domenica 9 febbraio 2020

GAETANO PREVIATI

Tra simbolismo e futurismo
Gaetano Previati


<<l’opera di Gaetano Previati è di una vastità e di un valore che sconcertano []
Gaetano Previati è stato il precursore in Italia della rivoluzione idealista
Che oggi sbaraglia il verismo e lo studio documentario del vero>>
Umberto Boccioni 1916


Sospesa come un ponte tra le poetiche del secondo Ottocento e le sfide aperte del secolo successivo, la figura di Gaetano Previati occupa un fondamentale ruolo di snodo nel rinnovamento dell’arte italiana al volgere del secolo. Il pittore ferrarese è stato considerato un erede dei maestri del passato, una figura guida del divisionismo e del simbolismo in Italia, ma anche il padre spirituale del futurismo, come indicano le parole di Umberto Boccioni. Proprio per questa posizione affascinante e complessa, la sua vicenda artistica ha ancora diverse zone d’ombra che meritano di essere esplorate.
In occasione del centenario della morte la città natale gli rende omaggio con una mostra (aperta fino al 7 giugno 2020) al Castello Estense organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara, in collaborazione con i Musei d’Arte Antica. La rassegna presenta al pubblico circa settanta dipinti e disegni, per la metà provenienti dal ricco fondo delle collezioni civiche ferraresi in dialogo con un importante nucleo di opere concesse in prestito da collezioni pubbliche e private. Completano la selezione i documenti inediti dell’Archivio Eredi Alberto Previati e di altre raccolte che contribuiscono a gettare nuova luce sul percorso dell’artista.

L’esposizione vuole evidenziare la tensione costante nella ricerca di Previati verso il superamento dei tradizionali confini della pittura “da cavalletto”. <<La sua visione tende all’infinito: alle volte persino esorbita dai confini della pittura>>, affermava nel 1901 il letterato ferrarese Domenico Tumiati. Affascinato dai grandi formati e dall’espressione dei sentimenti per la sua educazione tardoromantica, Previati mette in gioco un atteggiamento sperimentale nei confronti del mezzo tecnico, dei meccanismi della visione e dell’approccio con il pubblico che gli permette di raggiungere esiti talmente innovativi da aprire la strada alle ricerche del Novecento.
La mostra si apre con un bozzetto del visionario dipinto Gli ostaggi di Crema del 1879, che vale a Previati non ancora trentenne, la prima affermazione pubblica. Il cruento episodio dell’assedio cremasco da parte del Barbarossa, con la macchina bellica protetta da scudi umani, è lo spunto per una drammatica e coinvolgente evocazione dei sentimenti in pittura.

All’interesse per i temi storici si affianca presto la fascinazione per i soggetti maudit, nel solco dei paradisi artificiali cantati da Charles Baudelaire e rilanciati dalla bohéme  scapigliata. Le atmosfere annebbiate delle Fumatrici di oppio
(il dipinto della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e il bozzetto a olio di collezione privata) offrono a Previati la possibilità di scavalcare il dato oggettivo e di inviare l’osservatore ad accedere alla dimensione, interiorizzata e alterata, dell’immaginazione, oltrepassando virtualmente il diaframma della cornice.
Altro potente mezzo per scardinare le convenzioni di produzione e fruizione dell’opera è l’adozione della pratica divisionista. Stimolato, come altri artisti della cerchia di Vittore Grubicy, dal dibattito estetico-scientifico d’Oltralpe sulla percezione del colore e della luce, Previati si cimenta nell’elaborazione di un alfabeto pittorico capace di coinvolgere l’osservatore sul piano visivo e psicologico. In mostra è eccezionalmente presente il suo <<primo tentativo della tecnica nuova della spezzatura del colore, una tecnica che dà l’impressione di una maggiore intensità di luce>> come afferma lo stesso pittore: si tratta della tela Nel prato (1889-90) della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, una visione capace di trasmettere all’osservatore <<un sentimento di quiete e serenità>> anche grazie alla <<tendenza al giapponesismo>>. Nel successivo Re Sole (1893-96) Previati torna a un tema storico ma lo traspone sul piano simbolico-percettivo puntando sul potere di suggestione della radiazione luminosa: l’assolutismo del sovrano francese viene evocato attraverso l’effetto di abbagliamento dovuto al controluce, che diviene la vera chiave dell’opera.

<<Con lui le forme cominciano a parlare come musica, i corpi aspirano a farsi atmosfera, spirito, e il soggetto è già pronto a trasformarsi in stato d’animo>>. Con queste parole, nel 1911 Boccioni riconosce a Previati il ruolo di precursore nella ricerca di un linguaggio visivo in grado di interpretare la sensibilità contemporanea.

L’analogia tra la pittura e la musica era un tema ricorrente del simbolismo europeo che, sulla scia del musikdrama di Richard Wagner, vagheggiava un’arte totale e ineffabile nata dal concorso tra le diverse forme espressive. Sin dalle prime prove divisioniste, la critica vicina a Previati evoca queste risonanze per interpretare le sue opere. Nel 1908, l’artista dipinge per la figlia del gallerista Alberto Grubicy una serie di pannelli per una sala musicale, di cui rimane testimonianza in una foto inedita. In mostra è proposto l’accostamento dei due soggetti riconoscibili in questo documento: il monumentale pannello della Armonia o Sinfonia, ora conservato al Vittoriale degli Italiani, e una versione di piccolo formato del Notturno. Il tema musicale di queste tele è esaltato dall’effetto sonoro prodotto dalla fluidità della linea e dell’armonia cromatica.

Nel capolavoro del 1909, la rappresentazione delle anime di Paolo e Francesca nel girone dei lussuriosi dell’inferno di Dante prende forma in un flusso di figure, evanescenti come stati d’animo, che si propaga all’infinito. Non è un caso che questo dipinto sia considerato una delle matrici della prima redazione del celebre trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni. Il tema dantesco ritorna nel Sogno, trasposto in una visione idealizzata e onirica, che sembra svilupparsi incessantemente come un miraggio.

L’approccio innovativo del ferrarese investe anche generi pittorici tradizionali, come i temi religiosi e il paesaggio. Previati è uno degli artisti che si sono impegnati nella ricerca di un linguaggio nuovo in grado di interpretare l’atteggiamento dell’uomo moderno di fronte alla spiritualità.

Anche il talento disegnativo di Previati viene messo alla prova per forzare dall’interno i mezzi artistici e il loro potere espressivo, valorizzando le nuove possibilità dell’industria editoriale: con le illustrazioni per i Racconti di Edgar Allan Poe e quelle per i Promessi sposi manzoniani, il ferrarese sperimenta un nuovo codice di illustrazione-stato d’animo, contraddistinto da inediti tagli compositivi che verranno successivamente sviluppati nel grande formato.

Le ricerche condotte per questa occasione hanno avvalorato il coinvolgimento di Previati in ambito teatrale, in particolare nelle produzioni legate alla vicenda ferrarese di Parisina, moglie di Nicolò III d’Este, e del suo amore per il figlio Ugo, conclusosi tragicamente nel 1425 con la condanna a morte di entrambi.

Con il ciclo delle Vie del commercio per la Camera di Commercio di Milano il cerchio si chiude e le tematiche della modernità, al centro della poetica marinettiana e boccioniana, offrono nuove possibilità alla pittura dell’anziano maestro. Uno dei grandi pannelli decorativi del ciclo per il nuovo salone di ricevimento, La ferrovia del Pacifico, viene esposto corredato di disegni.

La nuova estetica delle macchine sono evocati attraverso la pittura che, seppur non rivoluzionaria come quella futurista, ha un dinamismo e un impatto visivo sorprendenti.
M.P.F.

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