Da Raffaello.
Raffellino del Colle
Il Comune di Urbino, con il contributo della Regione Marche e il
comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello
Sanzio, dedica una importante mostra monografica a Raffellino del Colle,
pittore colto, che elaborò una delle più originali ed autentiche espressioni
del manierismo fuori Firenze.
L’esposizione “Da Raffaello.
Raffaellino del Colle”a cura di
Vittorio Sgarbi, ospitata dal 17 maggio al 13 ottobre a Palazzo Ducale – Sale
del Castellare e fa da apripista alle celebrazioni urbinati del 2020 per il
quinto centenario della morte di Raffaello Sanzio (1483 – 1520), del quale
Raffaellino (1494 – 1520) fu uno dei più fedeli e intelligenti seguaci. Sarà
questo l’evento di apertura del nuovo ciclo di mostre diffuse tra Urbino, Fano
e Pesaro in programma tra primavera ed estate, dal titolo “Mostre per Leonardo e per Raffaello”, nell’ambito delle celebrazioni promosse dal
Mibac per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci nel 2019 e di Raffaello
Sanzio nel 2020.
La mostra di
Urbino intende ripercorrere l’attività del maestro biturgense discepolo del
“divin pittore” che, pur essendo stato largamente attivo nelle Marche,
necessita ad oggi di una rivelazione storica e di una maggiore divulgazione. A
Urbino, per la prima volta, si possono ammirare riunite alcune delle sue opere
più significative provenienti da chiese e musei di Roma, Cagli, Mercatello sul
Metauro, Perugia, Piobbico, Sansepolcro, Sant’Angelo in Vado, Urbania, Urbino.
Il percorso è introdotto da due opere di Raffaello custodite nell’Accademia
Nazionale di San Luca a Roma: una tavoletta pressochè inedita con la Madonna con il Bambino e l’affresco con Putto reggifestone.
In estate apriranno le esposizioni di Fano che
celebra Leonardo riscoprendo il legame con Vitruvio con la mostra, a cura di
Guido Beltramini, Francesco Borgo e Paolo Clini, “Leonardo e Vitruvio”. Alla riscoperta
dell’armonia. I leggendari disegni del CodiceAtlantico”, al Museo Archeologico e Pinacoteca del Palazzo
Malatestiano, Sala Morganti
Dall’ 11 luglio,
e a Pesaro dove l’artista Agostino Iacurci sperimenterà una visione
contemporanea del De Architectura di Vitruvio con un progetto originale. Dal 13
luglio, a Palazzo Mosca – Musei Civici “Agostino Iacurci
Tracing Vitruvio. Viaggio onirico tra le pagine del De architectura”a cura di Marcello Smarelli. Tutte le mostre
saranno visibili fino al 13 di ottobre.
Raffaellino del
Colle (Sansepolcro 1496 circa – 1566) fu uno dei più fedeli seguaci di
Raffaello. Artista colto e raffinato, il pittore biturgense elaborò una delle
più originali ed autentiche espressioni del manierismo italiano: tra i favoriti
della corte urbinate dei Della Rovere già dagli anni trenta del Cinquecento, fu
attivo in molte località del Ducato, come Urbino, Urbania, Sant’Angelo in Vado,
Mercatello, Lamoli, Cagli e Piobbico.
Dopo la prima
formazione con Giovanni di
Pietro detto lo Spagna, Raffaello di Michelangelo di Francesco detto Raffaellino del Colle (frazione di
Sansepolcro, nella quale si credeva fosse nato), si recò a Roma, entrando nella
bottega di Raffaello (1517 – 1518). Alla morte del maestro divenne
collaboratore di Giulio Romano, partecipando alla decorazione della Sala di
Costantino in Vaticano. Successivamente rientrò a Sansepolcro (1524), dove
licenziò i suoi primi lavori (come la Resurrezione di Cristo nel duomo),
ispirati ai modelli di Raffaello e di Giulio studiati nell’Urbe. Databili attorno
al 1528 e l’Annunciazione di Città di Castello, opera che inaugurò un lungo
impegno tra Umbria e Marche.
Dal 1530 Raffellino lavorò alla Villa Imperiale di
Pesaro assieme a un gruppo di pittori convocati da Girolamo Genga su
commissione di Francesco Maria I della Rovere e sua moglie Eleonora Gonzaga.
Successivamente, oltre a Sansepolcro, fu attivo a Urbania (decorazione
dell’oratorio del Corpus Domini), Bibbiena (cenacolo affrescato nel refettorio
di Santa Maria del Sasso), Gubbio (decorazione di una cappella nella chiesa di
San Pietro), Cagli (Sacra Conversazione in San Francesco) e Sant’Angelo in Vado
(Sacra conversazione nella chiesa dei Servi).
Nell’aprile del
1536 Raffaellino giunse a Firenze per coadiuvare Giorgio Vasari negli apparati
effimeri per l’ingresso della città dell’imperatore Carlo V. Tra il 1543 e il
1544 si spostò a Perugia, chiamato a decorare, assieme ad altri pittori, la
cappella e l’appartamento del castellano nella Rocca Paolina (oggi non più
esistente). Successivamente Raffaellino soggiornò prima a Napoli, dove affiancò
Vasari nella decorazione del refettorio del monastero di Monteoliveto, e
della Cancelleria. Nel 1548 Bronzino, già suo compagno di lavoro
all’Imperiale, lo convocò a Firenze perché lo aiutasse nella realizzazione dei
cartoni per gli arazzi con Storie di Giuseppe destinati al salone del Dugento
in Palazzo Vecchio. Nel suo ultimo decennio di attività il maestro
biturgense licenziò notevoli opere per Città di Castello, Sansepolcro e San
Giovanni.
Come hanno
chiarito gli studi recenti Raffaellino del Colle occupa un ruolo non secondario
nel panorama artistico italiano di pieno Cinquecento, così come nel processo di
aggiornamento stilistico degli ambienti umbro-marchigiani del tempo.
M.P.F.
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