mercoledì 29 gennaio 2020

TIME MACHINE



Time Machine

Vedere e sperimentare il tempo
Una grande mostra per Parma 2020
L’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 si è aperta con una grande mostra: Time Machine, Vedere e sperimentare il tempo, aperta fino al 3 maggio 2020, a Palazzo del Governatore.
Nata da un’idea dell’assessore della cultura di Parma, Michele Guerra, l’esposizione è curata da Antonio Somaini, professore di teoria del cinema, dei media e della cultura visuale alla Sorbona, con Eline Grignard e Marie Rebecchi.
Time Machine esamina il modo in cui il cinema e gli altri media fondati sulle immagini il movimento hanno trasformato nel corso degli ultimi 125 anni la nostra percezione del tempo, attraverso una serie di tecniche di manipolazione temporale: dall’ accelerazione al ralenti; dal fermo immagine al time-lapse; dalla proiezione a ritroso, al loop e alle infinite varianti di fermo immagine al time-lapse; dalla proiezione a ritroso, al loop e alle infinite varianti di quella operazione cinematografica fondamentale che è il montaggio.

Cinema, video e videoinstallazioni proposte dunque come vere e proprie “macchine del tempo”, secondo tre diverse eccezioni: come media che rendono possibili diverse forme di viaggio nel tempo; infine, come media che operano diverse forme di manipolazione temporale.

È quindi un’esposizione legata a doppio filo al claim di Parma 2020: la cultura batte il tempo.
Punto di avvio del percorso espositivo sono due eventi risalenti al 1895: la prima pubblicazione del racconto fantascientifico The Time Machine: An Invention di H.G. Wells e la prima presentazione pubblica del Cinématographe dei Fratelli Lumiére. La mostra si snoda poi fino alle ultimissime tecniche di manipolazione temporale delle immagini in movimento prodotte attraverso l’intelligenza artificiale, il machine learning e le reti neutrali.
Articolata in diverse sezioni, la mostra è un viaggio affascinante nel tempo, che si rivela in tutta la sua relatività e plasticità, la mostra è un viaggio affascinante nel tempo, che si rivela in tutta la sua relatività e plasticità attraverso opere di artisti e fotografi come Douglas Gordon, Rosa Barba, Tacita Dean, Jeffrey Blondes, Grégory Chatonsky, Ange Leccia, Jacque Perconte, Robert Smithson, Alain Fleischer e Filmmakers come Martin Arnold, Harun Farocki, Jean- Luc Godard, Billi Morrison, Gustav Deutsch, Ken Jacobs. Malena Szlam.

Lungo le 25 sale del Palazzo del Governatore si articola un percorso immersivo tra immagini, proiezioni ed estratti filmici provenienti dal cinema delle origini e dal cinema sperimentale, dal cinema classico e da quello contemporaneo, dal cinema scientifico e da quello documentario, dalle videoinstallazioni e da alcuni momenti scelti della storia della fotografia.

‘Ci sono milioni di immagini che si assomigliano e poi c’è il programma che si divide, uno che produce nuove immagini con rumore, perché il rumore permette di produrre differenze in una certa misura, e un’’altra parte del programma che controlla i risultati e sa cosa deve confrontare per determinare l’efficacia di un’immagine.  É lo stesso programma che si duplica e ne osserva la percezione e il mondo, cioè i dati, a cui deve riferirsi.

È difficile sapere che la macchina guarda a se stessa, controlla i risultati, il confronto con dati esterni. Fa tutto questo lavoro in modo che tu possa percepire qualcosa ed è allora che lei entra nel tuo mondo e diventa un secondo mondo, un mondo che lei entra nel tuo mondo e diventa un secondo mondo, un mondo che tu hai desiderato, ma di cui non hai previsto la forma. Ti trovi di fronte a qualcosa di esterno a te, come un mondo più grande di te, che trabocca la tua percezione. Questo mondo che avete creato macchine per produrlo, ma non è il vostro mondo’.


“ Nell’universo quale è rappresentato dal cinematografo, le relazioni spaziotemporali costituiscono il fattore fondamentale di una realtà che consiste puramente nella facoltà di prestarsi a localizzazioni, del resto incerte, nello spazio-tempo”
Jean Epstein, L’intelligence d’une machine,


La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira con 11 testi scritti da figure di primo piano, a livello internazionale più i tre curatori e 11 sezioni iconografiche ( Time Machines, Time Axis Manipulation, Flows, Instants, Time-lapse, Multiple Expoures, Animate / Inanimate, Re-montage, Loops & Reversals, Deep Time, Machine Visions ).

M.P.F.

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