INGE MORARH.
La
vita, la fotografia.
Casa dei
Carraresi di Treviso accoglie la prima grande retrospettiva italiana di Inge
Morath, fino al 9 giugno 2019, la prima donna ad essere inserita nel cenacolo,
all’epoca tutto maschile, della celebre agenzia fotografica Magnum Photos.
Impropriamente
nota alle cronache più per aver sostituito la mitica Marilyn Monroe nel cuore
dello scrittore Arthur Miller, divenendone moglie e compagna di vita, è stata in
realtà soprattutto una straordinaria fotografa ed una fine intellettuale. Il
suo rapporto con la fotografia è stato un crescendo graduale: dopo aver
lavorato come traduttrice e scrittrice in Austria, inizia a scattare nel 1952,
e dall’anno successivo, grazie ad Ernest Haas inizia a lavorare per Magnum
Photos a Parigi.
Limitarsi a
considerarla una fotografa di questa celebre agenzia è riduttivo. Le celebri
fotografie realizzate durante i suoi viaggi, e gli intensi ritratti in grado di
catturare le intimità più profonde dei suoi soggetti, si accompagnano ad un’intensa
attività intellettuale che si alimentava di amicizie con celebri scrittori,
artisti, grafici e musicisti.
Che si trattasse
di raccontare paesaggi e Paesi, persone o situazioni, le sue foto erano sempre
caratterizzate da una visione personale e da specifica sensibilità, in grado di
arricchire la percezione del mondo che la circondava. Come Inge Morath era
solita dire: “Ti fidi dei tuoi occhi e non puoi fare a meno di mettere a nudo
la tua anima”. Ogni reportage di viaggio ed ogni incontro veniva da lei
preparato con cura maniacale. La sua conoscenza di diverse lingue straniere le
permetteva di analizzare in profondità ogni situazione e di entrare in contatto
diretto e profondo con la gente.
Per questa ampia
retrospettiva a Casa dei Carraresi – una selezione di oltre 150 fotografie e
decine di documentari riferiti al lavoro i Inge Morath – i curatori hanno dato
vita ad un percorso che analizza tutte le principali fasi del lavoro della
Morath, ma al contempo hanno cercato di far emergere l’umanità che incarna
tutta la sua produzione. Una sensibilità segnata dall’esperienza tragica della
seconda guerra mondiale, che con gli anni si rafforzerà e diventerà
documentazione della resistenza dello spirito umano alle estreme difficoltà e
consapevolezza del valore della vita.
La mostra
ripercorre tutti i principali reportage realizzati dalla fotografa austriaca:
da quello dedicato alla città di Venezia a quello sul fiume Danubio; dalla
Spagna alla Russia, dall’Iran alla Cina, alla Romania, agli Stati Uniti d’America
passando per la nativa Austria.
Contemporaneamente
il percorso espositivo concede molto spazio ai suoi celebri ritratti di
scrittori, pittori, poeti, tra cui lo stesso Arthur Miller, oltre ad Alberto
Giacometti, Pablo Picasso e Alexander Calder: quest’ultimo suo vicino di casa a
Roxbury, nel Connecticut, dove Inge Morath visse con il marito Premio Pulitzer
per tutta la vita.
Esiste poi un interessante
spazio dedicato al cinema. Nel 1960 Inge Morath viene infatti inviata dall’agenzia
Magnum nel set della pellicola hollywoodiana “The Misfits”, un enorme
produzione cinematografica con la regia John Houston, alla sceneggiatura Arthur
Miller, ed attori del calibro di Clark Gable e Marilyn Monroe. All’epoca Miller
e la Monroe erano sposati, ma la loro relazione era già in difficoltà. Proprio
sul set del film, la Morath ebbe modo di conoscere lo scrittore, che sarebbe
diventato suo marito.
Come dichiara
Marco Minuz “Ė un
progetto espositivo che vuole descrivere, nel dettaglio e per la prima volta in
Italia, la straordinaria vita di questa fotografa; una donna dalle scelte
coraggiose, emancipata, che ha saputo nella fotografia inserirci la sua
sensibilità verso l’essere umano”.
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