene altre di minore
consistenza: un numero imprecisato di reperti dal Basso Egitto da parte di
Lodovico Bassani, sette frammenti di statuette donate dall’ingegner Eugenio
Piva nel 1893 e sette reperti appartenuti alla famiglia Silvestri.
Le due mummie, una giovane donna (“Meryt) e l’altra
di un ragazzo (“Baby), reperti di punta della donazione Valsè Pantellini,
vennero conservate in una teca nella posizione che avevano al loro arrivo dall’Egitto:
“Baby” adagiato su “Meryt”, quasi come se la donna, anche nell’Oltretomba,
volesse proteggere il cucciolo d’uomo.
Per gli esami cui i due reperti sono già stati
sottoposti, Maryt e Baby sono stati,
per la prima volta, separati.
Per gli interventi di restauro e conservazione sulle
due mummie sono stati mobilitati i maggiori specialisti. La curatela
scientifica è stata affidata al gruppo di lavoro Egitto Veneto, con il coordinamento del prof. Emanuele Ciampini e
della dott.ssa Paola Zavanello, che ha studiato e catalogato, negli anni
passati, il fondo archeologico dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.
Partner del progetto sono l’Università degli Studi
di Padova e l’Università Cà Foscari di Venezia, che assicurano il supporto
scientifico nei vari settori di competenza: medicina e antropologia, in
particolare, essendo due corpi umani l’oggetto di studio.
Maria Paola Forlani
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