Hinthial
L’Ombra di San Gimignano
L’offerente e i reperti rituali etruschi e
romani
Si
è aperta presso i Musei Civici di San Gimignano, la mostra Hinthial. L’Ombra
di San Gimignano. L’Offerente e i reperti rituali etruschi e romani (a cura di Enrico
Maria Giufrè e Jacopo Tabolli). L’esposizione presenta per la prima
volta al pubblico un’eccezionale scoperta avvenuta sulle alture della Torraccia
di Chiusi nel territorio di San Gimignano, a pochi passi dal corso del torrente
Fosci, lungo le propaggini collinari che scendono da San Gimignano verso
Volterra.
La
scoperta archeologica è avvenuta nel 2010 nel corso di lavori di
ristrutturazione di un edificio privato. Durante le operazioni di scavo gli
addetti ai lavori si sono imbattuti in un ritrovamento a dir poco sorprendente:
adagiata sul fondo dello scasso era sepolta una statua di bronzo, deposta il
posizione prona.
Interrotti
i lavori, a partire dal 2011, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e
Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo diede l’avvio a una serie
di indagini, seguite da una campagna di scavi che hanno fatto emergere una
straordinaria area sacra etrusca all’aperto in uso per almeno cinquecento anni,
dal III secolo a.C. fino al II secolo d.C. La statua risultava sepolta vicino
ad un monolite in pietra squadrato che doveva fungere da altare e sul quale cui
si compivano riti con offerte religiose alla divinità del luogo. Il blocco di
pietra presentava tracce evidenti di esposizione al fuoco. Nelle vicinanze
all’area sono state rinvenute, anche, diverse monete, frammenti ceramici,
unguentari integri e frammenti di laterizi. L’area sacra, inoltre, sorgeva in
prossimità di una sorgente, potrebbe quindi essere ricondotta al culto per una
divinità legata all’acqua e alla terra.
La
straordinarietà della scoperta archeologica è soprattutto il ritrovamento dell’Offerente; una meravigliosa
statua, del tipo dei bronzetti allungati di età ellenistica, che richiama,
visivamente, la celebre Ombra della sera di Volterra.
L’opera alta più di 64 cm è, al momento, la più elegante e raffinata nel nucleo
dei bronzi allungati finora attestati. Come l’Ombra della Sera anche questa di
San Gimignano appartiene ad una produzione seriale.
Si
tratta di un’opera “colta” che presuppone i modelli della grande plastica del
primo ellenismo con la reinterpretazione dell’ex-voto a fettuccia allungata di
derivazione centro-italica, ancorato a forme della tradizione religiosa locale.
Proprio nell’antica Velathri /Volterra, nella prima metà del III
secolo a.C. dobbiamo immaginare l’opera e l’ambito culturale di provenienza
dell’artista che creò l’Ombra di San Gimignano. Si può presumere che
il luogo di culto della Terraccia di Chiusi costituisse uno dei santuari di
confine del territorio Volterrano: la “chiusa” nascosta nel toponimo allude al
percorso stradale pre-romano, imperiale e poi altomedioevale che sarà la via
Francigena e passa proprio per l’area sacra; le “fauci” celate nel nome del
territorio Fisci, sono l’ingresso al territorio di Velathri/ Volterra.
La
statua in bronzo, ritrovata in ottimo stato di conservazione, rappresenta una
figura maschile stante che indossa una toga che arriva fino ai polpacci e
lascia scoperta la spalla, il braccio desto e gran parte del torace; i piedi
indossano dei calzari con allacciatura alta
. La mano destra sorregge una patera
ombelicata, mentre la sinistra, aderente al corpo, fuoriesce dal manto con il
palmo rivolto all’esterno, le gambe sono leggermente divaricate a suggerire un
lieve movimento verso sinistra. I tratti del volto sono ben marcati con grandi
occhi evidenziati con il naso prominente, la bocca carnosa e il mento con la
tipica fossetta centrale.
La capigliatura è disposta a ciocche mosse realizzate
con profonde solcature che da una scriminatura posteriore si dispongono verso
il volto a coprire parte della fronte e le orecchie.
L’Ombra di San Gimignano
è posta al culmine di un percorso espositivo, il cui titolo richiama il termine
etrusco, Hinthial,
traducibile
allo stesso tempo come “anima” e “sacro” ed è concepito come un’immersione nel
paesaggio sacro di San Gimignano in età etrusca e romana. L’incontro
ravvicinato con l’Ombra vuole accompagnare il visitatore
presso l’area di culto di un percorso rituale che richiama la gestualità e le
percezioni dell’Offerente. Così questo capolavoro toreutico
risorge alla sua sepoltura e ci racconta in un’area di confine dei territori
dell’antica Volterra in età ellenistica.
Il catalogo a cura di E.M.Giuffrè e Jacopo
Tabolli è edito da Sillabe.
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