martedì 24 aprile 2018

GIAPPONE


Giappone

Storie
D’Amore
E Guerra


Geisha e samurai, donne bellissime ed eroi leggendari, attori kabuki, animali fantastici, mondi visionari e paesaggi bizzarri sono protagonisti della mostra
Giappone. Storie d’amore e guerra, aperta fino il 9 settembre, a Bologna nella sede di Palazzo Albergati, a cura di Pietro Gobbi e divisa in undici sezioni.        
Attraverso una selezione di oltre 200 opere, il Mondo Fluttuante dell’ukiyo-e è arrivato per la prima volta nel capoluogo emiliano, calato per l’occasione nella elegante e raffinata atmosfera del periodo Edo, l’odierna Tokyo (1603 – 1868).
La prima sezione – Ukiyro-e Luoghi e tematiche

Dopo l’instaurarsi del dominio militare del Tokugawa (inizio XVII secolo) segue un lungo periodo di pace che permette il formarsi di un nuovo ceto borghese economicamente fiorente: mercanti, artigiani e artisti sviluppano una cultura edonistica del mondo fluttuante, l’ukiyo.
L’ukiyo-e diventa il linguaggio artistico e sistema di comunicazione perché accessibile a molti per via dei costi, col tempo sempre più ridotti, e della rapidità di diffusione che il mezzo a stampa permetteva.

La tecnica, le edizioni, le tirature e le riproduzioni antiche.
Le incisioni ukiyo-e sono tecnicamente xilografie, un procedimento di stampa in rilievo di origine cinese quale naturale sviluppo dell’uso dei sigilli risalente al periodo Han (206 a.C. -220 d.C.) e introdotto in Giappone probabilmente nel VII secolo.
A differenza delle opere d’incisione occidentali, frutto di lavoro del solo artista che provvedeva direttamente all’incisione delle matrici di stampa, nella realizzazione delle xilografie giapponesi concorreva il lavoro di più persone coordinate dall’editore.
Una volta preparato il disegno, l’artista lo consegnava all’incisore che incollato al rovescio su una tavoletta di legno ne riproduceva le linee creando così una prima matrice.

Lo stampatore provvedeva a realizzare una piccola tiratura e l’artista interveniva dando indicazioni per i colori.
Alcune opere, ottennero un grande favore di pubblico per cui vennero riedite in molteplici tirature.
Alla fine del XIX alcuni editori pubblicarono nell’ambito di un movimento di rivalutazione dell’ukiyo-e delle copie di capolavori di maestri del passato, divenute costose e rare, a opera di nuovi artisti che ne seppero mantenere il vigore e le atmosfere originali.

Con l’apertura ai mercati esteri e il conseguente espandersi della domanda, le copie iniziarono a essere eseguite da artigiani.
Seconda Sezione – Bellezze femminili
Le opere che ritraggono le bellezze femminili hanno come soggetto le bijin, le geisha e le Ōiran. Nella produzione di siffatte opere non trascurabili sono gli aspetti commerciali e pubblicitari; molti committenti di queste splendide opere, deliziosamente curate nei dettagli e negli abbinati coloristici, erano grandi atelier e sartorie.

Bijin
La donna ukiyo – nobildonna o eroina, cortigiana o geisha – rispecchia la nuova cultura e la conseguente vivace vita cittadina. Sono figure dalla forte sensualità, i cui atteggiamenti seducono: grazia e fragilità, lusso e maestosità sono i tratti salienti con cui queste donne si pongono alle interpretazioni degli artisti.
Geisha

Letteralmente “artista”, era in origine danzatrice e suonatrice di vari strumenti, poi raffinata accompagnatrice esperta nell’arte della conversazione, della danza e della musica; presto nell’immaginario collettivo occidentale il termine ha assunto un fuorviante e distorto significato identificando le geisha quali cortigiane.
Ōiran
Cortigiana d’alto rango, fulcro della vita dei quartieri del piacere, era donna altrettanto esperta nell’intrattenimento che doveva altresì eccellere nella pittura e nella cerimonia del tè.

Terza Sezione – Shunga
Shunga significa letteralmente “pittura della primavera”, eufemismo dell’atto sessuale: è un genere importante nella produzione ukiyo ricco di erotismo.
Il disegno degli organi sessuali, la rappresentazione di abbracci passionali e le fantastiche scenografie sono i mezzi grafici per sottolineare la propensione al gioco in un’elegante visione del sesso.


Quarta Sezione – Surimono
Stampa privata augurale
Letteralmente “cosa sfregata”, con riferimento al passaggio del tampone sul foglio di carta appoggiato sulla matrice inchiostrata: il surimono presenta due linguaggi, la poesia e l’arte figurativa, fusi armoniosamente in un elegante e raffinato prodotto carico di suggestive atmosfere.
Veniva commissionato privatamente come biglietto augurale e di circostanza e stampato con le più raffinate tecniche su carta di notevole fattura.
Quinta Sezione – Il teatro, Nō e Kabuki

Le opere che ritraggono il mondo del teatro Giapponese hanno come soggetto gli attori dei generi teatrali e Kabuki, i due stili più importanti e longevi.
A testimonianza di queste rappresentazioni, in mostra sono presenti caratteristiche maschere come quella per interpretare ruoli di fanciulla e quella per ruoli demoniaci.
Sesta Sezione – Samurai

Ѐ questa l’immagine eroica e mitica della tradizione guerriera del Giappone in una trasposizione continua fra storia e leggenda: i samurai, colui che serve.
Guerriero tribale e archetipo dell’eroe solitario, condottiero sui campi di battaglia ed esteta in tempo di pace, assassino nella notte e vendicatore del suo signore, custode della pace e aristocratico amministratore.
Settima Sezione - L’Olimpo Shintō

Lo Shintō vede come divinità primordiali Inazagi (fratello e sorella, nonché marito e moglie) che con la loro unione diedero vita al Paese del Sol Levante
Il suo carattere etnico contribuì a determinare un forte sentimento nazionale poi trasformato nell’ultranazionalismo che ha pervaso il Giappone nella prima metà del XX secolo.
Butsu-dō, “la via del Buddha”, fu introdotta in Giappone nel 552 e la sua contrapposizione con lo Shintō determinò, inizialmente, un violento scontro tra i rispettivi seguaci.

Ottava Sezione – Il paesaggio naturale
La natura, in tutte le sue manifestazioni e sotto qualsiasi forma – fiori e uccelli (Kachō-e), rocce, fiumi, paesaggi (fukei-e) – è sempre dotata di una propria sacralità così come intrinseca allo shintoismo.

Nona Sezione – Il paesaggio umano
Dal passato al presente. Una caratteristica della cultura giapponese è quella di conservare, di traghettare dall’ieri all’oggi, in qualsiasi epoca, i valori della propria tradizione.

Decima Sezione – Shin hanga / Sosaku Hanga
Sul finire del periodo Meiji, (prima decade del’900) l’editore Watanabe Shōsaburō, apprezzando sia l’alto valore artistico delle incisioni ukiyo-e sia le sofisticate tecniche necessarie alla loro realizzazione, rivitalizzò in chiave moderna l’antica tradizione con l’incoraggiamento e sostegno ai nuovi artisti creando un rinnovato movimento che riprendeva la passata arte xilografica e che chiamò Shin-Hanga, stampa nuova.

Undecima Sezione – Dall’interpretazione artistica alla realtà: fotografie d’epoca
Pur essendo una delle cause del declino finale ukiyo-e i primi fotografi giapponesi ne subirono indubbiamente il fascino sia per la scelta dei soggetti, sia per le inquadrature e la successiva coloritura a stampa avvenuta.
Infatti le fotografie, soprattutto quelle ritraenti persone e scene di vita quotidiana, erano colorate a mano da pittori a imitazione delle stampe degli artisti giapponesi.


Maria Paola Forlani



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