Costruire, Abitare, Pensare
Sabbioneta e Charleville
Città Ideali
Dei Gonzaga
Il complesso
Museale Palazzo Ducale di Mantova presenta fino il 2 aprile 2018 la mostra
evento “Costruire, abitare, pensare.
Sabbioneta e Charleville città ideali dei Gonzaga” a cura di Peter Assmann
(Direttore del complesso Museale) e di Paolo Bertelli (storico dell’arte),
(catalogo Universitas Studiorum). Da un punto di vista istituzionale è stato
rilevante la collaborazione con varie Università: anzitutto il Politecnico di
Milano, quello di Verona e di Lleida (Spagna) per le analisi non invasive sulle
opere d’arte.
All’esposizione
hanno partecipato anche studiosi dell’Università della Sorbona di Parigi. Una
collaborazione intensa e significativa è stata con la città di Sabbioneta e di
Charleville. Grazie a tutto lo staff del Museo delle Ardenne, è stato possibile
vedere in Italia molte opere mai giunte precedentemente, provenienti dagli
antichi Stati francesi dei Gonzaga. Tra le opere più significative, presenti a
Mantova, sono il Ritratto di Vespasiano
Gonzaga di Como e il Ritratto di
Giulio Gonzaga proveniente dalla Galleria Palatina di Firenze.
Tra gli eventi più significativi in mostra è la realizzazione parziale della Grotta o Studiolo di Isabella d’Este com’era al tempo dei Gonzaga Nevers: sulla base di una replica realizzata nel 1911, sono stati inseriti le lesene e i fregi dorati voluti da Carlo I Gonzaga Nevers, e i dipinti seicenteschi ancora oggi conservati nella pinacoteca del museo.
L’esposizione
vuole approfondire il tema delle città ideali declinando secondo la committenza
voluta da una delle principali casate del panorama europeo al volgere del
secolo XVI, i Gonzaga. Sono rappresentate le due città ideali di fondazione
gonzaghesca, Sabbioneta (Vespasiano Gonzaga) e Charville (Carlo Gonzaga),
realizzate a cinquant’anni l’una dall’altra, cercando i punti di contatto fra
loro e con Mantova.
Scriveva
Eugenio Garin (1965) nel suo Scienza e
vita civile nel Rinascimento italiano:<< La città ideale nelle pietre e negli istituti è una città razionale,
quale i Greci delinearono e attuarono secondo un tipo che le città stato
italiane si avviarono a riprodurre>>. Il recupero dell’antico,
del riferimento classico, del gusto plasmato sul canone è uno dei valori che
hanno caratterizzato il Rinascimento. Testi quali l’Utopia di Tommaso Moro o La
città del Sole di Tommaso Campanella (e sarebbe una disamina lunga ma
necessariamente parziale l’elencazione di tutti i titoli di architettura o
filosofia che hanno approfondito questi temi: Vitruvio, Alberti, Palladio…)
sono stati riferimento per generazioni di committenti e di artisti.
La città
ideale è un luogo organico e razionale, scientificamente fiorito, fortemente
utopico ed ideale. L’esigenza abitativa qui trova una dimensione particolare,
nella quale il motore immobile risulta essere l’armonia delle forme e la
simmetria della struttura. Ma l’armonia delle cose è riflesso di quella della
società.
La riflessione sulla città ideale coinvolge e tocca tutti noi, in un arco diacronico che unisce passato e futuro. La mostra si snoda in questo modo:
Prima Sala:
Tema città ideale e dell’utopia. Qui sono esposti il dipinto della Città ideale di Urbino dal Palazzo
Ducale di Urbino, libri e trattati di architettura intorno al tema dell’utopia.
Seconda
sala: tema della fondazione di Sabbioneta, centralità della città, dell’aspetto
dell’urbanistica. Al centro si presenta un grande modello della città
realizzato dal Politecnico di Milano. Il tema della fondazione è approfondito
attraverso l’esposizione degli Statuti cittadini (1575), ecc. Viene presentato
il fondatore, Vespasiano Gonzaga, attraverso ritratti suoi e della sua famiglia.
Terza Sala:
tema della colonna. Per spiegare l’iconografia della colonna è allestito un
apparato didattico che ripropone per immagini la colonna di Pallade Atena
edificata a Sabbioneta. Viene esposta inoltre una statua di Pallade Atena dalle
collezioni del Ducato e lo stemma ligneo dei Gonzaga Colonna.
Quarta sala:
tema del teatro e tema degli antenati.
Nella parte
bassa delle pareti è stata dedicata alla riproduzione multimediali e
iconografica del Teatro all’Antica, uno dei simboli di Sabbioneta. Il tema è
analizzato anche attraverso una selezione di bibliografia storica.
Nella parte
alta, sono allestite le casserature lignee con i bassorilievi degli antenati
sul modello della sala del Palazzo Ducale di Sabbioneta.
Un’antica
raffigurazione dell’albero genealogico conclude la sezione dedicata ai Gonzaga
Nevers e lo stemma ligneo. La parete è ricoperta dalla riproduzione grafica
della vista a volo d’uccello di Charleville.
Quinta sala:
in parallelo alla sala 2, è presentata qui la fondazione della città di
Charleville e la figura del suo fondatore Carlo I Gonzaga Nevers. Una sezione
didattica introduce alla seconda parte della mostra, che apre con la lapide di
fondazione della città. Sono esposti vari ritratti, mappe storiche dei
possedimenti francesi, la bandiera dei Gonzaga Nevers e lo stemma ligneo. La
parete è ricoperta dalla riproduzione grafica della vista a volo d’uccello di
Charleville.
Sesta sala:
tema la città e il palazzo. Sono esposte le riproduzioni dei disegni della
città di Israel Sylvestre, insieme ad una selezione di planimetrie storiche.
L’immagine del Palazzo Nevers è richiamata attraverso l’esposizione di
mattonelle originali con gli stemmi gonzagheschi.
Settima
sala: Al centro della sala appare la maquette di Charleville, con un apparato
didattico di spiegazione. Sono esposti quadri raffiguranti la città e il
fondatore, e un falcione recentemente acquisito alle collezioni del museo e
testimonianza della rinovatio voluta da Carlo I al suo arrivo a Mantova.
Due
sottosezioni riguardano il mulino secentesco di Chaeleville, con modello
tattile (e alcuni ricordi del poeta Rimbaud, originario di Charleville e che
proprio all’interno del Moulin visse e scrisse parte delle sue opere).
Ottava sala:
Sezione finale della mostra, curata dal Politecnico con installazioni
multimediali. Confronto con altre città ideali e approfondimento del tema della
città ideale rapportato ai giorni nostri.
La mostra
avrà vita parallela, anche, nella Città di Casale Monferrato con il titolo
Casale Monferrato, la
Piazzaforte Europea del Rinascimento dal 17 febbraio al 1 aprile 2018.
Mostra,
soprattutto, cartografica, organizzata dal Comune di Casale Monferrato, con
opere tratte dalla civica Biblioteca Civica. La mostra raccoglie cartografia e
documenti prodotti dalla fine del Cinquecento agli inizi del Settecento,
riferiti a quella che fu la più importante piazzaforte europea del Rinascimento,
dove Francia e Spagna si confrontarono ferocemente per il controllo
dell’Europa. La Cittadella di Casale Monferrato fu un luogo cardine della
storia socio-politica internazionale, già citata da Alessandro Manzoni e da
Umberto Eco, ora riscoperta in chiave europea attraverso immagini riscoperte e
inedite.
Maria Paola
Forlani
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