Aereopittura
La seduzione del volo
Così aereopittori e aereopoeti
salgano sempre più per insegnare
ad amare dall’alto in basso
quel sorprendente fastoso e
multiforme
popolo di nuvole che Leopardi e
Baudelaire
ci avevano insegnato ad amare
dal basso in alto, malinconicamente.
Filippo
Tommaso Marinetti, 1934
Proprio
all’aereopittura e alla sua innovazione e visione del mondo-cosmo è dedicata la
mostra aperta fino al 30 luglio 2017 ai Musei Civici agli Eremitani con il
titolo Aereopittura seduzione del volo,
a cura di Claudio Rebeschini con la direzione scientifica di Davide Banzato e
catalogo Skira.
“Possiamo sostenere con orgoglio che
l’aereopittura rappresenta il principio della nuova storia dell’arte e che
all’infuori di essa non è possibile creare delle opere importanti”
[da “Aereopittura” in “La città
nuova”, Torino 1934]
Il Manifesto
dell’Aereopittura del 1929 segna in certo modo una profonda frattura tra il
primo e il secondo Futurismo e questo nonostante “
L’aspirazione al cielo”, “L’ansia di staccarsi da terra e di realizzare una
prima estetica del volo e della vita aerea” fossero presenti nel movimento sin
dall’inizio.
Ora però il tema aviatorio, affrontato come oggetto
principale, permetteva un salto di qualità necessario e fortemente sentito
dallo stesso Marinetti:” aereare la
fantasia, per superare il quotidiano trito e ritrito”.
Nella mostra degli Eremitani sono presenti 60 opere
di collezioni private, tra dipinti e disegni, che danno la possibilità di
ricostruire in maniera organica lo sforzo critico profuso da Marinetti e dagli
altri rappresentanti del Movimento nella continua messa a punto delle teorie
espresse dal Manifesto dell’Aereopittura, che sono ben lontane da ideologie
politiche o da riduttiva rappresentazione del volo, ma esprimono l’urgenza di
ricercare una nuova dimensione, non più terrena né aerea, bensì cosmica.
“Nel nostro manifesto dell’aereopittura abbiamo
annunciato le basi estetiche e tecniche delle nuove possibilità pittoriche”
scriveva Marinetti nel 1932 in un intervento pubblicato su L’impero, parlando
anche di “idealismo cosmico”.
“Nuovi
elementi costruttivi e nuove atmosfere pittoriche aspettano di essere rivelate
per esaltare le rarefazioni della stratosfera”.
La sola rappresentazione della macchina-aereo o del
paesaggio visto dall’alto appaiono dunque riduttivi della spiritualità
introdotta con l’aereopittura che mirava, invece, alla frantumazione dei piani,
al ribaltamento della nostra dimensione abitudinaria. Naturalmente nel
movimento ci fu anche della “maniera”, soprattutto dopo la Guerra di Spagna e
d’Africa quando il Futurismo era ormai solo Aereopittura, Aereopoesia e
Aereoplastica: al Lirismo cosmico e alle felici intuizioni talvolta si
sostituiscono più banalmente violenti scontri in cielo e bombardamenti
dall’alto.
Erano stati del resto anni di euforia aviatoria, con
tantissimi successi e riconoscimenti per l’Italia, tra cui le due vittorie nel
circuito del Lido di Venezia – nel 1920 con Luigi Bologna e nel 1921 con
Giovanni Briganti – e con la costituzione dell’aviazione militare come forza
armata nel marzo del 1923.
Raid spettacolari, trasvolate aeree, imprese
leggendarie e successi tecnologici inebriano gli animi. Nel 1928 il Ministro
Balbo aveva dato inizio ad una serie di crociere di gruppo nel Mediterraneo
occidentale e nel 1931 un gruppo di 14 idrovolanti, sotto il suo comando, aveva
portato a termine la prima crociera atlantica da Orbetello a Rio de Janeiro. La
crociera aerea del decennale viene seguita da tutta l’opinione pubblica. Otto
squadriglie di ventiquattro S.55X decollati da Orbetello raggiunsero Chicago e
poi New York e il rientro in patria dei trasvolatori venne commentato alla
radio da Marinetti: “Ecco la musica del
cielo con tubi d’orgoglio flautati, trapani ronzanti scavatori di nebbie,
vocalizzi di gas entusiasti…radiose eliche applaudenti…Rombo, rombo, rombo dei
motori a pochi metri dalla mia testa…”.
E se Gabriele d’Annunzio aveva avviato anni prima il
volantinaggio aereo per propaganda politica, Fedele Azari – autore nel 1926 del
dipinto Prospettive di Volo,
considerato la prima opera di aereopittura – aveva
inaugurato quello pubblicitario, lanciando da un dirigibile, su Milano, Torino
e Genova, migliaia di manifestini con la pubblicità della Fiera Campionaria
Internazionale.
La mostra padovana dei Musei Civici degli Eremitani
presenta un intelligente percorso espositivo che tiene conto delle
differenziazioni indicate da Marinetti in occasione della Quadriennale del 1939,
a chiarimento del Manifesto – il “verismo sintetico-documentario visto
dall’alto” con, tra gli altri, Guglielmo Sansoni (Tato), Alfredo Gauro Ambrosi,
tra i fondatori del gruppo futurista “Boccioni” di Verona, Italo Fasulo e Giulio
D’Anna; l’aereopittura “trasfiguratrice, lirica e spaziale” di Vladimiro Tulli,
Osvaldo Peruzzi e soprattutto Angelo Caviglioni, di cui è esposto un bellissimo
olio Rivelazioni Cosmiche del 1932;
l’aereopittura “essenziale mistica, ascensionale e simbolica” di Bruno Munari,
del romano Domenico Belli e Nello Voltolina (Novo), che nell’opera Palude del 1931 usa la rappresentazione
dall’alto come strumento di astrazione; infine, l’aereopittura “essenziale,
stratosferica, cosmica e biochimica” nei dipinti di Tullio Crali e di Ernesto
Michaelles (Thayaht): bellissimo il suo Sorvolando
L’Ambra Alagi.
Significativi i lavori su carta esposti di cui 22 di
Tullio Crali realizzati a tecniche miste: matita, tempera, pastello,
acquarello, collage ecc.
La presenza
nel percorso espositivo delle opere di Tato e, soprattutto, di Crali, segnano,
con l’immediatezza del genere, questa nuova ansia e aspirazione dell’oltre, perché
in assoluto restano gli autori più ispirati ed espressivi del Movimento.
Il primo uno dei precursori, con l’organizzazione a
Roma della Prima Mostra di Aereopittura: attivo e presente nelle diverse
iniziative sull’aereopittura, realizzò le decorazioni per l’Aeroporto di Ostia
e per l’Aeroporto Nicelli al Lido di Venezia; il secondo profondo conoscitore
del volo, premiato da Marinetti con una mostra personale alla Biennale del
1940.
Le altre opere presenti in mostra rappresentano i
prodotti di un’intensa attività che ha coinvolto l’intero movimento futurista
della cosiddetta seconda generazione con risultati che, con approcci diversi,
avevano un’unica aspirazione: la conquista del cielo.
Maria Paola Forlani
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