sabato 2 maggio 2015

Antony Gormley

ANTONY GORMLEY

HUMAN

Forte di Belvedere a Firenze ospita fino al 27 settembre le opere di Antony Gormley, uno dei più apprezzati scultori viventi, con una mostra dal titolo Human.
Il Forte di Belvedere è un museo all’aperto dove poter godere in modo unico dell’arte contemporanea. Lo spazio espositivo venne inaugurato nel 1972 in occasione della mostra – entrata oramai a far parte della storia fiorentina – di Henry Moor, uno dei massimi scultori del XX secolo e tra i maggiori interpreti dell’arte di Michelangelo.
Non è un caso che un altro scultore britannico sia stato scelto oggi per proseguire il programma del Forte che negli ultimi decenni ha ospitato altre presenze di spicco, creando sempre una interazione dinamica tra artisti le loro opere e la fortezza,
in una simbiosi affascinante tra arte contemporanea e Rinascimento.



Fin dal titolo, HUMAN, Gormley individua il suo orizzonte di riferimento culturale,
l’Umanesimo, criticando le certezze ideologiche che hanno sostenuto l’arte occidentale. Entrando negli spazi del Forte di Belvedere egli ci ricorda che i secoli della magnificenza rinascimentale furono dominati anche da forze ostili alla dignità dell’uomo e che i “Principi” furono capaci di cupa violenza e di calcolata persecuzione, spargendo terrore e fomentando discriminazione.



Gormley assume su di sé il peso della grande tradizione dell’arte occidentale che ha attribuito alla scultura, e in particolare alla figura umana, una posizione privilegiata ponendo l’uomo – magnum miraculum – al centro di un sistema cosmologico matematicamente armonizzato nella geometria divina del cerchio, come in Vitruvio e Piero della Francesca. L’artista non solo ripercorre il lavoro di Leon Battista Alberti nel suo De statua ma riaffronta anche le avanguardie del primo Novecento con l’intenzione di riaprire il discorso sulla figura umana dopo il Cubismo.
E lo fa attraverso la propria personale esperienza del corpo esaminando le sue attitudini, e le sue mutate azioni e reazioni psico-fisiche.






Camminando per gli spalti e le terrazze, circunavigando la palazzina ci imbattiamo
in una molteplicità di figure in metallo e in pose e attitudini di costrizione o depressione, di sforzo o di languore, di isteria o di meditazione: sensazioni abituali.
Nella loro sintassi di calchi corporei o moduli geometrici, le loro pose evocano stati della mente secondo una nuova forma di modernismo. Sappiamo di non essere al centro del mondo ma di esserne parte. È questa radicale visione e tensione che fa di Gormley un artista spartiacque, e della mostra a Forte di Belvedere qualcosa di veramente epocale per Firenze e tutto il mondo.







Maria Paola Forlani

Nessun commento:

Posta un commento