mercoledì 15 febbraio 2023

FRIDA KALHO e DIEGO RIVERA

 


Frida Kahlo e Diego  Rivera: è una delle più  travolgenti storie d'amore  e passioni dell'intera storia dell'arte.

A Padova, al  Centro Culturale Altinate San Gaetano, fino al 4 giugno 2023, una grande corale mostra racconta i   due   artisti  messicani, assurti ai miti a livello planetario. Padova sarà  l'unica tappa italiana di uno storico tour  mondiale. Promossa  dall'Assessorato alla cultura del Comune di Padova, la  mostra è organizzata  dalla Vergel Foundation. Mondo Mostre e Skira,  in Collaborazione con l'Istituto National de Bellas  Arte y Literatura (INBAL), con la curatela di Daniela Ferretti

Il nucleo fondamentale delle opere giunge dalla celeberrima collezione statunitense di Jacques  e Natsha Gelman.


Frida Kahlo


Magdalena Carmen Frieda Kahlo Salderòn nasce a Coyocàn un quartiere di Città del Messico, nel 1907, da madre messicana e padre tedesco. Di salute cagionevole fin da  bambina - a sei anni si ammala di polmonite  e  il piede  destro le rimane  leggermente  deformato - Frieda, o Frida  come  si firmerà,  sogna di diventare medico. Agli  anni  di scuola risale  il suo primo incontro con l'opera  di  Diego Rivera, celebre  muralista,  che stava dipingendo un'opera sui muri  dell' Esquela National Preparatoria. La sua vita cambia  nel 1925,  quando  la  giovane resta vittima  di un terribile incidente: tornando a casa da scuola  l'autobus  su  cui viaggia si  scontra con un tram, Frida viene trapassata da una  delle sbarre di ferro del bus. Trasportata in ospedale ci rimarrà per un mese,  sopravvivendo miracolosamente alle ferite riportate.


Nei giorni  di degenza, comincia a dipingere (in  precedenza  aveva preso  solo qualche  lezione  di disegno)  e  si dedica  soprattutto all'autoritratto, trovando nella  propria immagine riflessa in uno specchio posto davanti al letto una  comoda e disponibile modella. L'amore per l'autoritratto   non  l'abbonderà mai. Iscritta  al Partito  comunista messicano,  incontra  nuovamente   Rivera  che sposerà l'anno seguente. La loro  relazione durerà - tra alti  e bassi, separazioni e riappacificazioni - fino alla  morte della pittrice.

Con Rivera,  Frida  condivide la  passione per  la  politica - quando  lui ne sarà espulso anche lei lascerà il partito - l'impegno  sociale, l'amore per la  cultura precolombiana, le tradizioni  popolari messicane e la carriera  artistica. Nonostante la  comunione  di interessi  e di  intenti  tra i  due, Frida sviluppa uno  stile personale, autonomo dal  linguaggio del marito.

Dopo aver  vissuto per qualche tempo negli Stati Uniti, per alcuni  impegni di lavoro di Rivera, i due tornano in  patria, stabilendosi in una  nuova casa a San Angel. Per Frida è un periodo difficile: dopo la terza  gravidanza interrotta i medici le tolgono  la speranza  di diventare madre; i dolori per la deformazione della gamba destra sono notevolmente aumentati,  obbligandola a sottoporsi a un   intervento  in cui le vengono amputate alcune falangi del piede.

Aggrava  la crisi personale della pittrice e la relazione amorosa  che Diego incapace di restarle  fedele, stringe con  la cognata,  Cristina.  Il doppio tradimento della  sorella e del marito portano la pittrice a riflettere   profondamente sulla propria vita e sul  proprio comportamento sociale.  Da quel momento nascerà una nuova  Frida, più libera  e disinibita, capace di intraprendere relazioni extracuniugali - come farà con  lo scultore americano Isamu Noguchi e, secondo  alcuni, con Lev Trotzkij - di andare a vivere da sola a  Los Angeles, di divorziare da Rivera e  risposarsi con lui l'anno  successivo  e, soprattutto, di buttarsi a  testa bassa  nel mondo dell'arte dove comincerà a mietere i primi successi. Delusa dal gruppo surrealista   che l'ha invitata a  Parigi, Frida prede le  distanze dall'Avanguardia di  Breton e compagni. Le sue motivazioni, oltre che dettate da personali antipatie,  vertono sulle differenze   tra le sue  opere  e quelle surrealiste: <<Non ho mai dipinto  sogni>>,  spiega lei stessa,  <<quella che  io ritraggo  è la  mia realtà>>.

 Il  governo messicano le tributa  numerosi riconoscimenti; nel1946 il  Ministero della  Pubblica Istruzione le assegna il premio nazionale di  pittura. Ma la sua salute peggiora,  le operazioni  alla colonna  vertebrale si susseguono nell'arco di pochi mesi, nel  1950  ne subisce sette trascorrendo nove mesi  in ospedale.  Nel  1953 le viene amputata  la gamba destra  fino al ginocchio. L'anno seguente ormai stremata, Frida si ammala di polmonite  e muore nella "casa azzurra" di Città del Messico, dov'era nata  e dove aveva passato   la maggior parte del  suo  tempo, oggi trasformata  in un museo a lei  dedicato per volontà  di  Diego  Rivera.  L'arte di Frida Kahlo  è un racconto biografico quanto lo sono le pagine  del suo celebre diario. Attraverso la rappresentazione,  sanguinante, lacerata, ferita, decorata di fiori, cosparsa di chiodi e di frecce, la pittrice ci parla di sè,  delle proprie ossessioni, del mondo che la circonda.


Il suo sorprendete linguaggio, moderno, aggressivo, affine a certi esiti del  Surrealismo  mediati con la forza e i  colori della tradizione messicana, resta  un unicum nel

panorama artistico del XX secolo.

M.P.F.















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