Inside Magritte
E-Motion
Exhibition
Cattedrale
dell’immagine – Santo Stefano al Ponte
Un’esperienza
tra reale e immaginario, tra evocazione di un mondo onirico e racconto della
vita concreta di uno dei massimi artisti del XX secolo e tra i maggiori esponenti
del surrealismo.
Si
tratta di Inside Magritte, emozionante percorso espositivo multimediale
dedicato al grande maestro surrealista René Magritte (1898 – 1967) ideato e
firmato da Crossimedia Group – Hepco, con la regia di The Fake Factory
Fino
il 1 marzo 2020 l’esposizione vive per gli spettatori la Cattedrale
dell’Immagine nel
complesso monumentale di Santo Stefano al Ponte a Firenze con immagini, suoni e
musiche che ricostruiscono il vivo universo pittorico di Magritte.
Curato
da Julie Waseige, storica dell’arte e già direttrice scientifica del Magritte
Museum di Bruxelles, Inside Magritte è un itinerario in cui i protagonisti
assoluti sono alcuni tra i quadri più iconici della pittura del Novecento: tra
uomini in bombetta che galleggiano nei cieli delle metropoli, corpi umani con
la testa di pesce e l’ambigua pipa-non-pipa (Ceci n’est pas une pipe).
Attraverso
un percorso esperienziale multisensoriale, che in 50 minuti invita i visitatori
a immergersi nell’universo surrealista con il suo linguaggio narrativo intenso
ed evocativo. Illusione e allusione, coinvolgimento e emozione sono gli
strumenti per comprendere l’automatismo psichico puro teorizzato nel 1924 da
André Breton nel Manifesto del Surrealismo, il modo più
diretto per entrare in empatia coll’enigmatico mondo di René Magritte.
L’artista
fu chiamato anche le saboteur tranquille per la sua
capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale
stesso. Scopo della sua arte era quello di mostrare il mistero e l’ignoto, di
cui egli stesso diceva: “Il suo significato è sconosciuto, poiché il
significato della mente stessa è sconosciuto”.
Il flusso continuo delle immagini ad altissima definizione della
Sala immersiva è il cuore dell’esperienza: è sulle architetture barocche
dell’ex-chiesa di Santo Stefano al Ponte che prende vita l’’universo pittorico
dell’autore, suddiviso in capitoli che seguono le fasi della sua esperienza
artistica.
Un viaggio che attraversa tutti i momenti pittorici dell’artista
belga, dalle prime opere surrealiste fino al periodo post-bellico, passando per
la Parigi degli anni ’30.
In un’unica experience-room il visitatore può vivere un’esperienza
immersiva a 360º che
coinvolge lo spazio senza soluzione di continuità; dalle pareti al pavimento le
immagini delle opere deventano un unico flusso di sogni, di forme fluide e
selezionate per una visione completa dell’opera del maestro del surrealismo
altrimenti impossibile da ammirare in un unico evento espositivo. Un mondo
simbolico, enigmatico e sensuale riprodotto con eccezionale impatto visivo
grazie al Matrix X-Dimension, un sistema che si avvale di un imponente apparato
di proiettori laser in grado di trasmettere sulle superfici dell’installazione
oltre 40 milioni di pixel, garantendo una definizione maggiore del Full HD.
Altre sezioni arricchiscono l’esperienza multimediale: il
contributo didattico dell’’Area introduttiva, uno spazio dove vengono
contestualizzate la vita e l’avventura artistica di René Magritte. A questa si
aggiunge l’Area Visual, con le sue suggestioni iconiche e le pillole
biografiche.
Il percorso si snoda poi attraverso il magico caleidoscopio di
segni e figure che si susseguono sulle pareti, sul pavimento e sul soffitto
della Sala degli Specchi e, ancora, attraverso lesperienza di realtà 3D con gli
Oculus VR, sviluppata in esclusiva dal team di Crossmedia Group guidato
dall’artista 3D Chunhui Luo.
L’opera del belga René Magritte (1898-1967), si avvantaggia di una
sottile ironia intellettuale. Magritte capovolge ogni gerarchia, ogni convenzione,
ogni proporzione data, e l’oggetto sottopone a una continua allarmante
metamorfosi. L’uomo diviene microbo o pietra, la foglia un albero, il birillo è
più alto della montagna, e gli alberi aprono finestre per mostrare nelle cavità
del tronco una sfera o una casa. È la visione di un sogno ad occhi aperti dove
tutto è possibile, e dove ogni cosa si staglia con una precisione tanto
calligrafica da diventare ossessiva. Ed è dall’ordinamento logico degli
accostamenti illogici che nasce l’inquietante ironia di Magritte.
In uno scritto, l’artista ha molto puntualmente sintetizzato la
propria idea dell’arte, cui è sempre rimasto fedele, <<Senza ricorrere
alla mistificazione, - egli dice – l’arte del dipingere non si concepisce come
arte di descrivere l’invisibile. La pittura è senz’altro inadatta ad enunciare
delle idee, ad esprimere dei sentimenti e a definire delle sensazioni. L’arte
pittorica può infatti limitarsi essenzialmente alla descrizione del pensiero
che assomiglia a ciò che di visibile offre il mondo. L’ispirazione è
l’avvenimento in cui il pensiero ha il potere di evocare il mistero senza il
quale né il mondo né il pensiero stesso sarebbero possibili. Io identifico la
poesia con la descrizione del pensiero ispirato. L’arte pittorica, quale la
concepisco io, si limita alla descrizione del pensiero ispirato suscettibile di
apparire visibilmente, cioè il pensiero che unisce, nell’ordine che evoca il
mistero, ciò che il mondo manifesta di visibile. La descrizione attraverso la
pittura del pensiero ispirato permette l’evento della poesia visibile>>.
M.P.F.
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