La Fortuna della Scapiliata
di Leonardo da
Vinci
Ė una
sequenza strepitosa di capolavori, a partire da ben 4 opere di Leonardo, quella
che offre la Galleria Nazionale di Parma con la mostra “La fortuna della Scapiliata
di Leonardo da Vinci (aperta fino al 12 agosto 2019) a cura di Pietro C. Marani
e Simone Verde. Accanto a quelle di Leonardo si possono ammirare opere di
altissimo livello di Gherardo Starnina, Bernardino Luini, Hans Holbein,
Tintoretto, Giovanni Lanfranco…, tutte riunite intorno alla affascinante Scapiliata,
patrimonio del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma. La mostra,
organizzata dal Complesso Monumentale della Pilotta e Fondazione Cariparma presso
la Galleria Nazionale di Parma rientra tra quelle ufficiali del Comitato
Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci.
Nessuna cuffia, nessuna crocchia o velo intorno al volto,
bellissimo ed intenso. Ma capelli liberi, lunghi, scarmigliati da un vento che
irrompe violento in scena. Lei ha gli occhi rivolti in basso, pudica e quasi
solenne. Ma grazie alla sua chioma libera e selvaggia, appare intensamente
seduttiva. La Scapiliata di Leonardo è forza, libertà, femminilità. In questa
tavoletta Leonardo dipinge esattamente ciò che lui stesso ha suggerito, a
proposito della raffigurazione della chioma della figura femminile, nel
trattato della pittura: << Fatu adunque alle tue teste gli capelli
scherzare insieme col finto vento intorno agli giovanili volti, e con diverse
revolture graziosamente ornargli>>. << Qui Leonardo non realizza
semplicemente una icona di bellezza femminile ma molto di più. Con uno
sperimentalismo unico nel suo genere, riesce a riassumere la complessità divina
della realtà>>, sottolineano i due curatori, il professore Pietro Marani
e il Direttore della Pilotta, Simone Verde.
Quattro le sezioni in cui si articola la rassegna. La prima
include alcune antichità e i primi passi di una ricerca pittorica rinascimentale
che troverà in Leonardo la sua massima espressione. La seconda, annovera alcuni
dipinti e disegni originali di Leonardo o di ambito fiorentino, precedenti o
contemporanei all’artista, in cui viene trattato il tema dei capelli scomposti,
come fiamme ondeggianti nell’aria a causa del vento, tra cui la celebre Leda
degli Uffizi. Vengono poi riunite derivazioni antiche del tema leonardesco, a
testimonianza della precoce fortuna critica di questo soggetto iconografico,
scegliendo opere di Giovanni Agostino da Lodi e Bernardino Luini. In
particolare nel confronto con l’opera di Luini, la Salomè con una serva che
riceve dal boia la testa di san Giovanni Battista degli Uffizi, la tavoletta
parmense pare ripresa quasi letteralmente nel volto della protagonista. Nella
successiva sezione ad proposto è un excursus sul pittore e scultore Gaetano
Callani (Parma, 16 gennaio 1736 – 6 novembre 1809) che nella sua collezione
accolse la Scapiliata di Leonardo. Allo scopo di documentare la politica di
acquisizione della Galleria Palatina fra 1820 e 1840, quindi al momento dell’ingresso
dell’opera nelle sue collezioni, la mostra si sofferma anche sulla figura di
Paolo Toschi, all’epoca direttore delle Gallerie dell’Accademia di Belle Arti
di Parma, che definì la Scapiliata <<cosa rarissima da trovarsi ai giorni
nostri>>.
Tra le sue acquisizioni, opere provenienti dalle Collezioni
Callani Sanvitale e Baiardi, acquisite rispettivamente nel 1834 e nel 1839,
anno in cui le Gallerie si arricchirono del capolavoro di Leonardo a seguito
dell’acquisizione della collezione Callani. La Mostra chiarisce definitivamente
il tema della autenticità dell’opera. L’ipotesi oggi più accreditata propone la
tavoletta come appartenuta a Isabella d’Este. L’opera rimase a Mantova anche
dopo come la vendita alla collezione Gonzaga a Carlo I Stuar (1626-27) per poi
essere sottratta durante il Sacco della città operato dai Lanzichenecchi al
soldo di Ferdinando II nel 1630-31. In seguito, la Scapiliata sarebbe confluita
nella collezione di Gaetano Callani durante il soggiorno milanese intrapreso
dall’artista tra 1773 e 78, forse grazie al tramite dei cognati Agostino e
Giuseppe Gerli. Oggi la critica accoglie unanimemente l’attribuzione a
Leonardo, riconosciuta come autografa dai maggiori specialisti e dalle recenti
mostre su Leonardo: Louvre (2003), Milano (2014-2015), New York (2016), Parigi
(2016); Napoli (2018); Louvre (2019).
Per questa occasione, la Scapiliata è stata sottoposta a indagini
scientifiche, affidate ad uno dei massimi specialisti del settore, l’ingegner
Claudio Seccaroni dell’Enea.
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