mercoledì 2 settembre 2020

Mario Mafai

 


MARIO MAFAI

Fino al 12 ottobre è aperta al Museo Novecento di Firenze una retrospettiva di Mario Mafai (Roma 1902 – 1965), protagonista della Scuola romana.

La mostra è curata da Sergio Risaliti, Stefania Rispoli e da due studentesse dell’università di Firenze, Stefania Previti e Rebecca Ricci, nell’ambito del progetto “Dall’aula al museo”.

Comprende opere della raccolta Alberto Della Ragione, il collezionista sorrentino che è stato amico e mecenate dell’artista.


Espressionista lirico, un po’ malinconico e un po’ visionario, Mafai è, con la moglie Antonietta Raphaël e il grande Scipione, una delle principali figure della pittura degli anni Trenta. Con loro forma quella che Roberto Longhi definirà la Scuola di via Cavour, dal nome della via di Roma dove i Mafai abitavano.


La sua pittura, impostata soprattutto sul colore, mette a punto in quegli anni i suoi soggetti più caratteristici: fiori “esistenzialisti”, esili e dolorosi, e poi vedute di Roma, tra cui le famose Demolizioni, che si ispirano agli sventramenti del centro storico per raccontare un quieto disfarsi delle cose, un mondo incapace – in tutti i sensi – di costruire. In tempo di guerra però la sua malinconia diventa tragedia. Nascono allora Fantasie: un popolo di figure grottesche e disperate, memori di Goya, Daumier, Kokoschka, che sono insieme carnefici e vittime, processioni di dannati e visioni di torture, come in piccolo teatro di crudeltà.


Maria Paola Forlani

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