martedì 13 aprile 2021

JUDITH LEYSTER

 Judith Leyster


Judith o Judita Leyster, (Harlem, 28 luglio 1609 – Heemstede, 10 febbraio 1660), è stata una pittrice e disegnatrice olandese del secolo d’oro, appartenente alla scuola dell’Olanda Settentrionale, specializzata in pittura di genere e ritrattistica.

Era l’ottava figlia del birraio e tessitore Jan Willemszoon (soprannominato Leyster dal nome della sua osteria, “La stella polare”), che nel 1624 dichiarò bancarotta, e di Trijn Jaspersdr di Haarlem. Suo padre proveniva da Anversa e nel 1592 divenne membro della Chiesa riformata.

Judith fu allieva di Frans de Grebber, Frans Hals e Jan Miense Molenaer.


Già a diciott’anni fu citata in modo lusinghiero in un testo riguardante la cultura di Haarlem, anche se la sua prima opera datata risale al 1629. Nel 1633 era un membro della Corporazione di San Luca della sua città, una delle sole due donne appartenenti a questa organizzazione. A partire dal 1635 ebbe tre allievi, tra cui Willem Wouters.


Nel 1636 sposò il pittore Jan Miennse Molenaer. Da questo momento la sua produzione pittorica diminuì enormemente: probabilmente, a causa della cura dei figli (ne ebbe almeno cinque) e della casa, assistette il marito nel suo lavoro di pittore.

Poco dopo il matrimonio, nel 1637, si trasferì ad Amsterdam con la famiglia, dove rimase fino al 1649 e successivamente nel biennio 1655-1656. Nel 1648 i coniugi Molenaer acquistarono una villa a Heemstede. Nel 1649 i Molenaer ritornarono ad Harlem, dove Judit Leyster rimase fino alla morte. Fino al 1993 si credeva che l’artista si fosse trasferita a Heemstede, ma in realtà visse principalmente a Harlem.


Judith Leyster si dedicò principalmente alla pittura di ritratti e di soggetti di genere, rappresentanti scene di persone che si divertono in taverna o che suonano: temi molto popolari in quel periodo storico presso la classe media a cui appartenevano i principali acquirenti di quadri. Dipinse inoltre nature morte con fiori e frutta, che probabilmente furono ben più numerose delle poche che ci sono giunte. Il concerto, opera dipinta nel 1633 (oggi conservato al National Museum of Women  in the Arts di Washington) rappresenta un significativo esempio della produzione della pittrice, influenzata da una parte dall’opera di Frans Hals e dall’altra da Caravaggio (al quale farà riferimento soprattutto nell’esecuzione di quadri a soggetto religiosi).


La pittrice affianca un violinista, un suonatore di liuto e una cantante in una metafora della musica come gioia di vivere. Forse nei tratti del suonatore di liuto e della cantante si nascondono i ritratti della stessa Leyster e del marito. Altrettanto interessante, soprattutto per comprendere l’importanza della lezione di Frans Hals sullo stile dell’artista, è il ritratto di bambina della Fondazione Rau (Unicef per il terzo mondo) certamente meno convenzionale dell’opera di Washington.


I rapporti tra Hals e la pittrice sono così stretti da aver portato talvolta la critica ad attribuire al primo le opere della seconda

È il caso, appunto, di questa tavola (Testa di bambina, 1630-1640, che è stata definitivamente restituita alla Leyster grazie alla presenza della giovane modella, da lei ritratta anche in altre occasioni). La pittrice ha differenziato il tratto a seconda della parte che si trova a dipingere: per la giacca ha impiegato una pennellata ampia e sommaria, per i capelli ha preferito segni sottili che rendono la loro morbidezza, mentre nel riprodurre il viso ha usato un tratto morbido e vellutato. Abile nel rendere l’espressione vivace della bambina, l’artista ha saputo creare un’immagine spontanea e rigorosa.


Nonostante la popolarità raggiunta in vita, Judith Leyster fu presto dimenticata dopo la morte. Ma nel 1893, si scoprì che un dipinto, acquistato dal Museo del Louvre, presentava, nascosto sotto una falsa firma di Frans Hals, il suo caratteristico monogramma, costituito dalle iniziali JL con accanto una stella a cinque punte. Si iniziò così a rivalutare l’opera di quest’artista, spesso confusa con quella del più famoso Hals, da cui fu profondamente influenzata.

M.P.F.


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