Il Mestiere delle Arti
Seduzione
e bellezza nella contemporaneità
Da
Mitoraj a Vangi, da Theimer a Staccioli
Perché mai un
raffinato pezzo unico di gioielleria, di ceramica, cristallo viene ritenuto
artigianato e non arte? Appellativo riservato invece a scultura e pittura?
L’interrogativo sottende all’esposizione, per molti versi straordinaria, che il
Museo Nazionale nel complesso di San Vitale, a Ravenna, offre fino al 26
maggio, con la direzione scientifica di Emanuela Fiori.
“Il mestiere
delle arti. Seduzione e bellezza nella contemporaneità”, questo il titolo della
rassegna, è promossa e organizzata dal Polo Museale dell’Emilia Romagna,
diretto da Mario Scalini. L’esposizione è curata da Ornella Casazza e Emanuela
Fiori, con Anna Maria Di Pede e Laura Felici, che nel comitato scientifico sono
affiancate dallo stesso dottor Scalini, Claudio Spadoni e Fabio De Chirico.
In mostra,
l’esercizio delle arti “maggiori”, scultura e pittura, è affiancato alle
produzioni di oreficeria, in vetro e resina o ceramica. La mostra propone
infatti una selezione di artisti della contemporaneità che, ignorando il
confine tra arti maggiori e arti minori, hanno conferito alle loro opere un
valore universale per stile e sapienza tecnica.
Sono riunite più
di cento opere di Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Paolo Staccioli, Luigi Michel
Folon, Giacomo Manzù, Giuliano Vangi, Mario Ceroli, Paola Staccioli, Luigi
Ontani, Gigi Guadagnucci, Giovanni Corvaja, Daniela Banci, Marzia Banci,
Orlando Orlandini, Angela De Nozza, Ornella Aprosio, Angela Caputi, Tristano di
Robilant, Sauro Cavallini, Sophia Vari, Kan Yasua, Pietro Cascella, Fernando
Cucci, Pasquale (Ninì) Santoro.
“L’amicizia delle
arti, che oggi viene interpretata come una successione di creatività che non
conosce cesure – affermano le curatrici -, permette di constatare come molti
tra i massimi artisti di oggi sappiano muoversi con agilità tra la dimensione
monumentale e il piccolo formato colloquiando con marmi purissimi, bronzi
arricchiti di suggestive patine, legni intagliati, ceramiche lustrate, sete
vellutate, pigmenti evocativi, ori e coloratissime pietre”.
Non vi sono
materie che si possono considerare più adatte di altre a produrre risultati
artistici, come non vi sono materie a priori inadatte a produrli: ogni
materiale vale soltanto in quanto è stato prescelto dall’artista che lo fa
vivere e lo esalta con le sue mani. Talvolta, l’apparente spontaneità e
l’immediatezza del risultato creativo, che presuppone una matura esperienza,
possono generalmente essere considerate come prodotto di una eccellente bravura
e perfino di raffinato virtuosismo. Il processo artistico, benchè sempre legato
alla tecnica, non è mai riducibile a qualcosa di appreso o ripetuto
meccanicamente, ma impegna tutto l’essere dell’autore e non solo le facoltà
intellettive ed esecutive.
L’opera può
sostituire sapientemente il valore della materia preziosa imitandone anche gli
aspetti esterni: per esempio la ceramica può prendere il posto e, in parte
ripetere, l’effetto visivo dell’oro o dell’argento, il marmo può raggiungere
morbidezze eburnee, le tessiture seriche ugualmente gli effetti pittorici, i
legni rivivere nel loro colore morbido e naturale. Altre volte, invece, il
procedimento artistico può svilupparsi allontanandosi progressivamente
dall’elaborazione della materia e tende a porsi come operazione mentale,
concretizzata con un ‘disegno’ inteso come processo o metodo di ideazione.
Già in passato il
desiderio di dimostrare che assoluti valori di arte possano essere raggiunti
attraverso i processi tecnici più semplici e tradizionali, talvolta addirittura
arcaici, ha sollecitato vari artisti moderni – tra cui Picasso e Matisse – a
produrre ceramiche, arazzi, stoffe e gioielli.
Molti degli
autori selezionati per la mostra, particolarmente versatili, propongono la loro
ricerca artistica in materiali diversi. Le loro opere sono allestite per
assonanze visive e materiche in un percorso che si intreccia strettamente con
le architetture del Museo Nazionale, ospitato nell’ex Monastero Benedettino di
San Vitale.
La presenza
prevalente di oggetti di provenienza collezionistica classense nelle collezioni
permanenti del Museo Nazionale consente un continuo rimando tra le cosiddette
‘arti minori’ dei secoli che vanno dal XII al XVIII e la contemporaneità.
Riproponendo così un confronto antico-contemporaneo di enorme fascino.
Catalogo: Silvana
Editore
Maria Paola
Forlani
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