Eve Arnold. Tutto sulle donne – All about women
Che si tratti delle donne afroamericane del ghetto di Harlem,
dell’iconica Marilyn Monroe, di Marlene Dietich o delle donne nell’Afghanistan
del 1969, poco cambia. L’intensità e la potenza espressiva degli scatti di Eve
Arnold raggiungono sempre livelli di straordinarietà. La fotografia americana
ha sempre messo la sua sensibilità femminile al servizio di un mestiere troppo
a lungo precluso alle donne e al quale ha saputo dare un valore aggiunto del
tutto personale.
A questa intensa interprete della fotografia, la Casa-Museo Villa
Bassi, nel cuore di Abano Terme, dedica un’ampia retrospettiva, interamente
centrata sui suoi celebri ed originali ritratti femminili.
Quella proposta in Villa Bassi, dal Comune di Abano Terme –
Assessorato alla cultura, da Suasez e da Magnum Photos, con la curatela di
Marco Minuz, è la prima retrospettiva italiana su questo tema dedicato alla
grande fotografa statunitense.
Eve Arnold, nata Cohen, figlia di un rabbino emigrato dalla Russia
in America, contende ad Inge Morath il primato di prima fotografa donna ad
essere entrate a far parte della Magnum. Furono infatti loro due le prime fotografe
ad essere ammesse a pieno titolo nell’agenzia parigina fondata da Robert Capa
nel 1947. Un’agenzia prima di loro, riservata solo ai grandi fotografi uomini
come Henri Cartier – Bresson o Werner Bischof. Ed è un caso fortunato che le
due prime donne di Magnum siano protagoniste di altrettante retrospettive
parallele in Italia entrambe promosse per iniziativa di Suazes: la Morath a
Treviso, in Casa dei Carraresi, e ora la Arnold ad Abano Terme (aperta fino al
8 dicembre 2019).
A chiamare Eve Arnold in Magnum fu, nel 1951, Henri
Cartier-Bresson, colpito dagli scatti newyorkesi della fotografa. Erano le
immagini di sfilate nel quartiere afroamericano di Harlem, a New York. Quelle
stesse immagini, rifiutate in America per essere troppo “scandalose”, vennero
pubblicate dalla rivista inglese Picture Post. Nel 1952 insieme alla famiglia
Eve Arnold si trasferisce a Long Island, dove realizza uno dei reportage più
toccanti della sua carriera: “A baby’s first five minutes”, raccontando i primi
cinque minuti di vita dei piccoli nati al Mother Hospital di Port Jefferson.
Nel 1956 si reca con un’amica psicologa ad Haiti per documentare i segreti
delle pratiche Voodoo.
Chiamata a sostituire il fotografo Ernest Haas per un reportage su
Marlene Dietrich, inizia a frequentare
le celebrities di
Hollywood, con lo star system americano. Nel 1950 l’incontro con Marilyn
Monroe, fu l’inizio di un profondo sodalizio che fu interrotto solo dalla morte
dell’attrice. Per il suo obiettivo Joan Crawford svela i segreti della sua magica
bellezza. Nel 1960 documenta le riprese del celebre film “The Misfits”, “Gli
spostati”, con Marilyn Monroe e Clark Gable, alla regia John Houston e alla
sceneggiatura il marito dell’epoca di Marilyn, Arthur Miller. Trasferitasi a
Londra nel 1962, Eve Arnold continua a lavorare con e per le stelle del cinema,
ma si dedica anche al reportage di viaggio: in molti Paesi del Medio ed Estremo
Oriente tra cui Afghanistan, Cina e Mongolia.
Fra il 1969 e il 1971 realizza il progetto “Dietro il velo”, che
diventa anche un documentario, testimonianza della condizione della donna in
Medio Oriente.
“Paradossalmente penso che il fotografo debba essere un dilettante
nel cuore, qualcuno che ama il mestiere. Deve avere una costituzione sana, uno
stomaco forte, una volontà distinta, riflessi pronti e un senso di avventura.
Ed essere pronto a correre dei rischi>>. Così Eve Arnold definisce la
figura del fotografo. Benchè il suo lavoro sia testimonianza di una lotta per
uscire dalla definizione limitante di “fotografa donna”, la sua fortuna fu
proprio quella capacità di farsi interprete della femminilità come “donna fra
le donne”.
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