Adriana Bisi Fabbri
L’intelligenza non ha sesso
Adriana
Fabbri nacque a Ferrara il 1º settembre 1881
da Aldo e Olga Mantovani. Nel 1907 sposò il giornalista Giannetto Bisi con cui
visse prima a Bergamo e Mantova e poi a Milano; ebbero due figli, Riccardo e
Marco.
Pur
non seguendo corsi accademici la Fabbri partecipò al dibattito artistico dei
primi anni del secolo anche attraverso il cugino Umberto Boccioni. Formatasi da
autodidatta, inizialmente si dedicò soprattutto ad opere di soggetto religioso
ed alla ritrattistica, ma eseguì anche pannelli decorativi, disegni per stoffe,
figurini di moda, insegne pubblicitarie.
Partecipò
nel 1906 all’Esposizione della Società di belle arti (Verona) e nel 1908 alla
Quadriennale di Torino; nel 1910, sempre a Torino (Mole Antonelliana), alla
prima Esposizione internazionale di arte femminile presentò tre “figurine
settecentesche” a carattere caricaturale. Nel maggio 1911, su sollecitazione di
Boccioni, prese parte alla prima Esposizione di arte libera (Milano, salone
Ricordi), manifestazione nel percorso futurista, esponendo Paonessa e
Lucertola.
Questi
acquarelli, che avevano avuto l’approvazione dello stesso Boccioni,
riprendevano in chiave ironica e dissacrante e anche in funzione “antidivistica”
e “antintellettualistica”, il tema della donna animale.
Nello
stesso anno Adriana organizzò con G.B. Galizzi la parte artistica
dell’Esposizione di San Pellegrino. Sempre nel 1911 tenne la sua prima
personale al Lyceum di Roma che la impegnò molto e la coinvolse emotivamente
come testimoniano le sue annotazioni indirizzate al marito. Ottenne la medaglia
di bronzo al “Frigidarium”, Esposizione internazionale di umorismo (Rivoli
1911).
Fu
dunque la maturazione dell’attività caricaturale e il gusto per la deformazione
grottesca a segnalarle la strada e a imporla all’attenzione del pubblico.
Una
recensione del 1912, in La Donna, 20 maggio 1912, sottolineava “La
visione ironica, esagerata, paradossale” delle figure: “Sono teste di creature spiritualizzate
dal pensiero, segnate, scarnate quasi dalla fatica, dalla volontà o dalla
sorte, raffinate e poetizzate dall’eleganza…sono teste di creature sognatrici,
lavoratrici solitarie, aristocratiche, vinte…”
Nel
1912 partecipò alla mostra umoristica (Firenze, palazzo Mattei) organizzata
dalla Federazione degli artisti toscani e dall’Associazione Pro Libia; nello
stesso anno espose alla Mostra di arte umoristica e caricatura a Treviso e
vinse il premio del concorso di arte umoristica indetto dal mensile Il Secolo XX,
dicembre
1912 con Saggio del programma futurista, disegno che raffigura le mani di un
futurista che torcono il collo alla Gioconda.
Adriana
Fabbri partecipò a Venezia alle esposizione di Ca’ Pesaro nel 1911, 1912, 1913;
nel 1913 espose a Parigi alla Mostra della caricatura italiana e realizzò il
manifesto dell’Esposizione d’arte umoristica di Bergamo, sempre nel 1913
ricevette la medaglia d’oro alla seconda Esposizione internazionale femminile
di belle arti, nella sezione “La donna nella caricatura”.
Stabilitasi
a Milano (“vestita da uomo”, la ricorda A. Rossato, in Popolo
d’Italia, 7
giugno 1918) nel maggio-giugno 1914 partecipò alla mostra di Nuove tendenze
alla Famiglia artistica con L’abbraccio e la danza.
Ormai,
definito l’approdo nazionalistico delle tensioni del primo decennio del secolo,
Adriana Fabbri si dedicò prevalentemente alla caricatura politica sulla stampa
quotidiana e periodica, collaborando con particolare intensità nel 1915 al Popolo
d’Italia di
Mussolini con disegni che mostrano una certa influenza di A. Borgonzoni.
Nel
1915 al 1918 si intensificò notevolmente la sua attività di caricaturista e
illustratrice di varie testate. Dipinse la copertina del libro di Arros (A.
Rossato), Pennacchi rossi, prefazione di Mussolini, pubblicato dalle
edizioni del Popolo d’’Italia nel 1915. Nel 1917 partecipò al concorso
nazionale d’arte “Per la nostra guerra”, presentando il trittico Un nido tra
due pietre.
Morì di febbre spagnola a Tavedona (Varese) il 29 maggio 1918.
Adriana Bisi Fabbri è un’artista, dunque, singolare e sconosciuta
ai più: con duecento opere tra dipinti, disegni, grafica e moltissimi documenti
spesso inediti, a Milano nella sede del Museo del Novecento, viene presentata, fino all'8 marzo, una sua mostra dal titolo ‘L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e
la rete delle arti (1900-1918)', curata da Giovanna Ginex e Danka
Giacon.
M.P.F.
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