lunedì 28 settembre 2015

Il giovane CASORATI

Il giovane

Casorati
Padova, Napoli e Verona


A Padova, ai Musei Civici agli Eremitani fino al 10 gennaio 2016, si è aperta la mostra
Il giovane Casorati. Padova, Napoli e Verona”, a cura di Virginia Baradel e Davide Banzato (Catalogo Skira). L’evento vuole accogliere e confrontare quel che ad oggi si conosce di quegli anni fondamentali: anni trascorsi nella città del Santo – dal 1895 al 1907 – e poi a Napoli e a Verona; anni contrassegnati da un fervido eclettismo, che è cifra dell’entusiasmo del principiante dotato di grande volontà, in un percorso di esperienze non allineate, che si svolge parallelo agli studi di Giurisprudenza.
Nella mostra patavina acquista ora nuova luce anche la figura del “maestro” di Casorati, il pittore padovano Giovanni Vianello, cui va assegnato un ruolo non secondario nel periodo 1902-1906, comprensivo della partecipazione alla mostra
“I sette peccati” (1904) alla quale prese parte anche Umberto Boccioni e il cui manifesto venne disegnato da Ugo Valeri.

In quel periodo Casorati si getta nella nuova avventura creativa con lo stesso ardore riservato in precedenza alla musica, cui si era applicato sino a procurarsi un forte esaurimento.
Mio padre, per consolarmi dell’abbandono del mio pianoforte, e dei miei studi prediletti – ricordò Casorati nella celebre conferenza autobiografica del 1943 –
mi regalò una gran scatola di colori…Ed eccomi per la prima volta seduto davanti a un cavalletto in pieno sole a mescolare colori sulla tavolozza e a guardare curioso e commosso il dolce paesaggio dei colli Euganei…”
Era il 1902.

La giovane età e gli interessi ancora diversificati sventano una partenza troppo arroventata e la vitalità spavalda e salutare degli anni padovani fa sbocciare il talento.
Vianello nei primi del Novecento era il pittore più considerato in città, uno dei pochissimi ad esporre in mostre nazionali e internazionali e il rapporto tra maestro e allievo non fu affatto secondario, seppure Casorati

-         dopo il trasferimento a Torino e la svolta radicale – abbia voluto minimizzarlo, ripudiando tutta la fase giovanile.
-         Insieme a nozioni tecniche, pittoriche e calcografiche – un’incisione inedita è  datata precocemente 1902 – è infatti ravvisabile nell’apprendistato di Vianello
-         Qualche influenza estetica e tematica che la mostra contribuisce a mettere in luce: come le pennellate corte e divise che caratterizzano il dipinto del maestro con
-         Piazza dei frutti a Padova e che troviamo pure in Casoni e in Case padovane
-         Del giovane Casorati o nel dipinto Balconata, risalente agli anni veronesi; oppure la centralità del colore giallo o, ancora, il soggetto ricorrente della vecchia, trattato in un dipinto di Vianello databile ai primi del secolo – Due vecchie – che una qualche eco può aver avuto nell’interesse del pittore per questo tema.

-         L’abitazione che fa da sfondo al dipinto di Casorati Vecchietta padovana era, con ogni probabilità, una casa di tolleranza individuata negli anni Settanta – prima che venisse demolita - nel quartiere Arcella. La stessa compare nel cartone
-         Case padovane e nel Ritratto di Camillo Luigi Bellisai – tra i dipinti d’esordio esposti in questa occasione – in quegli anni uno degli amici di Casorati, inseparabile compagno di studi e, a quanto pare, d’avventure.
-         La mostra propone molte opere provenienti da collezioni private come il suggestivo Ritratto, esposto per la prima volta e affine ai modi di Vianello,

-         di Tersilia Guadagnino, preziosa e romantica confidente di una vocazione artistica divenuta esclusiva e totalizzante. La donna dal sorriso lieve, seduta in abito rosa al centro della stanza, appare, in questo dipinto a olio su cartone firmato.
-         E sempre alla preziosa amica – “Lei dolce amica non mi manchi” invoca Casorati nel 1908 – e alle belle giornate romane trascorse insieme, conduce un’altra opera inedita al pubblico e come la precedente rimasta “in famiglia” secondo la volontà testamentaria: un piccolo paesaggio databile al 1907, ove sul verso del cartone resta ancora leggibile la scritta a inchiostro “Paesaggio Rocca di Papa”, uno dei luoghi cari del loro girovagare.

-         L’esposizione sottolinea anche la vitalità dell’ambiente artistico padovano, con presenze di tutto rilievo quali Umberto Boccioni, di cui sono esposti il Ritratto del dottore Achille Tian (1907) della Fondazione Domus e Donna che cuce (1906), ma anche Mario Cavaglieri, Cesare Laurenti, Ugo Valeri

e i minori,
-         amici di Vianello, Giuliano Tommasi e Antonio Grinzato; e vuole anche riconsiderare le prime prove del giovane Casorati  fondamentali dipinti che sfilano in questa sezione quali:
-         Dei domestici segreti custoditi (trittico di quasi due metri con una veduta dei tetti di Padova) e Ritratto di signora (La sorella Elvira) con cui Casorati parteciperà
-         con successo alla sua prima Biennale, nel 1907.

-         Anche il periodo partenopeo diventa, in questa coraggiosa esposizione, oggetto di interessanti approfondimenti, tra le opere esposte  per la prima volta si può ammirare il Ritratto di Don Pedro De Consedo (1908), oltre alle Vecchie comari
-         (1908) e a Le bambine (1909) entrambe della Galleria d’Arte di Verona.

-         Ma a sancire l’alta qualità artistica di questa fase giovanile vi è, in particolare, la complessa ed enigmatica tavolata di Persone (1910), grande olio su tela (collezione privata) con cui l’artista partecipa a Roma all’esposizione Internazionale del 1911 per celebrare il primo Cinquantenario del regno d’Italia: un quadro dalla sottile penetrazione psicologica, che varrà al pittore l’invito della delegazione del Carnegie Institute per il Premio di Pittsburg in Pennsyvenia e che già introduce alla “fioritura” del periodo veronese.

-         È nella città di Giulietta che Casorati avvertirà l’influenza della Secessione di Vienna e di Monaco e si aprirà alle novità europee, con la frequentazione dell’ambiente di Ca’Pesaro. L’esperienza di quegli anni 1911-1918, è documentata in mostra con alcuni ritratti assai significativi – quelli dei coniugi

-         Francesco e Gina Veronesi Apollonio  e la Famiglia Consolaro Girelli
-         e da un’accurata selezione di tempere e grafiche che rendono dell’estenuata sensibilità linearistica che, al di là delle prove moderniste più conclamate, rappresenta la cifra di ricerca che rimarrà sottotraccia in quella che Italo Cremona definì “l’intuizione spettrale della realtà”.


-         Significativa, in riferimento a questa fase, anche la presenza in mostra dei dipinti di collezione privata veronese: La Balaustra (studio), Studio per la Via Lattea – importante documento del processo d’elaborazione di un tema caro al pittore “sono diventato un visionario e sognatore”
-         scriverà Casorati all’amica Tersilla in quel periodo di profonda poesia.
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-         Maria Paola Forlani




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