domenica 12 novembre 2017

I VOLTI DELLA RIFORMA

I volti della Riforma


Lutero e Cranach
Nelle collezioni medicee

Il 31 dicembre 1517 vennero affisse alla porta della Schlosskirche di Wittemberg le Novantacinque tesi contro la prassi della vendita delle indulgenze e l’autorità del papa, evento che aprì la strada della Riforma protestante.
Per celebrare la ricorrenza del cinquecentenario, gli Uffizi presentano in una mostra (fino al 7 gennaio 2018), a cura di Francesca de Luca e Giovanni Maria Fara (catalogo Giunti), allestita in Sala Ditti, un prezioso nucleo di dipinti di soggetto luterano appartenuti alle collezione medicee.

Sono esposte infatti le icone della nuova Chiesa riformata: i ritratti di Martin Lutero e di Filippo Melantone, i due teologi promossi del movimento riformatore; di Lutero, già monaco agostiniano, e della moglie Caterina von Bora, monaca cistercense; dei fratelli Federico III il Saggio e Giovanni, Elettori di Sassonia e sostenitori politici della Riforma.
Tutti questi dipinti sono accomunati dall’essere usciti dalla florida bottega di Lucas Cranach il Vecchio, pittore ufficiale della nuova corrente religiosa.

A questi si affianca una copia antica di un ritratto di Lutero, il dittico di Adamo ed Eva, capolavoro di Luca Cranach, e una Madonna col Bambino e il san Giovannino, prove della padronanza del pittore nell’interpretare temi sacri sia attinenti alla nuova spiritualità riformata, sia quella cattolica.


La ricorrenza offre l’occasione di riflettere sulla particolare concezione di questi soggetti nelle collezioni medicee, certo dovuta in parte all’efficacia della macchina di propaganda luterana. Infatti, così come le traduzioni della Bibbia – curate personalmente da Lutero e dai suoi stretti collaboratori, adeguandole ai diversi livelli di alfabetizzazione per diffusione capillare – rispondevano a un’attenta politica linguistica e delle immagini, in campo prettamente artistico Lucas Cranach il Vecchio (Kronach 1472 – 1553 Weimar), amico personale di Lutero e pittore di corte dell’Elettore Palatino Federico III il Saggio e del suo programma, formulò così l’iconografia ufficiale della ritrattistica dei capi del movimento, improntandola alla massima semplicità: Lutero e Melantone, e anche della moglie del primo, Caterina von Bora, la cui effige in coppia con quella del marito attestava l’abolizione del celibato dei sacerdoti. Anche gli Elettori Palatini Federico III il Saggio e suo fratello Giovanni I il Costante furono oggetto del programma iconografico.


Cranach nel frattempo elaborava anche incisioni di immagini, a corredo dei testi sacri riformati, che in parte pubblicò lui stesso come editore. In mostra sono esposte per la prima volta tre serie di incisioni di altissima qualità, che illustrano argomenti sacri come  la Passione di Cristo, gli Apostoli, i Martirii degli Apostoli, oltre ad altre stampe singole. Nel campo dell’incisione Cranach dovette misurarsi con la grandezza di Dürer, cui si ispirò creando soluzioni comunque originali: in mostra sono esposti alcuni significativi esempi di questo fruttuoso confronto fra i due maestri sul tema della penitenza di San Giovanni Crisostomo e il peccato originale.


In rappresentanza della produzione di stampe allegoriche che descrivevano satiricamente i vertici ecclesiastici romani, del tutto assente dalle collezioni medicee, in mostra è presente un famoso libretto di Lutero e Melantone illustrato da Cranach (Deüttung der zwu grewlichen figuren Bapstesels zu Rom vnnd Münchkalbs zu Freyberg in Meyssen funde); un genere il cui successo prosperò per almeno un secolo e che avrebbe scatenato una reazione antagonista di pari graffiante potenza.
In mostra anche i ritratti di personalità di ambito fiorentino che furono inquisite per aver manifestato il loro interesse verso le nuove teorie religiose: di Piero Carnesecchi di Domenico Puligo e Bartolomeo Panciatichi di Agnolo Bronzino. Infatti il clima circolante a Firenze negli anni Quaranta del Cinquecento, mentre i rapporti fra Cosimo I e la chiesa di Paolo III Farnese erano al massimo della tensione, era imbevuto dalle nuove dottrine che si stavano propagando nei circoli intellettuali di lettori, artisti, funzionari di corte, vescovi, e nell’Accademia Fiorentina. Cosimo si spese in una difesa a oltranza di queste personalità, ma non sempre con successo, come nel caso di Carnesecchi, che fu giustiziato.


Per tornare ai dipinti fiorentini di Cranach il Vecchio, risale al 1561 la prima citazione inventariale della presenza nelle collezioni medicee delle effigi dei coniugi Lutero. Gli Elettori di Sassonia provengono invece dall’eredità urbinate di Vittoria della Rovere, a riprova della diffusione dei volti della Riforma nelle corti di Tutta Europa. Collocati in posizione defilate, i ritratti di Lutero e Melantone ebbero un momento di grande visibilità nella Sala dei Pittori dell’appartamento del Cardinal Leopoldo, che li separò per inserirli in ricche cornici barocche. Questi ritratti rimasero dunque parte inalterata delle collezioni nonostante l’immagine pubblica della dinastia nel corso del tempo sia stata sempre più fortemente connotata da una strettissima ortodossia cattolica.

I ritratti di Martin Lutero e di Caterina von Bora (Gallerie degli Uffizi) di Luca Cranach furono prodotti nel 1529. Il riformatore appare appesantito e viene raffigurato da vicino in un fondo piatto e uniforme, il segno si fa incisivo e nitido, posizionato sulla sinistra araldica, il suo rango di accademico sottolineato dall’aggiunta del tocco. Cranach attinge alla tradizione iconografica araldica per conferire autorevolezza al nuovo movimento religioso. Caterina è ritratta in dimensioni leggermente ridotte e sembra più anziana e posata, una figura risoluta al fianco di Lutero.
La mostra degli Uffizi I volti della Riforma offre testimonianza della grande apertura mentale dei Medici anche verso le nuove tendenze teologiche, al fine di documentare la varietà culturale dell’Europa. Ribadisce inoltre la qualità artistica quale criterio del collezionismo mediceo, come dimostrano le xilografie di Lucas Cranach il Vecchio con versi della Bibbia tradotti da Lutero, che sono le più preziose al mondo.



Maria Paola Forlani

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